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Venezia 70: James Franco parla del suo Child of God
James Franco è tornato alla Mostra del Cinema di Venezia sia come protagonista del film diretto da Gia Coppola Palo Alto, sia come regista del film Child of God, ispirato al serial killer Ed Gean, lo stesso che diede ad Hitchcock l’idea per il personaggio di Norman Bates in Psycho. Interpretato da un ottimo Scott Hayes il film è stato presentato in conferenza stampa dal regista e dal cast che hanno svelato curiosità e particolari sul lavoro svolto fianco a fianco sul set.
1) Tempo fa hai detto che ti piaceva il personaggio di questo tuo film, in parte serial killer e in parte Charlot?
James Franco: Potrei dire molte cose, ma intanto voglio dire che la performance di Scott Hayes è incredibile. Potevo usare grossi nomi, ma sapevo che Scott era la persona giusta. Molti lo considereranno uno qualsiasi che abbiamo trovato nella foresta. Mi chiederanno perchè ho voluto fare questo film, e a tal proposito ho scritto anche all’autore del libro domandandogli “Perchè hai scritto questo libro?” e non mi ha dato una risposta vera. Ci troviamo di fronte ad un personaggio estremo in una situazione estrema, un qualcuno estromesso dalla civiltà che poi vuole riconnettersi con gli altri. Quando ho letto il libro mi ha colpito la scena in cui lui cerca di nascondere un cadavere e ho capito che è un assassino non molto bravo in quello che fa. Voleva essere qualcosa che non sapeva fare, e questo è qualcosa mai visto prima.
2) C’è anche una dose di umorismo nonostante la storia terribile. Che ci può dire della fisicità del suo personaggio?
Scott Hayes: Sì, in una scena vedete un corpo goffo che non riesce a trascinare un cadavere su una scala. Ho cercato di vedere l’aspetto della compassione. Io e la mia ragazza abbiamo analizzato la sceneggiatura, ho sentito le sue idee e abbiamo scelto insieme quali elementi di me stesso poter utilizzare. Far vedere un personaggio con un cuore, non solo il maniaco. Forse chiunque in un isolamento del genere avrebbe fatto lo stesso.
3) Quali sono state le sfide per passare dalla recitazione alla regia e perchè ha scelto la storia di un emarginato?
James Franco: Mi piace la regia, anche in altri casi ho già fatto il regista, ma vedo che sia essere attore che regista sono cose simili, si racconta una storia sullo schermo anche se in posizioni diverse. L’attore collabora con il regista e il regista collabora con tutte le parti del film e ha una grande responsabilità nella produzione e nel fare un film. Penso che l’isolamento sia presente molto nei film che ho fatto, non so perchè. Quando si fanno dei film, a volte si è colpiti da qualcosa e non si sa perchè. Quando ho letto il libro mi è successo questo. Ci è voluto un po’ di tempo per avere i diritti ma ci siamo riusciti.
4) Molti suoi film sono su artisti. La riflessione sull’isolamento può essere su un processo artistico?
James Franco: Certo, ci sono dei paralleli ma sembra che negli altri film ho parlato di un artista, un poeta etc… sono strutturati per concentrarsi su un individuo che ha già una sua visione ed esperienza del mondo e ci sono spesso incomprensioni per cui si emargina. Qui invece lui vorrebbe socializzare ed essere parte della società, ma non ne è capace e deve ricorrere ad altri mezzi per avere dei rapporti.
5) Quanto è costato il film e ha già trovato distribuzione in Italia? Cosa ci può dire della società descritta nel film?
James Franco: Stiamo lavorando ancora alla distribuzione ma non c’è ancora nessun accordo. Il personaggio è ispirato ad Ed Gean, un killer vero che è stato d’ispirazione anche per il Norman Bates di Psycho. Su di lui ho letto che è stato preso anche per uno spettacolo locale nel suo villaggio. Questo vuol dire che le persone intorno sono state attratte da questo personaggio e in loro c’è una violenza sotto traccia, governata dalla legge in un certo senso.
6) La violenza è un tema ricorrente nel film. Cosa porta un regista a scegliere questi temi? Molti film inoltre sono presi dai libri, per paura di inventare qualcosa di nuovo?
James Franco: La cosa più estrema è il soggetto. In questo mio film la violenza è trattata in un modo molto più addomesticato del solito rispetto al panorama attuale degli altri film che escono. Per affrontare l’isolamento e l’emarginazione di qualcuno che sente di poter fare solo quello che fa, bisognava spingersi oltre per lasciare il segno. E’ lo studio di un personaggio, non è un horror o un thriller. Tutto viene dalla vita, da un libro…insomma da altro. Quindi l’idea che una sceneggiatura sia meno o più significativa se è originale o presa da un libro, non la condivido. Anche gli Oscar hanno due categorie: Sceneggiatura Originale e Non Originale. Io scelgo autori che amo molto per fare i film e per me funziona. Mi forniscono grandi storie, ma mi aiutano anche a sollevare il livello del mio lavoro, spingono anche me a fare del mio meglio.
7) Qual è il ruolo della musica in questo film?
James Franco: Avevamo due fonti per il sonoro. Il film è ambientato in Tennessee nel libro, ma noi invece abbiamo girato in West Virginia quindi c’erano alcuni musicisti registrati live che hanno suonato per noi e abbiamo messo le loro canzoni nel film. La partitura è invece di un giovane musicista. Come diceva Scott del suo personaggio, non vogliamo renderlo simpatico ma nemmeno un mostro e la musica aiuta a rendere Lester accettabile per il pubblico.
8) Quale cinema o quali film ti hanno influenzato?
James Franco: Ci sono tanti film che mi hanno influenzato dal punto di vista stilistico, come Gus Van Sant, il loro modo di girare e sono rimasti d’ispirazione per me. Forse Taxi Driver mi ispira di più per questo film, un pazzo al centro che vuoi seguire perchè ha un’attrattiva. Con un argomento di questo tipo, il film potrebbe essere facilmente un horror, ma il personaggio di questo genere non è al centro del film come protagonista di solito. Taxi Driver invece ha un personaggio estremo ma guardabile, non è un film horror.
9) Conoscevi il romanzo prima del film? Come ti sei preparato per il ruolo?
Scott Hayes: Quando ho letto il romanzo, alcuni pezzi mi ricordavano alcuni film come Taxi Driver, o il Joker di Ledger in Batman… Ho cercato di incontrare molte persone lì in Tennesse, un posto particolare per me, dovevo perdere peso e forse visto il risultato finale anche per me Taxi Driver è il giusto modello.
10) Franco che regista è?
Scott Hayes: Ho lavorato con molti registi e il processo di solito è un’intrusione con la necessità di controllare il processo attoriale, mentre con lui non mi sono mai preoccupato o sentito a disagio. Mi ha guidato molto bene, lavorare con James è stata la migliore esperienza che ho avuto come attore. Certo ci sono registi con cui pensi: ” Ma sanno cosa vuol dire essere un attore?”. Lui essendo attore lo sa.
Festival
Cartoons on the Bay | Bruno Bozzetto presenta il suo nuovo progetto di animazione Sapiens?

Bruno Bozzetto a Cartoons on the Bay (fonte: NewsCinema.it)
La giornata conclusiva di Cartoons on the Bay ha visto la presenza di Bruno Bozzetto, genio dell’animazione e autore di alcuni dei film animati che maggiormente hanno influenzato l’immaginario moderno (televisivo e cinematografico). Bozzetto ha presentato in anteprima alcune immagini del nuovo progetto di animazione Sapiens?.
Bruno Bozzetto è attualmente al lavoro, con il sostegno della Rai, su tre diversi cortometraggi accomunati da un tema particolarmente caro al regista: quello della sostenibilità ambientale e dei diritti degli animali. L’evento dedicato al cinema d’animazione e ai nuovi linguaggi, giunto alla sua 27esima edizione, è servito come occasione per mostrare in anteprima alcune immagini del suo nuovo progetto Sapiens? (con un punto interrogativo che racchiude tutto il senso del lavoro), composto da corti diversi e caratterizzati ognuno da uno stile visivo peculiare (dal 3D all’animazione bidimensionale più minimale) e basati, come già accaduto in passato nella filmografia di Bozzetto in Allegro non troppo, su componimenti di musica classica: dall’ouverture Coriolano di Beethoven al Verdi di Un giorno di regno.

Bruno Bozzetto a Cartoons on the Bay (fonte: NewsCinema.it)
“Quando c’è la colonna sonora, metà del lavoro lo considero fatto”, ha spiegato Bozzetto, che ha voluto raccontare anche le ragioni personali che si celano dietro alla scelta della tematica ambientalista e animalista. “Mi è capitato ultimamente di crescere in casa una pecora, che la mamma aveva abbandonato. Insieme con mio figlio me ne sono preso cura per un mese nel salotto e ho subito notato un’intelligenza che non pensavo questo animale potesse avere. Siamo da sempre abituati ad immaginare le pecore come animali che seguono il gregge, privi di complessità. E invece questa pecora mi ha dimostrato che non è così. Adesso, essendo cresciuta in casa, probabilmente è convinta di essere un cane e non smette di inseguire il mio gatto. Ma questo vale anche per altri animali, come ad esempio le galline della mia vicina di casa, che riescono a distinguere colori e forme, o ancora il maiale di un altro mio conoscente, che vive in casa sua senza sporcare ed è in grado di dimostrare il proprio affetto in modi che mai avrei immaginato potessero appartenere ad un suino”.
“Noi uccidiamo queste creature così sensibili solo per provare un sapore piacevole nella bocca”, chiosa Bozzetto. “Dovremmo cominciare a porci delle domande. E sicuramente l’animazione può aiutare a raggiungere i giovanissimi, può contribuire a far nascere in loro una diversa sensibilità verso queste creature. Il segreto, penso, è quello di rendere evidente la loro intelligenza e le loro emozioni, rendendole quanto più possibile vicine a quelle dei personaggi umani. Anche in passato la schiavitù o l’oppressione delle donne erano considerate cose normali, cose che facevano parte della tradizione umana. Poi il mondo è cambiato. E non è detto che non possa cambiare anche in questo”. Non è quindi un caso che i protagonisti di due di questi tre nuovi cortometraggi siano proprio gli animali, da quelli più grandi e ampiamente rappresentati al cinema (balene, leoni ecc.), quelli la cui esistenza è minacciata dall’inquinamento antropico e dalle attività industriali umane, fino a quegli animali che siamo soliti considerare fastidiosi o, in alcuni casi, repellenti, come il ragno, soggetto principale dell’unico corto in 3D del progetto (un ragno che, nelle prime immagini mostrate, lo vediamo mentre tenta di risalire con difficoltà dal lavandino in cui è caduto). “Negli ultimi 40 anni l’attività umana ha causato la scomparsa del 60% dei mammiferi, rettili, pesci e uccelli presenti in natura. L’animazione può essere un modo per documentare questa scomparsa”.
Il terzo cortometraggio, quello con il tratto di disegno più elementare e classicamente “bozzettiano”, tratta invece il tema della guerra e delle armi attraverso una rocambolesca parata militare fatta di linee che si spezzano, si intersecano e si inseguono. “È un tema che mi ha sempre interessato e che ovviamente adesso ha assunto anche una connotazione tragica di attualità”, spiega Bozzetto. “Si tratta di lavori molto diversi da quelli che ho realizzato in passato, quando lavoravo con gruppi ristrettissimi di persone, con quattro o cinque collaboratori fidati. In questo caso, mi trovo a confrontarmi con giovani animatori usciti dalle migliori scuole di animazione, con nuovi talenti in questo ambito, e a rapportarmi con studi in cui lavorano centinaia di persone. È diverso, ma altrettanto bello. Da animatore sono diventato scrittore, perché mi trovo a dover descrivere minuziosamente come deve essere il risultato finale a chi lo deve animare”.
Le ispirazioni di Bruno Bozzetto
“Uno dei titoli che inizialmente avevo pensato per questo progetto, che probabilmente diventerà un mediometraggio composto dai tre diversi corti, era: Allegretto, non troppo. Un titolo che tiene conto dell’ispirazione musicale, richiamando il mio vecchio lavoro del 1976, ma anche dei temi trattati, tutt’altro che allegri”, scherza Bozzetto, che non si è sottratto anche ad alcune domande dal pubblico. “Io mi entusiasmo per tutto”, ha risposto a chi gli chiedeva quali fossero oggi le sue principali fonti di ispirazione. “Sono un grande appassionato di cinema, specialmente dei film di Woody Allen e dei fratelli Coen. Quando ero più giovane i miei miti cinematografici erano sostanzialmente tre: Federico Fellini per l’immaginazione smisurata, Jacques Tati per l’umorismo e Stanley Kubrick, che è riuscito a creare un capolavoro con ogni suo film pur cambiando sempre genere”.

Bruno Bozzetto e Roberto Genovesi a Cartoons on the Bay (fonte: NewsCinema.it)
“Quello che consiglio ai giovani è di leggere molto, di essere sempre curiosi e soprattutto attenti alla vita che ci circonda. Un grande scrittore può penetrarti nell’animo e cambiarti la vita, ma anche le cose apparentemente insignificanti possono essere lo spunto per un’idea. Dobbiamo essere sempre pronti a cogliere questi spunti per alimentare la nostra creatività. I giovani, all’inizio della loro carriera, devono poter essere liberi di sperimentare, di giocare con quello che vogliono”, continua Bozzetto.
“È stata proprio questa mia curiosità, la mia naturale predisposizione ad entusiasmarmi per qualsiasi cosa, a farmi lavorare, ad esempio, con una persona speciale come Piero Angela per la rubrica Quark. Lessi un suo libro e immediatamente mi immaginai un ipotetico film su quelle tematiche scientifiche che lui raccontava con quella prosa così chiara. Allora gli scrissi una lettera, sapendo che sarebbe stato difficile commercialmente giustificare un lungometraggio animato tratto da un saggio di Angela. Ma qualche tempo dopo si presentò l’occasione di lavorare insieme per il programma televisivo. È stata una collaborazione che è durata dieci anni e che ancora oggi rappresenta il lavoro più bello e piacevole della mia vita, trascorso senza mai un problema e grazie al quale ho imparato tantissime cose di cui sono grato”.
Festival
Cartoons on the Bay: Peter Lord premio alla carriera | “La Aardman? Nata con 25 sterline”

Peter Lord a Cartoons on the Bay (fonte: NewsCinema.it)
Peter Lord, geniale co-fondatore della Aardman Animations, ha ricevuto il premio alla carriera di Cartoons on the Bay 2023. In una masterclass con gli operatori del settore, ha rivelato le origini dello studio e svelato qualcosa sul prossimo film di Galline in Fuga.
“Per la sublime capacità di dare un’anima a pupazzi di plastilina da lui trasformati in grandi attori capaci di recitare con la duttilità espressiva e un’ironia degni dei più grandi interpreti del cinema mondiale”. Così recita la motivazione con cui è stato assegnato a Peter Lord, geniale co-fondatore della Aardman Animations, il premio alla carriera di Cartoons on the Bay 2023.D’altronde, già Martin Freeman, che per Lord aveva doppiato uno dei pirati del film Briganti da Strapazzo, aveva ammesso che senza la Aardman “il mondo sarebbe un mondo decisamente meno sciocco e decisamente meno divertente”.

Il pupazzo Moph nelle mani del suo creatore Peter Lord (fonte: NewsCinema.it)
E il marchio di fabbrica della Aardman lo si può riconoscere già dal primo, brevissimo, cortometraggio realizzato da Peter Lord e David Sproxton nel 1972, muniti di una bolex 16 mm e un’enorme passione per le “cose stupide”. Protagonista di quel corto embrionale, venduto per 25 sterline alla BBC per il programma Vision On, era un supereroe chiamato appunto Aardman. “Il nome derivava dalla fusione di due parole: Aardvark (oritteropo in italiano, ndr) e Superman. Non c’è una ragione specifica, semplicemente il termine aardvark ci faceva ridere e Aardman Animations divenne il nome della nostra azienda quando la BBC ci chiese a chi avrebbero dovuto intestare l’assegno”, spiega Lord. “Inoltre, è interessante notare come il nostro primo lavoro non sia stato realizzato con la plastilina, per cui poi siamo diventati famosi, ma in pellicola. Nonostante tutti ci associno alla stop-motion con la plastilina, non abbiamo alcuna pregiudiziale sulle tecniche d’animazione da utilizzare. Non è quello che, secondo noi, determina o meno la bontà di un film”.
Dopo quell’esordio nella BBC, alcuni spot televisivi e video musicali (ad esempio quello per il brano Sledgehammer di Peter Gabriel), la Aardman sfonda nel panorama internazionale del cinema d’animazione con successi come Galline in fuga, Wallace & Gromit (premio Oscar nel 2005), Giù per il tubo e la saga di Shaun, vita da pecora. Tutto, però, nasce da quel primo personaggio realizzato con la plastilina e utilizzato come mascotte del programma per bambini della Bbc, dedicato ad arte e lavoretti, dal titolo Take Hart, trasmesso fino al 1983, e condotto dall’artista Tony Hart. Peter Lord stringe tra le mani il suo Morph e spiega: “Sicuramente questo piccolo pupazzo di plastilina non è dettagliato come i modelli dei film in stop-motion più recenti, ma all’epoca era quello che serviva. Era elementare, ma divertente”.
“Ci sono cose che è difficilissimo spiegare perché funzionano. Semplicemente funzionano e basta. E questo è particolarmente vero per il cinema d’animazione”, prosegue Lord. “C’è ad esempio una serie di corti realizzati da Rich Webber dal titolo Purple and Brown (che sono poi i due protagonisti, ndr) che mi fa morire dal ridere, ma non riuscirei a descrivere a parole il perché. C’è gente come Rich che ha un innato senso per l’umorismo, per le cose che fanno ridere. È qualcosa che si ha dentro di sé, che non segue delle formule precise. E, ovviamente, quello stesso senso per la gag lo ha, in maniera ancora più accentuata e sofisticata, Nick Park, ideatore dei personaggi come Wallace e Gromit. Spesso nel mondo del cinema si usa il termine genio a sproposito, ma nel caso di Nick è proprio così. È un genio dell’umorismo, ancor prima che dell’animazione”.
Peter Lord e il futuro della Aardman
Ma cosa aspettarsi dal futuro della Aardman Animations? Per l’autunno 2023 arriverà il sequel d’animazione Galline in fuga 2, o meglio Chicken Run 2: Dawn of the Nugget, con il sottotitolo originale “L’alba della crocchetta” che ammicca evidentemente alle popolari pepite di pollo dei fast-food. “Con l’avvento di Netflix, il nostro lavoro è completamente cambiato. Prima i nostri unici interlocutori erano i broadcaster (la BBC, appunto) e per questo i progetti che facevamo dovevano avere tutti un taglio specifico che era quello televisivo. Adesso, con il proliferare delle piattaforme streaming, il numero degli interlocutori è aumentato e, per quello che ci riguarda, Netflix è stato un partner eccezionale per la realizzazione di Galline in Fuga 2”, ammette Lord.
Un endorsement, quello a Netflix, condiviso anche da Ian Mackinnon, co-fondatore della Mackinnon & Saunders, anche lui ospite di Cartoons on the Bay 2023 e protagonista sul palco subito prima della masterclass di Lord. Mackinnon, leader di fama mondiale nello sviluppo dei personaggi nel settore dell’animazione e produttori di stop motion e animazione digitale 2D di alta qualità, ha citato ad esempio il caso del Pinocchio di Guillermo Del Toro, per il quale il suo studio ha realizzato i modelli dei personaggi: “Eravamo in contatto con Del Toro dal 2008 per questo film, ma Guillermo non era disposto ad accettare compromessi sulla sceneggiatura e sul tono della storia. Era un progetto che gli stava a cuore e voleva realizzarlo esattamente come diceva lui. Abbiamo aspettato più di dieci anni, ma alla fine sono stati quelli di Netflix gli unici a garantire a Del Toro la libertà creativa necessaria, e ovviamente il budget giusto, per realizzare il suo sogno”.
Al di là però degli aspetti produttivi ed economici, la regola fondamentale rimane una e una soltanto: “Divertirsi”, afferma Lord. Quando giriamo un film della Aardman siamo noi i nostri primi spettatori e ridiamo a crepapelle delle nostre stesse idee e delle nostre stesse gag. Ci sostituiamo ai personaggi e proviamo noi le scene prima di riprodurle con le miniature. Se una cosa fa ridere noi, allora probabilmente farà ridere anche gli altri. Senza questo, non può esserci tutto il resto”.
Festival
Cartoons on the Bay | tutti i premi della 27esima edizione

Locandina Cartoons on the Bay realizzata da Monica Manganelli
Con la cerimonia di premiazione si chiude la 27 ª edizione di Cartoons on the Bay, il Festival dell’animazione televisiva, della transmedialità e della meta-arte, promosso da Rai e diretto da Roberto Genovesi per Rai Com, in collaborazione con la Regione Abruzzo e il Comune di Pescara.
Nei quattro giorni a Pescara, la manifestazione ha visto una grande affluenza di pubblico di tutte le età e di tanti professionisti del settore. Molto affollate anche le tante iniziative proposte da Rai Com in Piazza Salotto, per bambini e ragazzi.

Una scena di Where is Anne Frank, vincitore del premio come miglior film animato (fonte: IMDB)
Per la categoria Lungometraggi d’animazione, la Giuria composta da Flavio Natalia (Direttore, Ciak), Pedro Armocida (Saggista e Giornalista) e Max Giovagnoli (Transmedia Producer), ha assegnato i seguenti premi:
Best Animated Feature – Where Is Anne Frank di Ari Folman (Belgio) prodotto da Le Pacte
Per l’eleganza narrativa, tecnica e artistica con cui affronta la nostra Storia, per la leggerezza e la sobrietà dello sguardo con cui tutto nel racconto oscilla magicamente tra reale e immaginario, sfiorando personaggi e pubblico con leggerezza e profondità.
Il film vince anche il Pulcinella Ciak d’Oro, assegnato dal direttore di Ciak Flavio Natalia.
Un’opera che usa le diverse tecnologie d’animazione per raccontare una storia di enorme impatto civile in una chiave originale di grande efficacia nel dialogo con le nuove generazioni.
Best Director – Metamorphosis di Michele Fasano (Italia) prodotto da Sattva Films Production and School srl
Per la capacità di contaminare stili, materiali e linguaggi dell’animazione, del live action e del reportage mostrando di aver raccolto la lezione più matura del contemporaneo in modo intimo e originale.
Best Screenplay – Oops, I Murdered The Person The Person I Like Likes di Ross Ozarka (New Zeland) prodotto da Ross Ozarka Films
Per la grande capacità creativa nel passaggio dallo script al film, e per il lavoro sull’evocatività del testo e sul minimalismo della sua soluzione produttiva.
Best Animation – The Amazing Maurice di Toby Genkel (Germania) prodotto da Ulysses Filmproduktion GmbH, Cantilever Media Limited
Per aver saputo coniugare il ritmo del musical, i calembour della letteratura per ragazzi e la passione per le “animal star” e il character design dell’animazione 3D contemporanea in modo divertente e tecnicamente efficace
Best Soundtrack – Saleem di Cynthia Madanat Sharaiha (Giordania) prodotta da Digi Tales
Per la capacità di raccontare il Medio Oriente con profondità e lontano dagli stereotipi, rendendo la musica e il lavoro sul suono parte fondamentale del racconto, del vissuto e della capacità empatica dei personaggi.
Di seguito i riconoscimenti assegnati dalla Giuria composta da Alain Bidard (Regista), Alessia Di Giacomo (Platforms and channels Director, RTVE Corporación), Marco Lanzarone (Direttore della Direzione Radio Digitali Specializzate e Podcast), Arne Lohmann (Vice President Junior, ZDF Studios) e Ian Mackinnon (Creative Director, Executive Producer & Founder, Mackinnon & Saunders Ltd), con le seguenti motivazioni:
Best Preschool TV Show – Leo’s World di Dario Piana (Italia) prodotto da Rai Kids e Brand-Cross srl
Per la sensibilità con cui un tema tanto delicato è stato trattato, in modo che anche i bambini affetti da autismo possano sentirsi capiti. Per la profondità con cui sono stati concepiti i personaggi.
Best Upper Preschool TV Show – Team Nuggets di Michael Hegner & Tor Fruergaard (Danimarca) prodotto da Godo Films
Per la profondità realizzativa, la capacità di coinvolgere il pubblico a cui è dedicato e per il modo in cui vengono raccontate le storie. Per come riesce ad affrontare le emozioni e per l’abilità con cui crea una connessione profonda con il pubblico.
Best Kids TV Show –Mystery Lane di Cédric Lachenaud (Francia) prodotto da Hari Studios
Per la storia coinvolgente e sofisticata. Per l’elevata qualità dell’animazione egregiamente elaborata e dinamica, così come la regia, che ha saputo trattare in maniera espressiva l’argomento.
Best Youth Tv Show – Clay Economy di Bibiana Petrera e Monica Fibbi (Italia) prodotto da Uffa srl
Per l’originalità con cui l’economia è stata presentata ai bambini. Un’idea senza precedenti, la cui esecuzione è stata ben realizzata. Per la comicità con cui è stato affrontato l’argomento, un nuovo format che tratta una tematica complessa in modo molto originale.
Best Interactive Animation – Hogwarts Legacy (USA) prodotto da Avalanche Software
Per l’elevata interattività. Lo spazio in cui è ambientata la storia è lontano dalla realtà, sorprendente e inaspettato, capace di coinvolgere il pubblico e rendere la trama avvincente.
Best Live Action Or Hybrid Tv Show – Mimi’s World di Aidan Largey (United Kindom) prodotto da Adastra Development
Per l’elevato grado di coinvolgimento presente in tutta l’opera, per l’eccezionale design e per l’interazione con i bambini, coinvolti grazie alla vivacità e ai tanti colori. Per il lavoro qualitativamente elevato, avvincente e adatto al target che facilita l’accesso dei bambini al mondo immaginario della serie.
Best TV Pilot – Freaked Out Train Brain di Théo Grosjean, Timothy Richard (Francia) prodotto da Autour de Minuit
Per la sua originalità, e capacità di coinvolgere il pubblico. L’animazione concitata, la suspence e il design hanno contribuito ad appassionare il pubblico.
Best Short Film – Caramelle di Matteo Panebarco (Italia) prodotto da Panebarco srl e Mediterraneo Cinematografica
Per la storia toccante che insieme allo stile e all’ambientazione hanno consentito di creare un lavoro unico nel suo genere. Per la singolarità e il modo di raccontare una storia avvincente. Per la grande capacità di rappresentare la categoria in cui è inserito, grazie a un’animazione e un character design di alta qualità.
Vincitore Targa UNICEF “Premio Speciale al Miglior Prodotto a Carattere Sociale” scelto tra tutti i titoli selezionati al Festival: Nel mare ci sono i coccodrilli di Rosalba Vitellaro (Italia) prodotto da Rai Kids e Larcadarte
Racconta in modo emozionante la storia di Enaiatollah Akbari, un bambino afgano costretto a lasciare il suo paese da solo per salvarsi dalla guerra, dalla violenza, dalla povertà. Enajatollah è il simbolo di tutti i bambini che oggi sono in fuga dalle loro vite alla ricerca di un luogo sicuro che li accolga. In ogni paese incontra creature strane e incomprensibili: sono uomini che ridiventano umani solo dopo un atto di compassione e gentilezza. Ogni bambino è prima di tutto un bambino, non fa differenza da dove provenga, ha i propri diritti e merita una giusta possibilità. Le leggi internazionali devono regolamentare e garantire che questo avvenga, ma i gesti che ognuno può fare cambiano concretamente la vita delle persone.
Meta Award a Hello Kitty
A Sanrio co Ltd, per aver dimostrato di saper raggiungere target differenti, dal bambino all’adulto, attraverso le operazioni legate al brand Hello Kitty all’interno del metaverso.
Gender Award a Monica Manganelli
Per aver saputo delineare con vigore e originale estro artistico la battaglia per i diritti delle donne e della condizione femminile attraverso la rappresentazione di eroine fuori dal tempo.
I premi alla carriera di Cartoons on the Bay 2023

Ian Mackinnon a Cartoons of the Bay (fonte: NewsCinema.it)
Nel corso della cerimonia di premiazione sono stati anche consegnati i premi già annunciati nelle giornate del Festival:
Career Award a Ari Folman
Per la capacità di usare il medium dell’animazione come prezioso mezzo di divulgazione storica.
Career Award a Peter Lord
Per la sublime capacità di dare un’anima a pupazzi di plastilina da lui trasformati in grandi attori capaci di recitare con la duttilità espressiva e un’ironia degni dei più grandi interpreti del cinema mondiale.
Studio of the Year Award a Mackinnon & Saunders
Per aver cambiato le sorti dell’animazione stop motion in tutto il mondo nei suoi trent’anni di attività, ispirando due generazioni di bambini e continuando a sperimentare tutte le tecniche possibili.
Transmedia Award a Cuphead
Con un’opera interattiva che già omaggiava un amore senza confini per l’animazione classica, arrivando al successo della serie animata, StudioMDHR si è reso artefice di una nuova esperienza transmediale senza precedenti.
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