Venezia 70: Via Castellana Bandiera, la recensione

In una Palermo soleggiata, alle pendici del Monte Pellegrino c’è una piccola via stretta chiamata Via Castellana Bandiera, una lingua di terra che diventa lo scenario e insieme il protagonista dell’omonimo film di Emma Dante presentato in concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Drammaturga e regista, la Dante debutta per la prima volta sul grande schermo, facendo il salto dal teatro al cinema con una storia della sua terra che scava nell’animo umano e nelle emozioni dei vari protagonisti. “Via Castellana Bandiera è una strada dove due donne si sfidano. La vita non ha trama e Via Castellana Bandiera è un pezzo di vita” ha dichiarato la regista.

Schermata 2013-09-01 alle 00.02.11Alba Rohrwacher ed Emma Dante sono una coppia e devono recarsi ad un matrimonio, ma si perdono tra le strade di Palermo, finendo in una strada a doppio senso particolarmente stretta. Quando stanno per voltare l’angolo, dal verso opposto si affaccia un’altra auto guidata da Samira (Elena Cotta), una donna anziana triste e muta da quando ha perso la figlia per una brutta malattia. Le due macchine sono una di fronte all’altra, ferme, e nessuna delle due donne accenna a farsi da parte per far passare l’altra e in breve tempo, la situazione diventa imprevedibile e complicata, un duello a sangue freddo degno di un vero e proprio western alla Sergio Leone. Rosa e Samira si scontrano in silenzio, rifiutando di dormire, bere e mangiare fino all’alba del giorno dopo, consumando la loro delusione e rabbia in un duello muto di sguardi. Un imprevisto che potrebbe risolversi in pochi minuti risente della determinazione e dell’ inflessibilità di due donne che soffrono interiormente, investite da una sensazione di malessere e insoddisfazione che non riescono nemmeno bene a delineare. Si ritrovano nella loro malinconia che sfocia nella pazzia e nella testardaggine di sottoporsi anche ad uno stress fisico oltre che mentale, per vincere e provare agli altri chissà cosa.

Schermata 2013-09-01 alle 00.02.42Incredibile e ammirevole come Emma Dante sia riuscita a realizzare un film molto bello e coinvolgente, partendo da un plot così semplice e lineare. Tutto il film si svolge in un piccolo pezzo di strada nella periferia di Palermo, con il caldo che non risparmia nessuno, ma il pubblico non si annoia e non risente della ripetitività della scena, poichè la struttura narrativa brilla, procede e cambia pelle grazie ad uno stile brillante e impeccabile. Si segue la storia grazie ad un dialogo acuto e tagliente, anche se i veri protagonisti sono i volti: Samira, interpretata magistralmente da Elena Cotta, che pronuncia solo poche parole alla fine del film, puntando, per il resto, tutto sullo sguardo e sulla mimica di un volto provato dal tempo e dall’età, ma estremamente espressivo e disarmante. Rosa, insoddisfatta e infelice della sua vita, arrabbiata con tutti e con nessuno ha il volto della stessa Emma Dante che regala anche una convincente performance attoriale.

Le Thelma e Louise italiane mandano nel precipizio le loro insicurezze, paure e malinconie, invece di loro stesse e provano ad iniziare una nuova vita in cui i conflitti e il malcontento iniziale sembrano aver ritrovato una nuova serenità.

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