Venezia 76, La vérité conferenza stampa: Juliette Binoche realizza i suoi sogni con questo film

“Lavorare a questo film è stato come realizzare tutti i miei sogni insieme”. Con queste parole, Juliette Binoche, visibilmente emozionata, ha presentato in conferenza stampa il film La vérité di Hirokazu Kore’eda, che ha aperto ufficialmente la 76esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. “Da quattordici anni sognavo di lavorare con Kore’eda. Farlo è stata una consacrazione viva e preziosa”, ha dichiarato la Binoche. “Questo era un film che stava aspettando di venire fuori. Ed è nato dall’incontro tra me e Kore’eda e tra me e Catherine (Deneuve, ndr). Questo è il cinema: la possibilità dell’incontro”.

La vérité, che segna l’esordio occidentale dell’acclamato regista nipponico, ha fatto incontrare due icone del cinema francese di ieri e di oggi: Catherine Deneuve e Juliette Binoche, insieme sullo schermo nel ruolo di madre e figlia all’interno di una delle ormai celebri famiglie complicate ed indecifrabili di Kore’eda. “Il film nasce da una pièce teatrale scritta anni fa”, ha spiegato il regista. “Si trattava di una storia inizialmente ambientata esclusivamente in un camerino, ma quando la produzione si è mossa per questo film, anche grazie alla volontà di Juliette Binoche, che nel 2011 mi contattò, ho modificato la sceneggiatura per adattarla ad un lungometraggio. Non sapevamo ancora se lo avremmo girato in Giappone o altrove, ma ho pensato sarebbe stato interessante girarlo in Francia. Per farlo, avevo bisogno di attrici in grado rappresentare la storia del cinema francese. Ho avuto la possibilità di farlo e ho cercato di creare un rapporto di fiducia tra di noi”.

Il personaggio di Catherine Deneuve nel film, Fabienne, è un’attrice totalmente devota al suo lavoro, sull’altare del quale sacrifica i propri affetti (quando non li utilizza come catalizzatori di emozioni da utilizzare poi sul set). Ma il suo personaggio le assomiglia in qualche modo? “Ho messo molto di me stessa nel film, come d’altronde faccio sempre. Ma questo personaggio è molto simile a me, essendo un’attrice”, ha risposto la Deneuve. “Capisco questa donna. Ma io intendo il mio lavoro come un lavoro di composizione tra le mie esperienze e quelle del personaggio che interpreto. Io come attrice non sono una macchina. È tutta una questione di temperamento per me. E di attrici come Fabienne ne ho incontrate più a teatro che al cinema. È un modo di recitare che non mi appartiene”. Per Catherine Deneuve, La vérité è stato un film atteso a lungo: “Ho sempre desiderato lavorare con Juliette, ma non c’è stata mai occasione. Penso però che l’attesa sia stata ampiamente ripagata”.

Sul set le due attrici comunicavano con il regista nipponico grazie all’aiuto di un interprete. Una “incomunicabilità”, come l’ha definita la stessa Deneuve, inizialmente problematica ma che è poi sparita con il passare dei giorni. “All’inizio Kore’eda gesticolava molto, lo vedevo sempre agitare le braccia quando mi parlava per spiegarmi le scene”, ha affermato la Binoche. “Poi, ad un certo punto, penso di aver finalmente colto quello che lui voleva dirmi fin dall’inizio. Da quel momento in poi, non l’ho visto più gesticolare”.