Venezia 76: The King, Timothée Chalamet è Enrico V

Inghilterra, inizi del XV secolo. Il regno di Enrico IV ha portato un diffuso malcontento nel popolo che è poi sfociato in dissensi e rivolte da parte delle regioni di Scozia e Galles. In punto di morte, il re uscente designa al trono il suo secondogenito Thomas, declassando il primogenito Hal per la sua condotta ritenuta impropria – il suo vivere tra la gente comune circondato da alcol e donne, e una spiccata ritrosia nei confronti dei conflitti. Ma il destino vuole che Thomas muoia in battaglia e così il giovanissimo Hal (Timothée Chalamet) viene incoronato re con il titolo di Enrico V e si ritrova a dover prendere da subito decisioni troppo onerose per la sua poca esperienza. Dovrà, tra le altre cose, accettare e poi guidare lo scontro con la Francia, comandata dal re Carlo VI. Attorno a lui, come in ogni corte che si rispetti, si muovono però trame e sotterfugi, e l’unica vera spalla sulla quale contare sarà infine quella dell’amico di avventure e di bevute John Falstaff, sagace ed esperto guerriero che il giovane sovrano consulterà per affrontare le complesse sfide del suo difficile regno. 

Riadattando per il cinema l’opera teatrale Enrico V di Shakespeare, il regista e sceneggiatore australiano David Michod (apprezzato autore di titoli come Animal Kingdom e The Rover) con l’aiuto alla scrittura dell’amico Joel Edgerton realizza The King, un rifacimento piuttosto classico del dramma storico shakespeariano che cerca forse una sua identità più moderna nel tratteggiare i protagonisti principali e il loro muoversi entro dei confini di sfida, lealtà, reciprocità che spostano il tema dell’epoca e delle guerre per il potere a una dimensione leggermente più intimista. Immerso in una fotografia sempre buia, ombrosa e plumbea, David Michod rilegge quindi la tragedia shakespeariana sfruttando le dinamiche interpersonali (il conflitto tra re padre ed erede al trono, l’amicizia tra Enrico V e Falstaff, i prodromi di un rapporto tra Enrico V e la sua giovanissima futura moglie) per riflettere sull’inutilità delle grandi guerre e l’importanza di quel legami stretti che possono, all’occorrenza, fare la differenza di fronte a scelte e momenti cruciali. Ed è così che la grande battaglia nel fango, forse la scena più appassionante e simbolica dell’intero film, determina e sottolinea le dinamiche tra contendenti e alleati da una parte all’altra del fronte del conflitto.

 

David Michod presenta Fuori Concorso  a Venezia 2019 The King, rifacimento cinematografico dall’Enrico V di Shakespeare. Si tratta di un’opera che riesce nel suo scopo d’intrattenimento anche grazie alla ricostruzione storica e alle scenografie, e a un cast interessante dove emergono lo stesso Edgerton e comprimari di spicco come Ben Mendelsohn e Sean Harris. D’altro canto, però, trattasi di un’opera  in costume (di produzione Netflix) molto canonica e con una sua scorrevolezza, ma un’identità non particolarmente originale o incisiva.