“Disegno da prima di saper scrivere” ha dichiarato, ricordando di aver cominciato a disegnare all’età di quattro anni, anche se la sua vita non è stata subito animata dall’immagine e dal colore, poichè per circa dieci anni Giardino è ingegnere elettronico, fino al 1978, anno in cui il fumetto entra nella sua vita, dapprima in punta di piedi e poi come un ‘furore divino‘. “L’artista realizza un’opera in preda ad un furore divino. All’inizio disegnavo come hobby nel weekend o in alcune piccole pause giornaliere, ma ben presto mi sono reso conto che il lavoro del fumettista è un lavoro impegnativo, non adatto a tempi ridotti“. Il fumetto per lui, si serve di parole e immagini a differenza della letteratura, ma “il disegno tuttavia racconta“. Infatti dichiara l’artista: “Quando realizzo manifesti o copertine con un’immagine singola, c’è sempre un racconto”. Come nel cinema, dal quale Giardino trae ispirazione, le parole e le immagini risultano indispensabili le une alle altre, ma nel fumetto contemporaneo l’immagine supera le parole. Il cinema gioca un ruolo molto rilevante nell’arte di Giardino, che riprende molto il cinema classico hollywoodiano, in particolare richiamando atmosfere noir e poliziesche all’interno delle quali si muovono i suoi personaggi che egli considera un vero e proprio espediente narrativo e ,a livello profondo, persone che vivono con una propria autonomia.
Al termine dell’incontro l’artista Vittorio Giardino ha inaugurato la mostra La Quinta Verità, scelta per aprire il BilBolBul, che sarà aperta al pubblico fino al 1 Aprile presso il Museo Civico Archeologico di Bologna.
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Vittorio Giardino al Bil BolBul 21013 from Newscinema Rivista on Vimeo.