Addio a Ravi Shankar, re del sitar e ispiratore dei Beatles

Il leggendario musicista e compositore indiano Ravi Shankar è venuto a mancare nella notte di Martedì 11 Dicembre presso l’ospedale di San Diego, California, dove era ricoverato da giorni a seguito di una delicata operazione al cuore dalla quale non era tristemente riuscito a riprendersi. Maestro indiscusso del sitar e di straordinaria fama mondiale, Ravi Shankar ha saputo affascinare con la sua musica così raffinata e sapientemente eseguita, alcuni dei più grandi nomi della musica occidentale; ancor prima dello storico incontro con il Beatle George Harrison, avvenuto a Londra nel 1966, Shankar era già stato infatti maestro di musica indiana per John Coltrane e Don Ellis.

Fu negli anni sessanta, grazie a quel fortunato incontro con Harrison che Ravi Shankar acquisì una buona parte della sua fama internazionale e il merito di aver condotto le sonorità e l’identità musicale indiana agli occhi e all’ascolto del mondo intero. I due si conobbero nel 1966, Harrison decise da subito di prendere lezioni di sitar e l’anno seguente partì per l’India per completare le sue lezioni, segnando un momento di capitale importanza nella storia musicale e personale del chitarrista del quartetto di Liverpool. Dall’unione armonica e studiata delle sonorità occidentali dell’uno e di quelle orientali dell’altro, nacque una collaborazione che portò Harrison e Shankar al concerto per il Bangladesh, organizzato nel 1971 al Madison Square Garden di New York per incorrere in aiuto della popolazione del paese, da poco resosi indipendente e falcidiato da carestie, alluvioni e dai segni di una lotta sanguinosa con il Pakistan durata per anni. Fu il primo grande concerto della storia della musica organizzato per beneficenza. Il connubio tra le sonorità occidentali e orientali sarebbe poi da lì rimasto per sempre protagonista della musica di Shankar, vincitore per ben tre volte di un Grammy e nuovamente in lizza per il 2013 assieme alla figlia Anoushka. Storica fu anche la sua partecipazione al festival di Woodstock nell’agosto del 1969.

A far parlare di lui fu però anche il controverso e difficile rapporto con la sua prima figlia Geethali Norah Jones Shankar, avuta con la cantate soul americana Sue Jones, che raggiunta la maggiore età decise di cambiare il suo nome in Norah Jones a conferma del conflittuale rapporto con suo padreUomo colto di origine bramina, Ravi Shankar lascia alla storia della musica il ricordo di musicista appassionato, ma ancor più di una figura straordinaria.