Lo aveva annunciato già con entusiasmo il Direttore del Biografilm Andrea Romeo in conferenza stampa a Roma e, in effetti, il film documentario My Stuff è un progetto interessante e curioso, da non perdere nel panorama ricco e variegato del festival, che si svolge in questi giorni a Bologna.
Il giovane regista finlandese Petri Luukkainen ha avuto un’idea, geniale o folle a seconda dei punti di vista, e ha ripreso la sua vita per 365 giorni, con la sfida di sopravvivere senza le cose, gli oggetti, i vestiti e ogni altra comodità che rende la quotidianità di ognuno di noi migliore e piacevole. Tre sono le regole fondamentali per portare a termine questa sfida con se stessi e con il mondo: confinare tutte le proprie cose in un magazzino, prendere solo un oggetto al giorno e non comprare nulla di nuovo. Petri, un ragazzo di 26 anni di Helsinki, decide così di stravolgere il suo stile di vita benestante e soddisfacente, per mettersi alla prova e cercare di capire se le cose rendono felici e riempiono una casa nel modo migliore. Ad aiutarlo in questa avventura ai limiti della pazzia, gli amici, una neo fidanzata e una nonna speciale che regala pillole di saggezza e lo incoraggia a provare che “non sono le cose a fare una casa o una persona“, ribadendo più volte che tuttavia “le donne hanno bisogno di molte più cose degli uomini, soprattutto dopo il periodo della Guerra“.
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