Uno sguardo sempre addosso ai protagonisti, che interpretano “se stessi” senza esitazioni. Si sentiva già in Fratelli d’Italia, che il personaggio di Nadir con le sue reali contraddizioni, aveva bisogno e meritava più spazio. Ma nel passaggio alla nuova forma, gli elementi della costruzione narrativa, in alcuni punti faticano ad integrarsi con la realtà dei personaggi. Forse nella finzione del lungometraggio il film si perde quegli elementi dello spaccato sociale che rappresenta che potevano essere più approfonditi. Un film che vuole essere tante cose, ma che fondamentalmente, e questo é il suo pregio (anche se rimane un’aspetto del racconto giocato non fino in fondo) , è la storia di una profonda amicizia tra due ragazzi diversi, cresciuti assieme. Se Nadir già nel documentario aveva convinto tutti per la sua esuberanza, qui convince ancora di più, ma il suo comprotagonista Stefano Rabatti, in un ruolo più cupo e più ricco di sfumature sembra essere la vera scoperta.
TRAILER