Primo film italiano presentato in concorso al settimo Roma Film Festival, il nuovo film di Claudio Giovannesi, é già di casa, essendo nato da una costola del documentario Fratelli d’Italia presentato due anni fa nella sezione Extra dello stesso festival. Gonfiando e romanzando uno degli episodi del documentario, il regista trascina dentro il lungometraggio tutta la realtà che aveva già messo in scena. I protagonisti e i luoghi sono gli stessi che hanno ispirato questo nuovo racconto. E partendo dalla vita di Nadir, adolescente musulmano della periferia di Ostia, diviso tra l’educazione della famiglia e la vita del suo quartiere, si sviluppa una storia che racconta la meglio gioventù dei nostri giorni. Una storia che parla di integrazione, delinquenza, amore e amicizia.
Uno sguardo sempre addosso ai protagonisti, che interpretano “se stessi” senza esitazioni. Si sentiva già in Fratelli d’Italia, che il personaggio di Nadir con le sue reali contraddizioni, aveva bisogno e meritava più spazio. Ma nel passaggio alla nuova forma, gli elementi della costruzione narrativa, in alcuni punti faticano ad integrarsi con la realtà dei personaggi. Forse nella finzione del lungometraggio il film si perde quegli elementi dello spaccato sociale che rappresenta che potevano essere più approfonditi. Un film che vuole essere tante cose, ma che fondamentalmente, e questo é il suo pregio (anche se rimane un’aspetto del racconto giocato non fino in fondo) , è la storia di una profonda amicizia tra due ragazzi diversi, cresciuti assieme. Se Nadir già nel documentario aveva convinto tutti per la sua esuberanza, qui convince ancora di più, ma il suo comprotagonista Stefano Rabatti, in un ruolo più cupo e più ricco di sfumature sembra essere la vera scoperta.
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