Fringe 5: la Syndication salverà la serie?

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Dopo le dichiarazioni poco rassicuranti del produttore Kevin Reilly e gli ascolti sempre più bassi che la serie sta registrando ogni venerdì sera (3,1 milioni di telespettatori) continuano le diatribe legate all’eventuale rinnovo del telefilm cult Fringe per una prossima quinta stagione. Inizialmente si era parlato di concludere la serie in fretta e furia con le poche puntate rimaste della quarta stagione, opinione ritenuta sconveniente per le numerose e importanti storyline ancora in corso; poi lo stesso J. J. Abrams si era espresso a favore della continuazione dello show in modo da poter prendere parte alla regia di un episodio speciale della quinta stagione; infine si era parlato parlato di una quinta stagione conclusiva, sull’esempio di One Tree Hill, in modo da completare definitivamente la storia di Fringe.

Adesso pare che a garantire una quinta stagione di Fringe concorrerà la Syndication, ovvero l’insieme delle reti locali collegate ai grandi network televisivi. Ovviamente la questione è ben più complessa di un semplice acquisto del telefilm da parte di una rete televisiva minore. Infatti per permettere ad una serie di andare in Syndication è necessario che raggiunga il centesimo episodio e Fringe con il season finale della quarta stagione raggiungerà “solo” ottantotto puntate. Il produttore Joel Wyman ha sostenuto in merito: Per tutti gli show è così. Ottantotto sono buoni, cento sono meglio. Sicuramente sappiamo dove vogliamo andare a parare, ci serve un po’ di fortuna. Non vorremmo mai continuare senza sentire di avere qualcosa di incredibile da dire e da fare. Se ci sarà un modo per andare avanti, saremo entusiasti. A quanto pare il modo di andare avanti è stato trovato: la Syndication. Ora non resta che attendere la conferma di una quinta stagione ridotta da quindici episodi, la soluzione perfetta per concludere degnamente uno dei telefilm di genere sci-fi più interessanti degli ultimi tempi.

By Carlo Andriani

Segnato da un amore incondizionato per la settima arte, cresciuto a pane e cinema e sopravvissuto ai Festival Internazionali di Venezia, Berlino e Cannes. Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

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