Direttamente dal Festival Cinematografico Internazionale di Berlino 2022, esce Good Luck to you, Leo Grande, una commedia di 1 ora e 37 minuti che arriverà prossimamente nelle nostre sale grazie a BIM distribuzione.
Il paese d’origine è la Gran Bretagna, la regia è affidata a Sophie Hyde e la sceneggiatura a Katy Brand. Un progetto tutto al femminile dunque, supportato anche dalla star protagonista Emma Thompson.
Good luck to you, Leo Grande: sinossi
Una vedova di 55 anni, ancora affascinante e piena di vita, cerca di mettersi in gioco affittando un “toy boy” che soddisfi la sua curiosità sessuale. Il suo matrimonio è stato all’insegna della routine e suo marito era egoista e meccanico nei rapporti, senza passione o fantasia. Il confronto con questo giovane gigolò, tuttavia, si rivela anche un modo per comprendere di più se stessa e sbloccare qualcosa di irrisolto, a livello fisico ma anche psicologico.
Good Luck to you, Leo Grande: recensione
Divertente e leggera nella sua semplicità, questa commedia trova ampio spazio anche per una sfera drammatica da non sottovalutare.
Si parte con una chiave spensierata, intrisa di doppi sensi, battutine e frivolezze, ma nel suo dispiegarsi il film trova un ottimo utilizzo di escamotage narrativi per arrivare a toccarti in modo inaspettato.
Svolta tutta all’interno di un’unica stanza, la pellicola non vince in regia che anzi risulta molto statica e banale quanto più nella scrittura, grazie a scambi intelligenti tra Nancy (Emma Thompson) e Leo (Daryl McCormack) e a messaggi sociali e umani non così ampiamente trattati solitamente.
Riesce a rendere divertente il sesso, a mettere in scena sequenze molto carine, balli fatti di tenerezza e sincero feeling e momenti delicati che porteranno a trovare fiducia nel proprio corpo, nell’accettazione di ciò che si è, fino ad arrivare a una chiusura perfetta e d’impatto.
Grazie soprattutto alla maestosa bravura e naturalezza della Thompson si sviluppa questo contesto ben strutturato, in cui l’attrice trova il proprio ambiente confortevole per mettersi a nudo, in senso figurato ma anche letterale, e diramare profonde questioni riservate.
In conferenza stampa si è detto proprio questo, Emma (con la solita simpatia che la contraddistingue) come la regista, la sceneggiatrice e Daryl, hanno confermato la volontà di voler mettere in scena un progetto che sapesse di femminilità, ma anche di vita, di sessualità e di intima umanità.
Il rapporto col proprio corpo, la ricerca di un benessere interiore, la necessità di trovare un equilibrio con sé stessi prima d’inseguire la felicità all’esterno o negli altri.
Snocciolando ed elaborando queste tematiche il film finisce per manovrare le prospettive, partendo da quella che sembrerebbe essere soltanto una commedia da sabato sera e finendo per donarti molto di più, una di quelle riflessioni che ti porti a casa e che se non lasci scappar via ma provi ad elaborarle facendone tesoro, potranno arricchirti sensibilmente.
Questo a dire il vero è il ruolo del cinema tra le altre cose, uno scambio interattivo tra noi e lui, e quando è fatto con criterio e tutto ciò riesce, la nostra capacità cognitiva e di giudizio evolverà, evitando di immagazzinare semplicemente immagini in maniera passiva.
Lasciando a voi gustare e giudicare il film quando uscirà, è giusto però chiudere con le parole che Emma ha espresso in conferenza, alzandosi in piedi verso tutti i presenti: “Provate a mettervi davanti allo specchio nudi, senza muovervi, senza tirare indietro la pancia o sistemare la postura…questo è vedere la realtà.”