Home is somewhere else al Future Film Festival | la recensione del film

Il tema dell’immigrazione è quanto mai uno degli argomenti più caldi e difficili da trattare in tutto il mondo. Come accade spesso, purtroppo ci si dimentica che dietro a dei documenti ci sono delle persone con un cuore che batte e che ogni giorno lottano per sopravvivere. Il film d’animazione Home is somewhere else diretto da Carlos Hagerman e Jorge Villalobos in concorso al Future Film Festival 2022 porta alla luce tre storie incentrate sul tema dell’immigrazione e narrata con la voce dei protagonisti insieme a disegni realizzati in 2D e dai colori sgargianti.

La trama del film d’animazione

Tre storie differenti. Tre vite differenti ma accumunate da una sola grande paura: vedere distrutta la propria esistenza e la propria famiglia. I racconti di Jasmine, delle sorelle Elizabeth ed Evelyn ed infine quella di José Eduardo Aguilar, narrano cosa vuol dire vivere con la costante spada di Damocle che pende sulle loro teste e in quella dei loro familiari: essere sbattuti fuori dal Paese senza diritto di replica o attenuanti.

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Home is somewhere else | la recensione del film

Questo documentario offre allo spettatore una visione puramente emotiva di ciò che prova chi teme di essere deportato da un Paese a un altro. La scelta di realizzare questo lungometraggio di animazione tutto in 2D, contribuisce a rendere più emozionante la narrazione dei tre capitoli che lo compongono. La grafica “elementare” e l’utilizzo dei colori funzionano perfettamente riuscendo a veicolare tutta la carica emotiva delle storie raccontate.

Il primo capitolo vede l’adolescente Jasmine, studentessa e attivista, intenta ad enunciare un discorso dedicato alla paura di non poter vivere più con i genitori qualora venissero mandati fuori dagli Stati Uniti. Il padre senza documenti e la madre protetta sotto il DACA, portano Jasmine a pensare a come potrebbe vivere una vita senza di loro.

Il secondo racconto è incentrato sulle due sorelle Evelyn ed Elizabeth. Nonostante il loro legame di sangue, la prima è nata negli Stati Uniti e portata in Messico mentre l’altra sorella, nata in Messico viene portata in America, fin dai suoi primi anni di vita. Questo divario geografico viene sottolineato da disegni animati che portano lo spettatore a condividere le forti emozioni provate dalle ragazze.

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Ed infine, il terzo capitolo è intitolato “Il Deportato” ovvero José Eduardo Aguilar. Il narratore iniziale del film, è il protagonista della storia che lo vede vivere a Heber (Utah). Il sogno di vivere una vita tranquilla con il padre viene stravolta da una grave incriminazione: discriminazione razziale insieme ad altri suoi coetanei. Anche in questo caso, la grafica basica ma dalla scelta cromatica in perfetta linea con la drammaticità della storia, porta lo spettatore a comprendere ancora di più quanto sia complesso il trattamento e il sistema di leggi che regola l’immigrazione.

La scelta di inserire il brano Clandestino del cantante Manu Chao è l’elemento in più che rende ancora più toccanti, storie come quella di Jasmine.

“Vado solo con il mio dolore, va solo la mia frase, correre è il mio destino. Per aggirare la legge perso nel cuore.”