La Frode, la recensione

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la-frode-richard-gere-foto-dal-film-14_midLa Frode

, ancor prima di essere un egregio thriller di stampo finanziario, segna l’irruzione alla regia di Nicholas Jarecki. Dopo aver inanellato una serie di straordinari successi soprattutto televisivi, tra i quali spicca meritatamente il documentario The Outsider, ecco che Jarecki si cimenta nella regia e scrittura di un film denso, ben ritmato e finemente interpretato dal suo complesso ed elegantissimo protagonista, interpretato da Richard Gere. In quanto interprete del suo tempo, spesso incauto e sconsiderato, spesso invece accorto e ben calibrato, il cinema degli ultimi anni ha saputo sviscerare ed indagare alcuni dei temi legati alla crisi di quest’ultimo quinquennio, scaraventando sotto i riflettori e rifinendo narrativamente il mondo della finanza e i suoi protagonisti. Se Margin Call ne è stato un valido esempio, anche La Frode, per merito della solida sceneggiatura e della consolidata bravura del suo cast, può vantare dalla sua parte d’aver tentato di mettere a nudo, in maniera estremamente umana, tutte le contraddizioni, le nevrotiche tensioni e le puerili e naturali paure che animano i coinquilini di quelle fortezze di vetro e burocrazia in cui s’innestano gli ingranaggi del sistema finanziario.

frodeSe tutto ha un prezzo, Robert Miller, protagonista de La Frode, si trova a pagare quello più alto. Carismatico filantropo e squalo dell’alta finanza, marito assennato e padre premuroso, il personaggio interpretato da Gere, si trova in un breve momento sul punto di perdere qualsiasi cosa: dal suo impero finanziario finanche alla libertà. Nel tentativo di vendere la sua azienda,Miller finisce con falsificarne i conti per coprire un mostruoso buco di debiti ed insolvenze. Un tragico ed inaspettato evento si frappone poi tra la vita lavorativa del protagonista e quella privata, mettendo così a nudo alcuni dei suoi segreti più sconvolgenti e finendo con l’attirare l’attenzione di un rozzo quanto abile detective interpretato da Tim Roth e in grado di spingersi ben oltre l’accusa di omicidio. Miller finisce così con il perdere la fiducia della brillante figlia (Brit Marling) e della fedele moglie (Susan Sarandon) per la sicurezza e la felicità delle quali, in passato, aveva costruito e poi compromesso i suoi affari. Da intoccabile e stimato maestro del gioco del denaro e del tradimento, il protagonista, senza perdere la sua scaltra intelligenza, finisce con il mostrarsi colpevolmente solo.

Nonostante la robustezza della trama, la complessità del tema e l’opulenta scenografia, La Frode si presenta al pubblico come un film indipendente, girato in soli 31 giorni, ma caratterizzato da una straordinaria finezza registica, che sembra far dimenticare che ci si trovi davanti un regista alle prime armi e che sa imporsi per la finezza e profondità dei suoi dialoghi. Un film nel complesso ben arrangiato, forse di scarso impatto emotivo e che sarà in sala a partire dal 14 Marzo.

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RICHARD GERE in Conferenza Stampa a Roma

Storica in erba e appassionata cinefila, ha fatto della scrittura una passione e qualcosa di più.