Intervista a Claudia Gusmano, in scena a Roma con il suo primo spettacolo Mozza

Se il cinema italiano è in fase di ripresa – come dimostrato dalle recenti uscite di Perfetti Sconosciuti e Lo chiamavano Jeeg Robot – anche il nostro teatro non è da meno.  Ne è una prova lo spettacolo Mozza, scritto, diretto e interpretato dall’attrice Claudia Gusmano che da oggi fino a lunedì andrà in scena al Teatro Argot Studio di Roma. Dopo aver registrato in poche ore il sold-out delle prime due date, l’artista siciliana ha avuto il piacere di aggiungerne anche una terza. Mozza è il frutto di un percorso creativo che dura da più di dieci anni, quando la Gusmano fece armi e bagagli, lasciò la Sicilia per incoronare il suo sogno. La passione, la tenacia e le sue doti naturali le hanno consentito di accumulare  valide esperienze, al teatro come in tv. Nel 2014 si è aggiudicata il premio come Miglior attrice al Roma Fringe Festival e determinante è stato l’incontro con Lella Costa – “un vero mentore, un’artista a cui devo molto” – con la quale ha recitato nello spettacolo Nuda proprietà. Oggi la ritroviamo in Mozza, un monologo che vede protagonista una giovane donna come lei alle prese con la precarietà della vita. Ecco cosa ci ha raccontato a proposito.

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Come nasce l’idea per lo spettacolo Mozza?

A livello professionale è stato come un test: dovevo riuscire a capire fino a che punto potevo spingermi artisticamente. Discendo da una famiglia di marinai, da sette generazioni di armatori e se non avessi fatto l’attrice il mio sogno sarebbe stato fare lo stesso lavoro di mio padre. Il loro sguardo mi ha sempre affascinata. Solo lo scorso anno mio padre ha acconsentito affinché trascorressi un giorno in barca con lui e in quei momenti ho rilevato quante similitudini potessero esserci tra il loro mestiere e il mio.

Come l’ha immaginata Mozza?

Una giovane donna come tante altre, convinta di essere forte ma piena di debolezze. Mi sono ispirata molto alla realtà. Nello spettacolo assume un ruolo chiave la mancanza del timone, metafora di ciò che viene a mancare a noi giovani quando andiamo via da casa. Siamo convinti di poter conquistare il mondo e poi ci rendiamo conto che nel mare della vita se non abbiamo un timone a guidarci è difficile rimanere a galla.

La prima volta che scrive, dirige e interpreta un testo teatrale. Che sensazioni prova?

La verità? Me la sto facendo sotto! Ho scritto questo testo di getto ed è diventato una sfida. L’idea di dirigerlo mi è venuta spontanea perché meno lo scrivevo avevo già delle immagini forti che m balenavano in testa. Spero in futuro di avere la possibilità di far vedere il mio spettacolo al maggior numero di persone possibile.

Di recente è stata protagonista di una delle puntata di Don Matteo 10, una delle fiction più amate dagli italiani. Che aria si respira sul set?

Un’aria molto serena. Mi ha colpita moltissimo l’umiltà e la generosità di Terence Hill, un vero esempio per noi attori giovani. Credo che la professionalità dell’intero team di Don Matteo sia la chiave del loro successo oltre al fascino che la spiritualità continua ad esercitare sul pubblico.

Presto la vedremo anche in un cortometraggio dedicato a Franca Viola, ci può accennare qualcosa?

Quel progetto è arrivato in un momento critico della mia carriera ed è stato come respirare aria nuova. Franca Viola è la donna grazie al cui operato è stato abolito il matrimonio riparatore. Girare quel corto è stata una delle esperienze più belle di sempre.

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Quanto ha lottato per diventare l’artista che è oggi?

Prima di tutto ho dovuto convincere mio padre che la mia non era solo un’illusione o un capriccio ma che avrei potuto farcela. Solo dopo aver passato i primi provini mi diede l’opportunità di lasciare la Sicilia. Per il resto devo tutto a Emanuela Giordano che è stata la mia maestra. Ho frequentato con lei il mio primo seminario su Alice nel Paese delle Meraviglie, mi scelse tra tanti attori e fino a marzo dell’anno scorso sono sempre andata in tournee con lei.

Che cosa la motiva a fare l’attrice?

Sul palco pur interpretando altre persone mi sento me stessa, mi sento viva e appagata. Negli anni ho acquistato consapevolezza e sono uscita fuori dal guscio. Nella vita di tutti i giorni tendo ad avere difficoltà ad esprimermi ma sul palcoscenico mi muovo in perfetto equilibrio.

Foto: @Valeria Tomasulo