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Ulisse (Carlo Verdone) e Fulvio (Pierfrancesco Favino), due padri separati e spiantati, si incontrano durante la ricerca di una modesta casa in affitto. L’agente immobiliare a cui si rivolgono, Domenico (Marco Giallini), capisce subito che i due versano nelle sue stesse condizioni e gli propone di dividere un appartamento abbastanza malmesso, ma economico. Inizia così la convivenza forzata tra un ex discografico di successo, ormai ridotto a vendere su e-bay vinili e cimeli vari; uno stimato critico cinematografico, attualmente retrocesso alla cronaca rosa e un agente immobiliare che, a causa della mania per il gioco d’azzardo, arrotonda facendo il gigolò, per mantenere le sue due famiglie. Ai tre si aggiunge una splendida quanto comica figura femminile: Gloria (Micaela Ramazzotti), cardiologa con problemi sentimentali, che si imbatte nel trio per soccorrere Domenico, sull’orlo dell’infarto per aver preso troppo viagra.

Ho voluto sinceramente raccontare un’emergenza sociale di oggi, attraverso una commedia (…) con serietà ma anche con efficace ironia.” Carlo Verdone definisce così lo slancio che l’ha portato prima a sceneggiare, insieme a Pasquale Plastino e Maruska Albertazzi, poi a girare il suo ultimo film Posti in piedi in paradiso. Il copione prende le mosse da una situazione che attualmente coinvolge molti uomini: la fatica dei padri separati che, oltre ad avere rapporti complicati con i figli, non riescono a corrispondere l’assegno di mantenimento, un po’ per la crisi e un po’ per le richieste eccessive delle ex mogli. “I figli qui appaiono molto più determinati e maturi dei loro genitori, decisi a non ripercorrere errori e superficialità che hanno vissuto all’interno della loro famiglia”- Affermando ciò Verdone fornisce un altro punto cardine del suo film, ossia la maturità che riscontra nelle nuove generazioni. Il regista romano, padre di due figli di cui uno, Paolo, appare in questo film nei panni dello studioso figlio di Domenico, ha dichiarato di essere sempre in contatto con i giovani, i quali oggi manifestano un bisogno di stabilità maggiore rispetto ai loro padri- “Ed è evidente che il racconto suggerisce un “tifo” manifesto per le nuove generazioni, alle quali affidiamo la rinascita di una dignità ormai smarrita.”- conclude Verdone.

Posti in piedi in paradiso si presenta come un film corale: i personaggi principali sono quattro, tre dei quali uomini. Per non ingessare il film in una visione troppo maschilista, il regista, insieme ai co-sceneggiatori, ha ritenuto necessaria la presenza di un ruolo femminile, affidato a Micaela Ramazzotti. La giovane interprete, pluripremiata nel 2008 per La prima cosa bella di Paolo Virzì, dopo il successo invernale ottenuto con Il cuore grande delle ragazze, ha avuto l’occasione di mettere in mostra tutta la sua vis comica (che sapevamo potesse esplodere da un momento all’altro), aiutata anche dal personaggio che interpreta: Gloria, una donna che vive un disastro sentimentale dopo l’altro e perciò si rifugia in uno stato di svampitezza perenne, ma che non rinuncia mai all’ottimismo nella vita. La caratterizzazione di Gloria denuncia un’ ispirazione o forse un esplicito omaggio a Monica Vitti, attrice che ha contribuito non poco a mantenere alta la qualità della commedia all’italiana. Giallini, sulla sponda opposta, interpreta il mascalzone italiano, a metà strada tra Tognazzi e Sordi. Un ruolo davvero esilarante e ben soppesato. Rimangono l’Ulisse di Verdone e il Fulvio di Favino, due ruoli abbastanza simili, tra loro complementari e meno sopra le righe degli altri due, ma non per questo sottotono. Eliminate le gag gratuite e le risate facili, viene fuori un film fatto di comicità

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