Tuttora, però, ancora non si è certi della paternità dei disegni attribuibili a Caravaggio. Bernardelli Cruz ha affermato: “era impossibile che Caravaggio non avesse lasciato nessuna testimonianza della sua attività durata dal 1584 al 1588 presso la bottega di un pittore all’epoca famoso e ricercato”. Secondo i due storici dell’arte dei cento disegni rinvenuti ottantatre sono stati ripresi nella maturità, “a dimostrazione che il giovane pittore partì da Milano con canoni, modelli, teste di carattere e alcune possibili varianti stilistiche, pronti per essere utilizzati nei dipinti romani”.
Intanto, però, l’assessore alla Cultura Stefano Boeri ha tenuto a precisare: “attiveremo le verifiche necessarie coinvolgendo un selezionato gruppo di specialisti, nel frattempo invitiamo tutti a una grande cautela”. Dunque non resta che attendere gli esiti delle analisi per avere un quadro più completo della situazione. Fatto sta che dove c’è il nome di Caravaggio c’è sempre molto rumore. Di certo non per nulla.