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Senza Limiti, l’illustrazione de I Pirati dei Caraibi

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Qualcuno una volta ha detto “Le leggende durano per sempre” e nel cinema di avventura questo sembra essere il pensiero centrale intorno al quale costruire un film. Seguendo la scia dei film di avventura degli anni ’80 come Indiana Jones, I Goonies, Ritorno al Futuro e La Storia Infinita, la Disney ha dato vita nel 2003 alla saga I Pirati dei Caraibi, una storia divisa in quattro capitoli e un quinto in lavorazione che dovrebbe arrivare nelle sale nel 2014. I Pirati dei Caraibi racconta le avventure del Capitan Jack Sparrow, un pirata stravagante e irresistibile, interpretato da Johnny Depp che con la sua amata Perla Nera, solca i mari e incontra tanti personaggi diversi, appartenenti sia al mondo terreno sia al mondo soprannaturale.

Senza limitiWEB

Giovanni Manna e Laura Manaresi si sono ispirati a I Pirati dei Caraibi per questa illustrazione suggestiva ed evocativa, che sembra tendere ad una dimensione sconfinata e aperta a tutto quello che il Capitan Sparrow e la sua ciurma possono incontrare nel loro cammino. Come sottolinea la didascalia che accompagna la tavola, i sogni possono portarci oltre e in fondo i pirati, come gli esploratori e i grandi conquistatori della storia, non possono essere considerati altro che inguaribili sognatori, mossi in parte dal desiderio di trovare rare ricchezze e in parte da una sete di conoscenza che li porta spesso ai confini del mondo conosciuto.

CLIP DEL FILM 

 

Il cinema e la scrittura sono le compagne di viaggio di cui non posso fare a meno. Quando sono in sala, si spengono le luci e il proiettore inizia a girare, sono nella mia dimensione :)! Discepola dell' indimenticabile Nora Ephron, tra i miei registi preferiti posso menzionare Steven Spielberg, Tim Burton, Ferzan Ozpetek, Quentin Tarantino, Hitchcock e Robert Zemeckis. Oltre il cinema, l'altra mia droga? Le serie tv, lo ammetto!

Festival

Wolfs: video recensione in anteprima da Venezia 81

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La recensione di Wolfs (Foto: Ufficio stampa) – NewsCinema.it

A Venezia 81 è stato presentato in anteprima il film Wolfs con Brad Pitt e George Clooney in uscita su Apple TV+ il 27 Settembre. Lo abbiamo visto in anteprima ed ecco qui la nostra recensione.

Diretto da Jon Watts, l’action-comedy Apple intitolata Wolfs è stata presentata fuori concorso all’81esima Mostra di Venezia. I protagonisti Brad Pitt e George Clooney hanno mandato in tilt il Lido con tantissimi fan di ogni generazioni che si sono accampati intorno al red carpet e non solo per sperare in una foto o in un autografo.

Noi abbiamo visto in anteprima il film come prima proiezione della giornata il 1° Settembre e abbiamo registrato le prime impressioni a caldo in una video recensione che potete vedere qui sotto.

La video recensione di Wolfs

Wolfs: la trama del film

Clooney interpreta un fixer professionista assunto per coprire un crimine in casa di un’importante funzionaria newyorkese. Quando sulla scena si presenta un secondo risolvi-problemi (Brad Pitt), i due “lupi solitari” si ritrovano, loro malgrado, a lavorare insieme.

Facendo i conti con l’età, i due professionisti si rimettono in gioco durante una notte infinita ricca di imprevisti tra le strade di una grande metropoli.

Brad Pitt e George Clooney in Wolfs

Brad Pitt e George Clooney in Wolfs (Foto: Ufficio stampa) – Newscinema.it

Nel corso di una notte esplosiva, scoprono che la faccenda sta per sfuggirgli di mano in modo completamente inaspettato. Pertanto dovranno mettere da parte i loro dissapori e il loro ego per portare a termine il lavoro.

Il regista si diverte a mettere le due grandi star al centro della scena con dialoghi pungenti e simpatici, e situazioni imprevedibili. Il cast stellare include anche Amy Ryan, Austin Abrams, Poorna Jagannathan, Richard Kind e Zlatko Burić.

Un’avventura di intrattenimento ricca di ironia che sicuramente punta molto sulla coppia protagonista che ci riporta ai tempi della serie Ocean’s unendo azione e divertimento.

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Festival

A Venezia 81 l’illuminante documentario One to One: John and Yoko di Kevin McDonald

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One to One a Venezia 81

One To One: John e Yoko a Venezia 81 (Foto: ufficio stampa) – Newscinema.it

Il documentario One To One: John And Yoko di Kevin Macdonald è stato presentato in anteprima a Venezia 81 fuori concorso. Lo abbiamo visto ed ecco cosa ne pensiamo.

Siamo alla fine del 1971 e John Lennon e Yoko Ono si sono trasferiti in un appartamento nel Greenwich Village a New York City. Il documentario di Kevin Macdonald parte dal concerto di beneficenza denominato One to One che si è rivelato essere l’ultimo spettacolo dal vivo dell’ex membro dei Beatles.

Realizzato in collaborazione con Lennon Estate, One To One è incentrato su un determinato periodo turbolento della storia americana in cui la coppia di artisti si è inserita. Fervidi attivisti, i due portavano avanti la loro musica ma anche le loro idee di rivoluzione e libertà che spesso davano fastidio al governo e a una determinata politica.

Macdonald ipotizza che Lennon e Ono si sintonizzassero sui tempi tramite un televisore nel loro appartamento, sbalorditi dalle possibilità delle notizie multicanale.

Il documentario One to One a Venezia 81

Esattamente un anno dopo il documentario su John Galiano, il regista porta a Venezia 81 One To One, conquistando lo spettatore attraverso un racconto ricco di materiale di repertorio, filmati familiari inediti, registrazioni di telefonate personali, interviste ed estratti di concerti affollati.

Il grande lavoro di ricerca si nota chiaramente e il lavoro di montaggio è perfetto, costruendo un viaggio umano, sociale e storico di grande interesse per tutti. Macdonald e il co-regista/montatore Sam Rice-Edwards hanno assemblato 100 minuti frenetici che si sommano a un’impressione che non colpisce mai nel segno.

Sebbene sia un’impresa notevole, in particolare dal punto di vista del montaggio, c’è anche qualcosa di simile a un laboratorio nel saccheggiare l’archivio da lontano e imporre una struttura così artificiale. C’è anche una preoccupante questione di indipendenza.

L’America di Nixon, l’orrore del Vietnam e voglia di libertà

Le registrazioni di messaggi vocali e programmi tv con un John e Yoko palesemente più felici e rilassati vengono utilizzati come strumento di navigazione per i turbolenti Stati Uniti d’America, mentre Nixon si candida per il suo secondo mandato e le proteste contro la guerra e il razzismo continuano. Lennon e Ono erano incredibilmente sinceri nel loro attivismo, ma non molto mirati.

Il regista ricrea l’interno del piccolo appartamento al 105 di Bank Street e il televisore che ronza Allen Ginsberg, il loquace Jerry Rubin, l’ossessivo AJ Weberman, le pubblicità rosa della Chevrolet e ogni conduttore di talk show dei primi anni 70. Questo film ritmato e psichedelico rientra molto nelle competenze di Macdonald. I ritmi sono intenzionalmente stridenti, per rispecchiare le energie frenetiche del 1971-73. Non c’è un’ambientazione o una cronologia particolare.

Il concerto One To One al Madison Square Garden è solo una parte di un fermento che include Nixon e le riprese sanguinose dei feriti in Vietnam; le morti nella prigione di Stato di Attica e la campagna per liberare John Sinclair; AJ Weberman che rovista nei bidoni della spazzatura di Bob Dylan; due canzoni a gola spiegata di Yoko Ono, per intero; e una gag ricorrente sulle mosche. Macdonald è un regista prolifico e affermato. One To One è interessante, provocatorio e adatto al grande pubblico.

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Festival

Venezia 81: Babygirl, conferenza stampa | Nicole Kidman: “Un film sul desiderio femminile”

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babygirl venezia 81

Nicole Kidman presenta Babygirl a Venezia 81 – NewsCinema.it

A Venezia 81 Nicole Kidman è la protagonista del thriller in Concorso Babygirl, ha presentato il film in conferenza stampa assieme alla regista olandese Halina Reijn e il resto del cast, composto da Harris Dickinson, Antonio Banderas e Sophie Wilde. Ecco tutti i dettagli

La protagonista indiscussa del programma di oggi, venerdì 30 agosto, alla 81ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia, è senza dubbio Nicole Kidman. La star australiana torna al Lido in Concorso con il provocatorio Babygirl, thriller diretto dalla regista olandese Halina Reijn.

Questa volta, l’attrice premio Oscar interpreta una potente amministratrice delegata che inizia una torbida relazione con Samuel (Harris Dickinson, Triangle of Sadness), uno stagista molto più giovane di lei.

Presenti alla conferenza stampa anche gli altri membri del cast, nonché l’acclamato Antonio Banderas e l’emergente Sophie Wilde (Talk to me). Tra gli spinosi temi affrontati, spuntano anche il desiderio, la raffigurazione del corpo femminile e la lotta tra il bene e il male. Di seguito, tutti i dettagli emersi durante l’incontro con la stampa.

Nicole Kidman e Halina Reijn sul desiderio femminile tra corpi, potere e consenso

Babygirl è un film che pone l’erotismo al centro. Qual è il linguaggio più corretto per affrontare un tema del genere? Nicole Kidman sorride con sicurezza e prende subito la parola: “Il film parla di sesso, desiderio, pensieri intrusivi, verità, potere e consenso. Il linguaggio per affrontare il sesso è sempre complicato. In questo caso, abbiamo la storia di una donna, raccontata da una regista donna. Ed è questo che ha reso questo film unico, per me. Il fatto che ci fosse una donna con in mano questo materiale”.

Halina Reijn non può che essere d’accordo: “È stato un onore lavorare a questo progetto. Sono orgogliosa di aver diretto un film sul desiderio femminile. Sono felice di parlarne oggi e di poterlo fare a Venezia. Parlare del rapporto col il proprio corpo è importante. Parlare dell’orgasmo femminile è altrettanto importante“.

Il film esplora i limiti della femminilità

Anche l’attrice più giovane del tavolo è d’accordo. Secondo Sophie Wilde, infatti, “Il film esplora i limiti della femminilità“.

Ed è proprio la giovane età di Wilde unita all’incredibile talento che la contraddistingue, ad aver spinto la regista ad affidarle le battute più significative del film. “Ho scelto di dare al personaggio di Sophie le battute più autentiche del film, sperando che ispirino i giovani“.

babygirl

Babygirl a Venezia 81 (Foto: ufficio stampa) – NewsCinema.it

Babygirl richiama l’erotismo dei thriller anni Novanta

Il film in Concorso di Halina Reijn, inevitabilmente, ci riporta ai classici thriller erotici degli anni Ottanta e Novanta. Titoli che, in un certo senso, spesso e volentieri “punivano” le donne per la loro libertà, cosa che in Babygirl ovviamente non avviene.

Uomini o donne, siamo tutti essere umani, con diversi pensieri e bestie che vivono dentro di noi“, dice non a caso la regista. “Io non credo in buono o cattivo, credo in entrambi. Sopprimere l’uno o l’altro è pericoloso, è per questo che non voglio punire nessuno dei miei personaggi“.

Halina era sempre pronta ad aiutarci, a sfidarci

Lotta tra bene e male che si riflette anche nella parte maschile del film. Ne ha parlato anche lo stesso Harris Dickinson a proposito del suo personaggio: “Samuel rappresenta la classica confusione che un giovane uomo può vivere. Confusione nel corpo, nei modi, in tutto. Halina era sempre pronta ad aiutarci, a sfidarci. Penso che questo abbia aperto un nuovo mondo, sia per il film che per me. È stato un onore lavorare con queste leggende“, dice il giovane attore indicando Nicole Kidman e Antonio Banderas. “E con Sophie“, aggiunge poi con ironia.

Antonio Banderas: “Le scene di sesso? È importante lavorare in uno spazio sincero e sicuro”

Antonio Banderas, dal canto suo, ha raccontato che cosa l’ha convinto a partecipare al film: “Quando ho letto la sceneggiatura, ho capito si trattava di un’opera coraggiosa. Il film è sulla natura, sull’istinto. E non c’è niente di democratico sulla natura e sull’istinto. Non abbiamo chiesto di nascere, semplicemente siamo attaccati a quello che siamo. La regista ci ha dato tanta libertà e sono onorato di aver partecipato a questo progetto così libero“.

Un film libero, disturbante, contorto e ricco di sequenze esplicite. Sempre Banderas ci tiene ad aggiungere: “Sono scene delicate ma con un ritmo da seguire e con una certa tensione da mantenere. In questi casi, è importante che tutti lavorino bene, insieme e con gentilezza, in uno spazio sincero e sicuro“.

Sono orgogliosa di partecipare a un Festival del genere, soprattutto con così tante donne al comando. Le cose stanno cambiando

E a proposito di rapporti complicati, viene spontaneo domandarsi se la difficile relazione tra femminile e maschile di Babygirl richiami in qualche modo un’altra complessa relazione portata sullo schermo sempre da Nicole Kidman: quella tra Celeste Wright e Perry Wright (Alexander Skarsgård) in Big Little Lies di HBO.

È la medesima attrice a chiarire le cose: “Guardando Babygirl, ognuno potrebbe avere interpretazioni differenti. Io voglio sempre esaminare le donne sullo schermo, che cosa significa essere umani. Big Little Lies è molto diverso. Questo film mi lascia esposta e spaventata. Ma anche molto orgogliosa di partecipare a un Festival del genere, soprattutto con così tante donne al comando. Le cose stanno cambiando“.

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