“Tuttavia Roma è la mia città. Talvolta posso odiarla, soprattutto da quando è diventata l’enorme garage del ceto medio d’Italia. Ma Roma è inconoscibile, si rivela col tempo e non del tutto. Ha un’estrema riserva di mistero e ancora qualche oasi”. Ennio Flaiano, scrittore e sceneggiatore nato a Pescara nel 1910 ma trasferitosi a Roma all’età di dodici anni, la conosceva bene la città capitolina. Ed infatti sapeva che Roma è una città misteriosa e stravagante, capace di sorprendere sempre. E questa sua natura non si è smentita neanche nei giorni scorsi, quando, durante gli scavi del cantiere della linea 3 del tram, a poca distanza dalla Piramide Cestia, è stata ritrovata una necropoli. Uno scheletro con le braccia conserte, risalente a diciotto secoli fa, pezzi di anfore, tracce di sepolture, ossa, crani: questo è quel che è stato rinvenuto agli inizi di marzo, tanto che i primi oggetti repertati portano la data del 5 di questo mese. Dalle prime indagini i resti risalirebbero al I – II secolo d.C. Rita Pozzato, una delle addette alla vigilanza dei cantieri Atac, ha spiegato: “Da qualche giorno mi ero insospettita dell’andirivieni degli operai della ditta dal deposito di via Collatina dove lavoro. Dopo un po’ mi sono accorta che parlottavano fra di loro, citando un cimitero o qualcosa di simile…”.
Che Roma nasconda nel suo ventre tesori secolari è cosa nota. D’altra parte la bellezza della Capitale è anche questa, saper custodire i segreti della propria città, lasciando all’oscuro i passanti che quotidianamente si muovono a grandi velocità sul suo suolo. E, magari, qualche volta, attraversando la metropoli sulla linea del 3 ripenseremo a cosa è capace di nascondere Roma, noncuranti del traffico delle automobili.