Recensioni
Ammonite | Alla Festa del Cinema di Roma l’atteso titolo che non convince
Ammonite è la storia di Mary Anning (Kate Winslet), paleontologa britannica molto rinomata ma poco considerata nel mondo scientifico, popolato e governato da soli uomini. Da quando poi si dedica alla madre, ormai anziana, non ha più molti stimoli. Quando irrompono nel suo negozio i coniugi Murchinson (James McArdle e Saoirse Ronan), la sua routine cambierà irrevocabilmente.
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La pellicola diretta da Francis Lee è stata presentata alla 15esima edizione della Festa del Cinema di Roma, oltre che al Toronto Film Festival, ed è vagamente ispirata alla reale figura della Anning, vissuta tra la fine del Settecento e metà Ottocento.
Ammonite | Storie di solitudini che si incontrano e si incrociano nella prima metà dell’Ottocento
Mary e Charlotte sono donne estremamente sole. Nessuna delle due per propria scelta, ma perché i casi della vita a volte sanno essere molto duri. La prima soffre ancora a causa di un rifiuto risalente a un periodo passato; la seconda vorrebbe tornare a provare una qualche emozione, ma il lutto che l’ha colpita e l’uomo alla quale è sposata non glielo permettono.

Ecco allora che dall’incontro cambia qualcosa per entrambe, un meccanismo a lungo inceppato si sblocca, scatta una strana e inaspettata scintilla. Il tutto avviene in maniera sin troppo lento e graduale, tanto che per buona parte della pellicola si avverte la sensazione di essere in una sorta di limbo. Se non che, nel momento clou, i sensi esplodono e nulla sarà più come prima.
Tra attrazione e sofferenze, i sentimenti travolgono come un fume in piena
Il sentimento travolge le protagoniste come un fiume in piena, eppure, ad eccezione di alcune scene alquanto spinte, non arriva a toccare lo spettatore. Si resta estranei a quanto accade sullo schermo, poco partecipi delle vicende che ivi prendono forma. Probabilmente si deve anche alla costruzione di queste due figure non proprio coinvolgenti.
Mary è chiusa nel suo dolore e nella sua routine, di cui sembra essersi fatta lei stessa schiava; Charlotte all’opposto appare talvolta incomprensibilmente “su di giri”. Manca quindi un appiglio forte e solido per far sì che scatti una qualche forma di attrazione o interesse alla storia.

Eppure le basi per una buona riuscita il progetto le dimostrava tutte. Ammonite risulta invece un melodramma in costume dei più banali, monotoni, pesanti. La lunghezza della pellicola (118 minuti) non aiuta la fruizione, sebbene sia forse necessaria al tipo di sviluppo prescelto per la narrazione.
Nonostante le premesse, Ammonite non convince
La Winslet e la Ronan hanno senza dubbio dato prove migliori nel corso della loro carriera, ma il problema sta nella sceneggiatura e non nelle loro interpretazioni. Entrambe svolgono il compito a loro assegnato come sanno fare, ma non è sufficiente.
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Sia però chiaro che il progetto ha delle potenzialità intrinseche, e chiunque riuscisse a trovare un aggancio di qualsivoglia tipo potrebbe anche ricavarne del piacere. A livello stilistico, visivo, per esempio, il film è più che notevole. Ciò in cui è carente è purtroppo il contenuto. Ed è una grave mancanza.
L’unica scena davvero di impatto è forse quella di chiusura, dentro la quale tutti gli elementi convergono a trasmettere un’emozione.
Recensioni
Louis Tomlinson. All of Those Voice: agli 1D alla carriera solita | La recensione

La locandina di Louis Tomlinson. All of Those Voices
3.5
Punteggio
In anteprima al cinema, in contemporanea all’evento mondiale, mercoledì 22 marzo 2023, Louis Tomlinson. All of Those Voices è l’atteso film-documentario incentrato sulla storia e sulle vicende di uno dei membri degli amatissimi One Direction. Distribuito da Nexo Digital, il film torna in sala il 25 e il 26 marzo.
Ripercorrendo le tappe che lo hanno condotto dalla giuria di X-Factor ai palcoscenici di tutto il mondo, Louis Tomlinson si racconta e si svela davanti alla macchina da presa. Ne risulta un viaggio emozionante, pieno di sorprese e di messaggi positivi.

Louis Tomlinson – Fonte Foto: Ansa
Diretto da Charlie Lightening, già regista di As It Was, Louis Tomlinson. All of Those Voices porta i fan a distanza ravvicinata dalla figura dell’artista. Originario di Doncaster, classe 1991, Louis ha fatto parte, per cinque anni, di una delle boyband più fenomenali di sempre.
Era il 2010, quando i giudici di X-Factor decisero di unirlo a un gruppo di altri ragazzi – Niall Horan, Zayn Malik, Liam Payne e Harry Styles – donandogli una nuova, irripetibile e imperdibile, occasione.
Da quel momento, il nome One Direction è entrato nelle case di milioni di persone, creando un vero e proprio fenomeno mondiale. Album venduti, classifiche scalate, concerti sold out. La realtà dell’allora diciannovenne Louis è cambiata per sempre.
Louis Tomlinson. All of Those Voices | Il racconto post One Direction
Nonostante il successo, la fama e le soddisfazioni, il percorso della boyband si è concluso sin troppo presto, lasciando in Louis sentimenti complessi e contraddittori. Il documentario mostra bene quanto il ragazzo abbia sofferto in seguito alla decisione di sciogliere il gruppo.
Dopo la fatica nel tentativo di trovare un suo posto all’interno della band, veder cancellato tutto il lavoro e le possibilità lascia una sensazione di amarezza, delusione, smarrimento. Circondato da amici sinceri e da una famiglia numerosa e molto unita, Louis ritrova la sua strada.
Ma non mancano le difficoltà, lungo il percorso, attraverso le quali è facile comprendere la grande umanità che lo caratterizza. Louis Tomlinson appare un giovane come tanti, con un sogno e con un dono, ma anche con delle qualità da non dare per scontate.
Un omaggio che è anche un regalo
Umile, sensibile, riconoscente e generoso, l’artista sa bene quali sono i valori da onorare e tramandare. Il progetto diviene così, al tempo stesso, un omaggio alla figura di un giovane cantautore e un regalo fatto ai fan, che hanno la possibiltà di conoscerlo più a fondo, di scoprirne il lato più intimo, e di entrarvi, se possibile, ancora più in sintonia.
Le vicende di Louis Tomlinson fanno riflettere su quanto sia importante creare legami veri, basati sulla condivisione e sulla fiducia, su come il successo non sia esattamente alla portata di tutti, ma bisogna guadagnarselo, senza mai dimenticare le responsabilità e la gratitudine nei confronti di chi lo sostiene. Godiamocela finché dura.
Usando filmati casalinghi, interviste e backstage, Louis Tomlinson. All of Those Voices racconta una storia emblematica ed emozionante, dai quali i fan rimarranno estasiati. Ma attenzione, anche chi ha poca dimestichezza con gli One Direction e con una simile realtà, potrà trovare spunti non indifferenti.
Recensioni
Un fantasma in casa: la recensione del nuovo film con David Harbour

David Harbour e Anthony Mackie in Un fantasma in casa
3.3
Punteggio
Disponibile su Netflix e diretto da Christopher Landon, Un fantasma in casa è una divertente commedia, a metà tra l’horror e il sovrannaturale, con David Harbour protagonista. La pellicola si basa sul racconto breve di Geoff Manaugh, intitolato Ernest.
Sulla falsariga di film come Sospesi nel tempo e S.O.S. fantasmi, Un fantasma in casa riprende le suggestioni del passato e le adatta ai tempi moderni. Gli elementi classici, alla base di progetti come questo, ci sono tutti.

Erica Ash e David Harbour in una scena di Un fantasma in casa
A partire da una casa infestata, un evento tragico che ha scatenato l’apparizione del fantasma, una famiglia ignara che si ritrova, suo malgrado, a fare i conti con la presenza sovrannaturale, una risoluzione dal quale trarre conclusioni non scontate.
Come appare chiaro, la nuova proposta di Netflix sfrutta la popolarità dei nomi del cast: in primis quello di David Harbour, amatissimo protagonista di Stranger Things, a cui si affiancano il supereroe Marvel, Anthony Mackie, e la star di The White Lotus, Jennifer Coolidge.
Una piccola curiosità riguarda la scelta di Harbour per la parte del fantasma. Pare, infatti, che l’attore abbia accettato di buon grado, ma non senza timori, la sfida di interpretare un ruolo che non prevedeva l’uso della parola.
Un fantasma in casa | La trama del film su Netflix
Un anno dopo la fuga dei precedenti proprietari, la famiglia Presley finisce per trasferirsi in una casa molto accogliente, luminosa, ampia, ma popolata da un fantasma di nome Ernest (Harbour). Se il figlio maggiore, Fulton (Niles Mitch), sembra adattarsi molto facilmente, anche grazie al suo inseparabile smartphone, per il minore, Kevin (Jahi Winston) le cose non vanno così lisce.

Jahi Winston, Isabella Russo e David Harbour in Un fantasma in casa
In seguito all’ennesima discussione con il padre (Mackie), il ragazzo sale in soffitta, deciso a esplorare la sua nuova abitazione e, probabilmente, a trovare uno spazio che sia solo suo. Qui fa il suo primo incontro con Ernest. Ma, piuttosto che esserne spaventato, l’apparizione lo diverte molto e gli fa perdere di vista la rabbia nei confronti del genitore.
È così che si instaura tra i due un rapporto di amicizia e confidenza, che spingerà poi Kevin a scoprire la storia di Ernest, di modo da potergli dare finalmente un po’ di pace e liberarlo dalla sua prigionia.
Dalla commedia ai temi importanti
Un fantasma in casa parte dall’essere una semplice commedia, per arrivare a parlare di tematiche più importanti. Un esempio su tutti è, senza dubbio, il discorso della famiglia, della genitorialità e del rapporto tra padre e figli. Non a caso, lo stesso Ernest si rivelerà, nel corso della narrazione, un padre a sua volta.
Quando nasce un figlio, cambia completamente la percezione di colui o colei che diventa genitore, Da quel momento, ogni gesto, pensiero e decisione verrà guidato dal desiderio di proteggere e rendere felice. Ma non è sempre tutto così immediato e naturale.
L’amicizia tra Ernest e Kevin non fa che mettere in luce alcune delle difficoltà affrontate sia dall’adulto che dal teenager. Il punto di incontro esiste, ma servono tanto impegno, pazienza e volontà, per raggiungerlo e renderlo stabile.
L’horror che diverte
Mentre si parla di famiglia e si mostrano le dinamiche all’interno di una casa all’apparenza serena, la storia va avanti anche seguendo la linea thriller. Ed è, forse, questa commistione a rendere il progetto godibile e accattivante da diversi punti di vista.
Da non sottovalutare, inoltre, l’utilizzo degli effetti speciali, che permette di giocare con i generi cinematografici in maniera piuttosto intelligente. Punte di horror vengono toccate in alcuni (pochi) momenti, e ricordano cult come La morte ti fa bella. Ovviamente, a farla da padrona è la chiave comica, sebbene si apprezzino simili inserti.
Recensioni
What’s Love? recensione | Il film romantico e multiculturale con Lily James

ShazadLatif e Lily James in What’s Love?
3.9
Punteggio
In uscita, nelle sale italiane, giovedì 16 marzo 2023, What’s Love? è il nuovo film di Shekhar Kapur, con Lily James ed Emma Thompson. Una commedia romantica dal tocco british, con un pizzico di Bollywood, che regala emozioni semplici e genuine.
A distanza di quasi 15 anni dal precedente lungometraggio, dal titolo New York, I Love You (2008), il cineasta indiano torna dietro la macchina da presa. Lontano da opere storiche ed epiche, quali per esempio Elizabeth (1998) e Le quattro piume (2002), Shekhar Kapur realizza una romcom assolutamente godibile.

Una scena di What’s love?
What’s Love? ha tutte le carte in regola per attrarre un’ampia fetta di pubblico, soprattutto femminile. Il punto di forza sta, sicuramente, nella scrittura, brillante e intelligente, che ben fotografa un preciso e realistico spaccato di vita.
Protagonista della pellicola, distribuita nelle sale italiane da Lucky Red, è la britannica e apprezzata Lily James. Smessi i pomposi abiti di Cenerentola, l’attrice 34enne si è imposta all’attenzione con il ruolo di Lady Rose Aldridge in Downton Abbey. Qui interpreta Zoe, una giovane documentarista alle prese con un progetto che dovrebbe determinarne la svolta in carriera.
Al suo fianco, una veterana come Emma Thompson, in una delle sue parti migliori. A lei si devono, infatti, alcuni dei momenti e delle battute migliori. Simpatica e travolgente, l’attrice veste i panni della madre di Zoe, Cath. Completa il cast, il londinese e poco noto (in Italia) Shazad Latif, al quale spetta il compito di far vacillare i sentimenti della protagonista.
What’s Love? | La trama del nuovo film di Shekhar Kapur
Zoe (James) ha una passione smisurata per il suo lavoro, oltre al talento e all’intraprendenza. In cerca di una nuova idea da proporre ai suoi finanziatori, si lascia intrigare dalla situazione del suo migliore amico, Kazim (Latif). Vivendo uno accanto all’altro, in un grazioso sobborgo di Londra, i due sono letteralmente cresciuti insieme.

Shazad Latif e Lily James in What’s love?
Kazim sa tutto di Zoe, come lei sa tutto di lui. O almeno così credeva. Quando scopre che l’uomo sta per prendere moglie, si sente, in qualche modo e inconsciamente, messa da parte, e decide di saperne di più. Convinto dai genitori, Kazim ha, infatti, accettato un matrimonio assistito. Zoe coglie al volo l’occasione e chiede all’amico di poter riprendere tutte le varie fasi dell’organizzazione.
Nel corso delle ripresa e della ricerca, tra i due verranno fuori sentimenti inaspettati e latenti, che porteranno non poco scompiglio nelle rispettive vite e famiglie.
Dalla Festa del Cinema di Roma, un romanticismo non scontato
Presentato nella sezione Grand Public, alla 17esima edizione della Festa del Cinema di Roma – dove si è aggiudicato il Premio Ugo Tognazzi alla Migliore commedia – What’s Love? si rivela una commedia sicuramente sopra la media del genere. Il merito va rintracciato, innazitutto, nell’ottima resa di una realtà multiculturale e moderna.
Zoe e Kazim appartengono a due famiglie diverse tra loro, ma capaci di convivere e condividere, nel massimo della serenità e della gioia. Il fatto di essere cresciuti insieme, permette ai due protagonisti di conoscersi meglio di quanto credono. Nel corso delle vicende, riflessioni naturali e comuni vengono a galla: è davvero possibile l’amicizia tra uomo e donna? Vale la pena rischiare un rapporto solido e bello per qualcosa di ignoto e, probabilmente, fallimentare? Come potersi fidare di ciò che si sente?
In poco più di 100 minuti, la pellicola propone una risposta a queste domande. Ed è, ovviamente, una risposta romantica, piena di speranza, ma non del tutto scontata.
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