Attenti a quelle due, un remake dal sapore fin troppo superficiale
Lonnie (Rebel Wilson) frequenta compulsivamente chat per incontri alla ricerca di un uomo, ma lo schema è sempre lo stesso e ogni volta il momento dell’appuntamento si rivela un attimo atroce di frustrazione di fronte alla delusione dei potenziali partner che non apprezzano il suo fisico “formoso”. Per reazione o forse proprio per vendetta, la squattrinata Lonnie ha così dato vita a una sorta di stratagemma per spillare soldi ai malcapitati, convincendoli a sganciare somme per sopperire alle spese e disgrazie (sempre diverse) di una presunta sorella ben più “gnocca” di lei. Uno stratagemma apparentemente vincente e che si basa sul concetto lampante di una razionalità maschile messa facilmente fuori gioco dalla debolezza innescata da una potenziale super-preda da conquistare.
Josephine (Anne Hathway) ha invece classe da vendere e tutti i numeri giusti (fisici e mentali) per raggirare ogni uomo facoltoso che si trovi sul suo cammino. Affinando tecniche e strategie, e con il supporto di due fidi “aiutanti” è diventata così una delle truffatrici più chic e ricche di sempre, con quattrini e gioielli di ogni tipo, senza contare la paradisiaca megavilla affacciata sulla costa azzurra. Finite per caso una sulla strada dell’altra, le due truffatrici proveranno a mettersi in affari, anche se poi il business del raggiro del prossimo – si sa – non ammette più di tanto il gioco di squadra.
Remake de I due figli di Frank Oz del 1988, a sua volta remake de I due seduttori del 1964 di Ralph Levy, Attenti a quelle due di Chris Addison pare purtroppo essere la versione impallidita (più che sbiadita) dell’idea del film originale. Nel passaggio dalla coppia David Niven e Marlon Brando alla coppia Michael Caine e Steve Martin per finire infine con questa rivisitazione tutta al femminile che vede come due protagoniste Anne Hathaway e Rebel Wilson, la connotazione ironica della storia sembra infatti essere in un certo senso ammodernata e “traviata”. Costruito su un divertissement assai greve e sboccato che si fonda in primis sulla discriminazione fisica tra le due protagoniste, che si riempie strada facendo di una serie di battutacce a sfondo sessuale e si chiude in un buonismo di pacificazione fuori tempo massimo, Attenti a quelle due ha in effetti il gravissimo problema di viaggiare su una superficialità a dir poco inconcludente.
Nella mala-condotta, nei vizietti, e nel fondamentale sfruttamento della debolezza emotiva o del sentimento di compassione altrui, il film di Chris Addison opera infatti sul filo sottile dell’ironia del bullismo senza mai trovare un approfondimento di contenuti che possa (in qualche modo) generare una riflessione in più, una risata sincera o una partecipazione convinta di fronte alla storia.