Encanto | i registi ci svelano i segreti del nuovo film Disney

Prima di scegliere l’ambientazione o immaginare i personaggi del film, i filmmaker di Encanto, il 60esimo lungometraggio originale dei Walt Disney Animation Studios, avevano già deciso quale sarebbe stato il cuore del loro nuovo progetto: la famiglia. Il film Disney, in arrivo il 24 novembre nei cinema italiani, esplora le delicate e complesse relazioni che esistono all’interno di tutte le famiglie e cerca una propria universalità raccontando di una cultura molto specifica (quella colombiana).

Ne abbiamo parlato con i registi del film: Jared Bush e Byron Howard (premi Oscar per Zootropolis) e Charise Castro Smith, sceneggiatrice (The Haunting of Hill House) e autrice di una pièce teatrale (Feathers and Teeth) che ha conquistato immediatamente i suoi due colleghi, che dopo averla letta hanno immediatamente voluto conoscerla e coinvolgerla.

Encanto | i segreti del nuovo film Disney

“Abbiamo pensato che sarebbe stato meraviglioso raccontare una storia che non parlasse soltanto di due personaggi, ma di una grande famiglia allargata”, spiega Byron Howard. “Volevamo celebrare le dinamiche complesse che caratterizzano le grandi famiglie e cercare di comprendere il loro  funzionamento. Quanto conosciamo i nostri famigliari? E loro quanto ci conoscono?”.

Se generalmente i film Disney hanno due o tre personaggi principali che intraprendono un grande viaggio o una grande avventura, Encanto è il primo lungometraggio dello studio ad avere su schermo ben dodici comprimari – i membri della famiglia Madrigal – che vivono insieme in una casa (magica) tra le montagne della Colombia, dove si svolge quasi tutta la narrazione. Il numero di personaggi principali – il più alto in un lungometraggio Walt Disney Animation Studios – ha richiesto quindi dei progressi nella tecnologia utilizzata per realizzarli. Tutti indossano costumi molto dettagliati e di tutti deve poter emergere la propria unicità estetica (emblematiche della diversità culturale che il film vuole rappresentare sono le loro capigliature e le sfumature nel colore della pelle).

La Colombia come crocevia dell’America Latina

La scelta della collocazione geografica della narrazione non è casuale. La Colombia ha infatti ispirato l’immaginazione dei filmmaker di Encanto molto tempo prima che visitassero il Paese. “Sapevamo che la nostra storia sarebbe stata incentrata su una famiglia e questo ci ha condotto all’America Latina, in cui i legami familiari sono ancora saldi”, spiega Jared Bush.

“Volevamo trovare un luogo in cui ci fossero tanti tipi diversi di persone ed etnie e la Colombia è un meraviglioso crocevia dell’America Latina. Tra i consulenti del film abbiamo coinvolto anche due documentaristi (Juan Rendon e Natalie Osma, ndr) che avevamo conosciuto quando stavano lavorando ad un making of di Zootropolis. I due, che sono entrambi colombiani, si sono subito appassionati all’idea di ambientare Encanto nel loro Paese natale”. La topografia della Colombia (tre catene montuose separate da diverse valli e da due fiumi molto grandi) creò infatti popolazioni molto differenti all’inizio del XX secolo, determinando una grande varietà di identità culturali, ognuna con le proprie specificità. 

Il team del film è stato consigliato dal Colombian Cultural Trust, che ha aiutato la produzione a rappresentare nel modo migliore elementi grandi e piccoli della cultura colombiana, dal modo più appropriato di grigliare una pannocchia ai dettagli riguardanti la gestualità delle mani.

Il realismo magico

Ad ispirare gli autori del film è stato soprattutto il genere letterario del realismo magico (così come le storie di Gabriel García Márquez e di Isabel Allende). Anche se molti dei personaggi di Encanto hanno dei poteri magici, i filmmaker volevano che questi doni non apparissero come qualcosa di completamente estraneo alla realtà. L’obiettivo del team creativo era infatti quello di rendere i personaggi interessanti per le loro caratteristiche “reali”, come se si stesse raccontando la storia di una famiglia senza poteri, come se il loro mondo non fosse davvero magico.

“Volevamo basarci su archetipi familiari che tutti noi conosciamo. Quello della figlia perfetta, della roccia della famiglia, dell’emarginato, andando però al di là di ciò che appare in superficie”, ci dice Charise Castro Smith. “Conoscere le persone per quello che sono realmente penso sia fondamentale in un tempo in cui spesso, anche attraverso i social network, ci capita di confrontarci con la vita degli altri, che appare sempre migliore e più entusiasmante della nostra. Si può pensare di non essere abbastanza. La protagonista di Encanto è circondata da persone che hanno poteri incredibili, ma lei ne è sprovvista. Il suo viaggio consiste nell’accettare il proprio valore intrinseco”.

La “casita” danzante e le canzoni di Lin-Manuel Miranda

Howard e Bush speravano di realizzare un nuovo film insieme dopo Zootropolis, ma non uno qualunque, bensì “il musical latino-americano definitivo”. “Dopo Zootropolis  avevamo voglia di realizzare un musical”, afferma Howard. “Siamo musicisti, quindi siamo cresciuti amando quel tipo di cinema. Jared aveva appena terminato di lavorare ad Oceania e aveva avuto un’ottima esperienza lavorativa con Lin-Manuel Miranda (premio Pulitzer per Hamilton, uno dei più popolari musical di Broadway), quindi ci è sembrato naturale coinvolgerlo in questo progetto”. 

Le sequenze cantate sono fra le più dinamiche del film: una sfida tutt’altro che facile per il team il animatori, che hanno dovuto animare contemporaneamente i tanti personaggi e gli oggetti di una casa che, essendo magica, non si limita ad essere sfondo per le coreografie, ma si inserisce attivamente in esse. Per questo è stata fornita agli animatori la possibilità di creare un rigging ad hoc per ogni oggetto di scena, creando un programma che permettesse loro di aggiungere dei comandi su un oggetto per poterlo animare. Hanno potuto così fornire dei comandi a qualunque oggetto: dalle tegole sul tetto, ai ciottoli nel giardino. Una possibilità che i tecnici Disney hanno creato specificamente per questo film, ma che probabilmente continuerà ad essere utilizzata in futuro. 

Al cinema dal 24 novembre

Nella versione italiana del film prestano le proprie voci il cantautore e musicista Alvaro Soler nel ruolo di Camilo, il cugino di Mirabel con il potere di cambiare il proprio aspetto per trasformarsi in chiunque voglia; l’attore e regista Luca Zingaretti nei panni di Bruno, lo zio di Mirabel con il dono di prevedere il futuro; l’attrice e cantante Diana Del Bufalo in quello di Isabela, la sorella di Mirabel, praticamente perfetta e con la magica abilità di far crescere le piante e far sbocciare i fiori; l’attrice colombiana Angie Cepeda in quelli di Julieta, la mamma di Mirabel con il potere di guarire. Alvaro Soler interpreta inoltre un brano nei titoli di coda della versione italiana del film.