Il Regno del Pianeta delle Scimmie, recensione | L’eredità di Cesare è una sfida difficile

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Il Regno del Pianeta delle Scimmie, recensione (Foto: 20th Century Fox) – NewsCinema.it

Al cinema dall’8 Maggio Il Regno del Pianeta delle Scimmie riporta sul grande schermo la celebre saga che richiama tantissimi appassionati da oltre 50 anni. Qui la nostra recensione.

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2.9 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora

Wes Ball dirige Il Regno del Pianeta delle Scimmie, un nuovo capitolo della saga intramontabile iniziata nel 1968 con il primo film con Charlton Heston. Quello che balza subito all’occhio è che le star “umane” questa volta non sono molto di richiamo rispetto ai capitoli precedenti, ma la scena è tutta delle scimmie che in uno scenario post apocalittico cercano di convivere e ricostruire un mondo nel ricordo di Cesare.

Tuttavia non tutte le scimmie la pensano allo stesso modo e, inevitabilmente, si creano diversi schieramenti con ideologie diverse. La pace non sembra semplice da ottenere e gli esseri umani complicano ulteriormente le cose, pur non essendo molto presenti nella storia.

Proximus, un nuovo leader delle scimmie che ha i modi di un dittatore con sete di potere e manie di grandezza, cerca di creare un suo esercito per guidare l”evoluzione”, mentre Noah con il suo clan pacifico e dall’animo più etico, segue le orme di Cesare nella maniera più giusta.

Freya Allan pianeta delle scimmie
Freya Allan ne Il Regno del Pianeta delle Scimmie (Foto: 20th Century Fox) – Newscinema.it

Il Regno del Pianeta delle Scimmie: degli umani non ci si può fidare

Freya Allan e William H. Macy sono in questo capitolo le controparti umane sulla scena e, rispetto ai predecessori, non hanno carisma e offrono interpretazioni deboli, a causa di personaggi scritti in modo approssimativo. Tuttavia se ci si concentra sulle avventure delle scimmie immerse in uno scenario profondamente naturalistico con rovine e resti impolverati e arrugginiti di un’umanità passata che ricorda The Last of Us, il film coinvolge ed emoziona.

Una vena malinconica e la nostalgia per un’epoca passata con meno solitudine e meno degrado, ma soprattutto una collaborazione tra esseri umani e scimmie, percorre tutta la sceneggiatura. Gli umani sono gelosi delle loro scoperte e hanno paura a condividere il loro sapere con gli animali che potrebbero prendere il sopravvento.

Il legame tra Noa e Mae  – che ricorda per look e azioni una Tomb Raider alle prime armi – non è complice e affettuoso, bensì subdolo e ambiguo. Lo spettatore dalla parte di Noah non si fida di quella giovane donna che sembra sapere più di quanto dice e che ha un piano preciso in mente. Ball, pertanto, sottolinea il fatto che degli esseri umani in fondo non ci si può fidare, soprattutto se sei una scimmia che tanti anni prima era messa in gabbia da quelli della sua specie.

La conoscenza come un’arma

Il sapere e la conoscenza la vera arma per ricostruire un futuro. Come dice il simpatico organo tango Raka che guida Noah nella sua missione: “I libri sono un’antica maniera di conservare idee” e in questo film sono degli strumenti per permettere a una specie o a un’altra di sopravvivere e andare avanti nell’Evoluzione.

Noah – Il Regno del Pianeta delle Scimmie (Foto: 20th Century Fox) – Newscinema.it

Il Regno del Pianeta delle Scimmie funziona come film di intrattenimento, è godibile sul grande schermo e alterna sentimento, azione ed epicità. Tuttavia risulta molto lontano dall’empatia e l’anima degli altri capitoli di produzione più recente.

Noa vs Cesare

Forse è difficile ritrovare la potenza di un personaggio come Cesare, e la durata eccessiva di questo film si fa sentire per alcune parti che rallentano la narrazione in modo ingiustificato. Il ritmo ne risente qua e là, soprattutto nella prima parte. Poi l’ingranaggio sembra assumere più sicurezza e vigore, coinvolgendo lo spettatore in un’avventura dinamica in cui non mancano i colpi di scena.

Tuttavia Noa non è male nel raccogliere l’eredità di Cesare e, tenendo conto che questo film potrebbe essere l’inizio di una nuova trilogia post apocalittica de Il Pianeta delle Scimmie, potrebbe avere il tempo di svilupparsi in modo più approfondito e convincente. Anche se le dinamiche di trama in fondo risultano ormai ripetitive.

La ritualità negli usi e costumi del clan di Noa e la caratterizzazione delle varie scimmie coinvolte, nel bene e nel male, è curata e la tecnologia CGI assolutamente impeccabile. L’espressività di queste creature ambiziose, intimorite, coraggiose o spietate vibra nei loro occhi che bucano loo schermo. Insomma probabilmente non c’era bisogno di realizzare un nuovo capitolo di questa saga, ma Il Regno del Pianeta delle Scimmie si vede con piacere gustando un secchio di pop corn anche se non è destinato a restare molto nella memoria.