Kate Winslet: Le vere donne non portano la 38!

Tra i successi che sta collezionando nella sua carriera cinematografica e televisiva e le sue apparizioni in pubblico e ai festival di cinema più rinomati, come l’ultimo Festival di Venezia dove ha presentato Carnage di Polanski, Contagion e la serie tv Mildred Pierce di cui era la protagonista, l’attrice Kate Winslet si è ormai piazzata tra le più talentuose e belle attrici di Hollywood e in questi giorni si è raccontata in un’intervista a Vanity Fair, della quale riportiamo un estratto.

L’attrice ha parlato del suo lavoro, della sua vita personale e di uno degli argomenti che le è girato più intorno nella sua carriera, ovvero il peso.

È così? Si sta prendendo una pausa?

«Cerco sempre di prendermi un anno abbondante di pausa tra un film e l’altro. Per avere il tempo di far raffreddare le cose, di rallentare un attimo».

Parla spesso di vita normale: davvero è possibile?

«Ho sempre avuto una vita normale e sempre l’avrò. Sono gli altri, è tutto quello che gira intorno al mio mestiere che la rende “anormale”. Io cucino, faccio la spesa, accompagno i miei figli a scuola: sono sicura che ha letto queste cose su di me». In effetti, sì: sulla sua normalità c’è tutta una letteratura. «Ed è tutto vero. Sono consapevole che avendo avuto una carriera cominciata molto presto, e una vita adulta sotto gli occhi di tutti, c’è gente che continua e continuerà a farsi domande su di me e su come conduco la mia vita. Ma come fa con i figli? Ma dove li lascia? I miei figli stanno sempre con me. Fine della discussione».

Altro grande classico di Kate Winslet: la sua battaglia in nome di tutte le donne che non sono una taglia 38. Stufa di parlarne?

«Stufa, piuttosto, del significato che ha il fatto che siamo qui a parlarne: vuol dire che niente è cambiato. Per il resto no, credo sia importante continuare a ribadire che la normalità non è quella che ci fanno vedere. Ad essere sincera, io neanche le conosco donne che portano la 38. Anzi sì, una: mia figlia. Solo che Mia ha 11 anni».

I commenti sul suo peso le danno fastidio?

«Non più. È una di quelle cose di cui ho imparato veramente a fregarmene. Una volta no, mi ferivano. A 20 anni dicevo che non mi importava, ma in realtà ci soffrivo, eccome. Pubblicamente facevo la superiore, ma dentro ne morivo. Adesso no. Ci vuole tempo, ma si impara».

Lei come ha imparato?

«Nel modo più duro: sbattendoci la faccia».

Per chi lotta da sempre con il peso, è più difficile.

«Capisco che cosa intende, ed è vero che ci vuole molto tempo per liberarsi di quella bambina grassa, ma sa cosa? Sono sinceramente grata per il mio sedere. Oddio, non è una battuta fantastica?».

 

L’intervista completa la potete trovare su Vanity Fair appena uscito.