L’Attesa, la recensione dell’opera prima di Piero Messina

Un lutto, una casa isolata e due donne alle prese con una lenta e difficile conoscenza sono gli elementi portanti de L’Attesa, primo film italiano in concorso alla 72° edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Diretto da Piero Messina, assistente alla regia in film del calibro di This Must Be The Place e La grande bellezza, ed interpretato da Juliette Binoche, Lou De Laage e Giorgio Colangeli, L’Attesa racconta la storia di Anna (Juliette Binoche), una donna che, dopo aver subito un terribile lutto, trascorre le giornate in solitudine nella sua grande e spoglia casa siciliana. Una sera bussa alla sua porta Jeanne (Lou De Laage), la fidanzata del figlio, arrivata da Parigi per conoscere la famiglia del suo ragazzo. Ma Anna nasconde un segreto che, mano a mano che passeranno i giorni, sarà sempre più difficile rivelare a Jeanne…

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Vedere il prologo de L’Attesa e non pensare a Paolo Sorrentino è pressoché impossibile. Immagini astratte e musica pop caratterizzano la scena che introduce la co-protagonista della pellicola, Jeanne, interpretata dalla bravissima Lou De Laage, asse portante del film insieme alla sempre impeccabile Juliette Binoche. Sono proprio le due attrici e le loro struggenti interpretazioni il cuore dell’esordio di Piero Messina, un film che pur citando qui e lì il regista de Le conseguenze dell’amore, prende poi una direzione tutta sua, introiettando lo spettatore in una realtà in cui il tempo e lo spazio sono relativi. La casa, enorme e spoglia, rappresenta il senso di solitudine di Anna, una donna afflitta da un vuoto incolmabile. Un vuoto che Jeanne riempie con una spensieratezza ed una ingenuità che Anna cerca in tutti i modi di mantenere intatti, pur sapendo che, prima o poi, il castello di bugie da lei costruito crollerà rovinosamente. Ma l’attesa la aiuta a negare una realtà che non è ancora pronta ad accettare. Una realtà fredda e concreta che Messina porta sul grande schermo mantenendo l’atmosfera misteriosa e surreale dell’opera pirandelliana da cui prende spunto. Ed il risultato è un gioco di regia, un prodotto artificioso che però convince. Messina, come anche Sorrentino, sfrutta le sue indiscutibili competenze tecniche regalando movimenti di camera, immagini e idee di rara bellezza. E lo fa con una classe che intriga lo spettatore al punto da portarlo a sorvolare sulla staticità di alcune parti della pellicola, caratterizzate da un ritmo non sempre vincente e da qualche buco di sceneggiatura. Aspetti che non privano l’ottimo esordio di Messina di quella eleganza e quel fascino che solo le grandi opere hanno. L’Attesa verrà distribuito dalla Medusa Film in tutti i cinema italiani il 17 settembre 2015.

VIDEO INTERVISTA AL REGISTA PIERO MESSINA