Sta facendo il giro del web un post pubblicato da Giacomo Urtis su X (ex Twitter), in cui l’estetista dei VIP si sfoga con parole fortissime. Bollette salate.
“Pizzo di Stato che pagano gli italiani sulle bollette. Questo è strozzinaggio! Pagare il doppio rispetto al consumo.” Un’accusa diretta, brutale, che ha risuonato nelle bacheche digitali di migliaia di utenti indignati. Ma cosa c’è dietro questa affermazione? Solo una provocazione o una scomoda verità che molti preferiscono ignorare?
Bollette sempre più alte: davvero paghiamo il doppio?
Non serve essere economisti per notare che le bollette della luce e del gas negli ultimi anni sono aumentate in modo vertiginoso. Anche in periodi in cui i consumi calano – come nei mesi primaverili – il totale da pagare rimane sorprendentemente alto. Il sospetto che qualcosa non torni si fa sempre più diffuso.
Ed è qui che il post di Urtis, al netto del tono acceso, colpisce nel segno: tanti italiani si sono accorti che la cifra finale non corrisponde affatto a quanto effettivamente consumato. La differenza? Tutta nei famigerati “oneri di sistema”, accise, imposte e tariffe fisse. Un groviglio di voci incomprensibili che moltiplica i costi reali senza spiegazioni trasparenti.
Una trappola invisibile nelle nostre bollette?
Il cuore del problema sta proprio qui. Anche chi consuma poco si ritrova a pagare cifre ingiustificabili. Un’ingiustizia che, secondo molti, sta diventando strutturale. “È come pagare una multa fissa ogni mese, anche se sei virtuoso” scrive un utente.
Un altro rincara: “Ci dicono che l’energia costa meno, ma la bolletta è sempre più alta. A chi vanno quei soldi?” Domande legittime che raramente trovano risposte chiare. Intanto, mese dopo mese, la sensazione è che lo Stato e le aziende fornitrici stiano approfittando della confusione normativa e della rassegnazione diffusa.

Perché questo sfogo ha colpito nel segno
non è un esperto di energia, ma è proprio questo che rende il suo post potente: dice quello che migliaia di italiani pensano, ma non riescono a esprimere con la stessa forza. La sua denuncia – forse esagerata nei toni – mette però a fuoco una questione concreta: il rapporto tra consumi effettivi e costi finali è totalmente sbilanciato. E se lo dice una persona lontana dal mondo tecnico, forse è davvero arrivato il momento di semplificare le bollette e rendere tutto più trasparente.
Indignazione o consapevolezza?
L’ondata di condivisioni e commenti che ha generato il post di Urtis è il segnale che qualcosa si sta muovendo. Non basta più accettare passivamente ogni cifra, ogni voce misteriosa in bolletta.
Cresce la consapevolezza e con essa la voglia di capire, controllare, eventualmente contestare. Forse è proprio da qui che parte il cambiamento: da uno sfogo virale che accende la miccia e trasforma l’indignazione in una domanda collettiva di giustizia e trasparenza.