Michael Bay e le sue idee folli per girare The Island con Ewan McGregor

La filmografia di Michael Bay è piena di grandi successi di successo, e dei suoi tredici lungometraggi, tranne due, hanno incassato più del doppio del budget, con la maggior parte dei quali guadagna 3 – 5 volte il budget. 13 Hours (2016) non è riuscito a trovare un pubblico, ma prima di quella debacle militare sbalorditiva, l’unico vero passo falso al botteghino di Bay è stato The Island del 2005 .

È anche un peccato perché è un film divertente. Sul serio. Certo, a volte è eccessivamente modificato, illogico e abbastanza sdolcinato, ma l’azione è stellare, la colonna sonora è fantastica e al centro ha un argomento etico sufficiente a renderlo stimolante. Vogliamo svelarvi a riguardo alcune curiosità a riguardo, che sicuramente vi porteranno a voler vedere di nuovo The Island.

Michael Bay, la barca e l’Italia

I paesaggi scelti dal regista per aprire il film sono stati girati al largo della bellissima Nuova Zelanda mentre le scene in barca sono state girate vicino all’Italia, senza specificare in quale zona nello specifico. La barca che vedete nel film è una vera barca chiamata Wally Power, con un proprietario italiano e dal costo di 25 milioni di dollari. Il regista a tal proposito dichiarò: “Un po ‘troppo moderno per i miei gusti, ma almeno l’ho preso prima che Michael Mann lo avesse per Miami Vice. Ero irremovibile per la realizzazione di questa bizzarra sequenza di sogni”, dice riferendosi alle scene iniziali che mostrano Lincoln ( Ewan McGregor ) su una barca prima di essere gettato in acqua e annegato da mutanti inspiegabili.

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Ewan McGregor e le folli riprese di Michael Bay

La ripresa iniziata alle 15:53 ​​dei nano tracker che strisciavano negli occhi di Lincoln è stata realizzata con una speciale lente a soffietto che richiedeva un’enorme quantità di luce. Il primo piano sul suo occhio tenuto aperto implicava il lavoro digitale dell’ILM e un filo incollato alle palpebre di McGregor per poi essere tirato. Lo stesso attore in un’intervista aveva ricordato: “È stato un processo piuttosto doloroso, scena divertente da fare però.”

Un’altra scena molto particolare che merita di essere ricordata è quella del club. Come ricorda lo stesso regista, pare che abbia impiegato la bellezza di quattro ore per essere illuminata, visto che appena arrivato nella fatidica location, la descrisse come: “il posto più triste che abbia mai visto in tutta la mia vita”. Il gaffer ( Michael Bauman ) e il direttore della fotografia ( Mauro Fiore ) da poco genitori, non avevano ben in mente cosa voleva Bay, tanto che per smorzare gli animi, si mise a imitare l’accento italiano di Fiore.