Rock the Kasbah, la recensione della nuova bizzarra commedia di Bill Murray

La strada più veloce per sfondare nel mondo della musica contemporanea è sicuramente quella di partecipare ad un talent-show, ma non tutti hanno la possibilità di fare una scelta come questa. Questo è il punto di arrivo di Rock the Kasbah, la nuova delirante commedia diretta da Barry Levinson e interpretata da Bill Murray, Kate Hudson, Bruce Willis e Zooey Deschanel che racconta la storia di Richie Lanz (Bill Murray), un bizzarro manager di musica rock che, per sbarcare il lunario, è costretto a seguire artisti di sicuro insuccesso. Ronnie (Zooe Deschanel) è la sua rockstar di punta, un’artista un po’ goffa che, nonostante le mancate promesse del suo mentore, sogna ancora di diventare una stella della musica contemporanea. I due, su suggerimento di un ufficiale ubriaco, decidono di andare in Afghanistan per trovare il successo, ma giunti a Kabul trovano una situazione ben più drammatica del previsto. Ronnie decide così di abbandonare l’impresa lasciando Richie con una serie di debiti da pagare e alcuni bizzarri personaggi da tenere sotto controllo tra cui la cortigiana Merci (Kate Hudson) e il violento Bombay Brian (Bruce Willis). I tre, uniti dalla missione di portare Saleema (Leem Lubany), una giovane ragazza pashtun, al talent-show Afghan Star, sfideranno il credo afghano che proibisce alle donne di cantare.

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Quando Rock the Kasbah inizia, lo spettatore ha l’impressione di trovarsi davanti a una delle bizzarre commedie dei Fratelli Farrelly. Il prologo, caratterizzato da situazioni degne del miglior cinema dell’assurdo, dall’ironia pungente di Bill Murray e da una location quanto mai insolita per ambientare una commedia “musicale”, è infatti il punto di forza di un’opera che avrebbe potuto risollevare lo storico regista di Rain Man da oltre dieci anni di flop e prodotti mediocri. Ma purtroppo così non è stato, perché dopo i primi irresistibili trenta minuti, Levinson perde la bussola realizzando un film di cui è difficile capire la storia, il senso e perfino il genere. Iniziamo col dire che in Rock the Kasbah la musica, a dispetto di quanto si possa intuire dal titolo, non ha un ruolo preciso ma si limita a essere il motivo scatenante che muove i personaggi. Il tema centrale passa così dalla ricerca del successo in Afghanistan e l’annessa e pungente critica allo showbiz americano, alla storia di Saleema, una ragazza che per motivi religiosi e culturali non può seguire una passione. Inoltre Levinson, intrecciando più volte la commedia e il dramma senza cambiare mai il registro del film, rende Rock the Kasbah un prodotto difficile da inserire in un genere cinematografico preciso. Punti di debolezza che, uniti a dei dialoghi non particolarmente brillanti e ad un finale tronco, si scontrano con spunti interessanti ma poco sviluppati come le incomprensioni che possono derivare da una lingua/cultura totalmente diversa dalla nostra o l’eccessiva facilità con cui in certi paesi si preme il grilletto; ma l’eccessiva confusione di una trama in continuo divenire e l’incertezza di un progetto privo di una direzione precisa rendono Rock the Kasbah un film incompleto che convince solo in parte.

La Eagle Pictures distribuirà Rock the Kasbah in tutti i cinema italiani il prossimo 5 novembre.

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