Sarajevo Film Festival | The Elegy of Laurel tra Gogol e fiaba popolare

Il film d’esordio di Dušan Kasalica, realizzato sul Durmitor, massiccio montuoso delle Alpi Dinariche, nel Montenegro settentrionale, racconta il totale smarrimento della classe media jugoslava che ha costruito la società di cui tutti erano così orgogliosi e poi ha assistito impotente alla sua distruzione. Il protagonista di The Elegy of Laurel è un professore universitario (Frano Lasić) alle prese con la fine del suo matrimonio, decisa dalla compagna e consumatasi nei vapori di una spa in cui invece sperava ingenuamente di trovare un po’ di pace.

La rottura con sua moglie (Savina Geršak) spingerà Filip nei meandri di una foresta dove si ricongiungerà con la sua defunta madre e con una ragazza-serpente in una esperienza a metà tra l’estasi mistica e l’allucinazione.

The Elegy of Laurel | lo spaesamento della classe media iugoslava

Il modello di riferimento del film è quello de La foresta di Stribor, una delle favole croate più conosciute, testo che viene ancora oggi studiato a scuola e con il quale diverse generazioni si sono dovute confrontare, proiettando in quel racconto fantastico le loro speranze e le loro preoccupazioni per il futuro. Scegliendolo come base per la propria narrazione, Dušan Kasalica allarga immediatamente il proprio orizzonte, chiarendo allo spettatore il desiderio di raccontare lo spaesamento di una intera comunità attraverso la storia di un fragile personaggio maschile spogliato di qualsiasi elemento di virilità, che subisce decisioni altrui e cerca in ogni modo di dare l’impressione di poter controllare ciò che accade nella sua vita (anche se evidentemente non è così). 

Vicino al cinema onirico e immerso nella natura dell’ultimo Abel Ferrara, anche Kasalica riprende alcune delle caratteristiche fondamentali dei racconti di Nikolaj Gogol, in cui l’elemento fantastico si integra in maniera assolutamente immediata a senza alcuna spiegazione preventiva nel realismo del racconto, in cui animali parlanti interagiscono da pari a pari con i personaggi umani. The Elegy of Laurel è una esperienza che fonde attraverso gli strumenti propri del cinema, innanzitutto sonoro e montaggio, i due piani della narrazione: quello realistico e quello fiabesco. Il racconto si fa tutt’uno con il mezzo cinematografico, come avviene nella splendida sequenza della deforestazione, in cui il rumore delle accette sui tronchi diviene la colonna sonora (all’inizio apparentemente extradiegetica) di un film che diventa solo progressivamente tale.