Venezia 76: 10 film che non vediamo l’ora di vedere

Mancano ormai pochi giorni alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia, che si svolgerà dal 28 agosto al 7 settembre 2019. In attesa di raccontarvi tutto direttamente dal Lido, con interviste, recensioni e speciali, vi sveliamo i dieci film più attesi di questa edizione del festival. 

La vérité – Hirokazu Kore-eda

Hirokazu Kore-eda è sicuramente uno dei cineasti più importanti del cinema asiatico contemporaneo. Solo lo scorso anno, Kore-eda aveva commosso tutti con il bellissimo Un affare di famiglia, che gli valse persino la Palma d’Oro a Cannes. Per il suo debutto occidentale (la produzione è francese) ha riunito un cast di altissimo livello con Catherine Deneuve, Juliette Binoche e Ethan Hawke. La vérité è stato scelto da Barbera come film d’apertura di questa 76esima edizione (una dimostrazione di grande fiducia, evidentemente). La curiosità è alta, come alta è anche la paura di assistere all’ennesimo fallimento di un regista giapponese al suo debutto occidentale.

The Laundromat – Steven Soderbergh

Il cast del nuovo film di Steven Soderbergh è già una dichiarazione di intenti per i prossimi Oscar. Meryl Streep, Gary Oldman e Antonio Banderas saranno i protagonisti del nuovo lungometraggio del prolifico regista americano, che stavolta torna al cinema (dopo aver ritrattato sul suo annunciato ritiro) per raccontare la vicenda dei Panama Papers attraverso la storia di una vedova che insegue a Panama City due soci in affari per indagare su di una grossa frode assicurativa. Ogni film di Soderbergh è sempre una grande incognita. Capace di passare da film strutturati e di ampio respiro a produzioni minuscole dalle audaci (quando non avventate) velleità artistiche e stilistiche, non c’è dubbio che Steven Soderbergh sia un regista in grado di catalizzare l’attenzione.

the laundromat

Adults in the room – Costa-Gavras

La Biennale di Venezia assegnerà a Costa-Gavras (grande regista greco a cui si devono film come Z-L’orgia del potere, Missing Music Box) il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2019, che ogni anno viene dedicato ad una personalità che “abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo”. Costa-Gavras presenterà fuori concorso il nuovo Adults in the Room, liberamente tratto dal libro omonimo di Yanis Varoufakis, ex-ministro delle finanze greco. Il film entrerà nelle segrete stanze delle istituzioni europee in cui si sono svolte le faticose trattative condotte da Varoufakis prima delle sue dimissioni in dissenso con le politiche di austerità imposte all’esecutivo guidato da Alexīs Tsipras. 

Waiting for the Barbarians – Ciro Guerra

Se non fosse per qualche sporadico ruolo nel cinema mainstream (Animali fantastici e dove trovarli), la carriera di Johnny Depp sarebbe terminata da tempo. Incuriosisce perciò questo Waiting for the Barbarians, nuovo lungometraggio di Ciro Guerra che, separatosi dalla sua compagnia e co-regista Cristina Gallego, debutta ora con un’opera in lingua inglese dopo aver riscosso elogi per i suoi ambiziosi progetti passati, in bilico tra misticismo e documentario etnografico. Nel cast, al fianco di Johnny Depp, anche Robert Pattinson e Mark Rylance. Che l’attore americano abbia finalmente scelto il progetto giusto per tornare a mostrare il talento per il quale è diventato famoso?

Seberg – Benedict Andrews

Come per Johnny Depp, la 76esima edizione del Festival di Venezia potrebbe rivelarsi un passaggio fondamentale per la carriera di Kristen Stewart. L’attrice, divenuta famosa con Twilight, ha deciso negli anni di allontanarsi sempre più dall’ambiente dei grossi studi di produzione (ai quali si è però riavvicinata per l’imminente reboot di Charlie’s Angels, forse in virtù dell’amicizia con la regista Elizabeth Banks) per dedicarsi al cinema indipendente. In Seberg, per la regia da Benedict Andrews, che già con Una aveva dato grande abilità nella direzione di protagoniste femminili, Kristen Stewart interpreterà l’omonima icona della nouvelle vague francese. C’è un buon “buzz” attorno al film, su cui Amazon Studios pare stia puntando molto per la prossima stagione dei premi in America.

J’accuse – Roman Polanski

La presenza di Roman Polanski nel programma di Venezia 76 è stata già oggetto di forti polemiche (di provenienza specialmente americana). Ma Antonio Barbera, direttore del festival, sembra puntarci molto, tanto da dichiarare in conferenza stampa che il suo nuovo J’Accuse, con protagonista Jean Dujardin, segna “un ritorno di Polanski ai fasti de Il Pianista”. Con queste aspettative, è impossibile non essere curiosi. La scelta di raccontare la vicenda di Alfred Dreyfus, ufficiale di origini ebraiche che venne ingiustamente condannato all’ergastolo con l’accusa di tradimento e spionaggio, è poi un ulteriore elemento di interesse, dato il nome (e il passato) del regista.

Wasp Network – Olivier Assayas

Olivier Assayas è uno dei registi più apprezzati (e tra i più presenti) del circuito festivaliero. Il suo nuovo film, thriller spionistico con Penélope Cruz, Gael García Bernal e Ana De Armas, è basato sul libro di Fernando Morais, giornalista brasiliano. Wasp Network indaga sul ruolo delle spie cubane in territorio americano durante gli anni ’90 che rivelarono l’esistenza di una rete terroristica con sede in Florida e protetta dal consenso del governo degli Stati Uniti. Il precedente film di Assayas, l’irriverente commedia Doubles Vies, fu tra i più apprezzati della scorsa edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Martin Eden Luca Marinelli

Martin Eden – Pietro Marcello

Probabilmente il film italiano più atteso di Venezia 76, l’ambiziosa trasposizione cinematografica del capolavoro di Jack London porta la firma di Pietro Marcello, già autore di Bella e Perduta e giovane talento molto apprezzato che adesso potrebbe esplodere nel mainstream (con l’aiuto di Luca Marinelli nel ruolo di protagonista). Thierry Fremaux, direttore del Festival di Cannes, si disse molto dispiaciuto di non essere riuscito ad averlo nel suo festival (il film non era ancora pronto).

About Endlessness – Roy Andersson

Per i cinefili più esigenti, ogni nuovo film del maestro del cinema surrealista svedese Roy Andersson è un vero e proprio evento. Dopo aver vinto il Leone d’Oro nel 2014 con l’apprezzatissimo Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza, Andersson torna in Laguna con i suoi “tableaux vivants” che mettono in scena la miseria umana attraverso personaggi caratterizzati da pallore ed immobilità. Tra i personaggi ritratti, oltre ad una direttrice marketing, ad una donna con il vizio dello champagne e ad un prete, ci sarà anche Adolf Hitler. Contrappunto ironico la voce narrante di una donna che invita a riflettere sulla “bellezza della nostra esistenza”.

Joker – Todd Philips

Senza dubbio è il film di cui si parlerà maggiormente nei giorni del festival. Il nuovo lungometraggio dedicato allo storico villain Dc, stavolta interpretato su schermo da Joaquin Phoenix, sbarca a Venezia avendo sulle spalle il peso di dichiarazioni (forse un po’ improvvide) del suo stesso regista, che si è detto pronto a scommettere che il suo film possa competere non solo per il Leone d’Oro, ma addirittura per qualche Oscar nell’edizione 2020. Nel cast anche Robert De Niro (atteso in Laguna), nei panni di un personaggio che ricorda molto da vicino quello da lui già interpretato per Martin Scorsese nell’indimenticabile Re per una notte.