Venezia 78: Il Paradiso del Pavone, una famiglia sconnessa

Il Paradiso del Pavone nasce da una collaborazione Italia-Germania ed è stato presentato al 78° Festival di Venezia nella sezione Orizzonti. Diretto da Laura Bispuri e scritto dalla stessa in collaborazione con Silvana Tamma.

Il Paradiso del Pavone: la sinossi

Un giorno d’inverno Nena riunisce la propria famiglia allargata per festeggiare il compleanno tutti insieme, compreso il pavone di Alma, l’unica bimba del gruppo, figlia di Adelina e Vito.

Rinchiusi in questa casa, saranno da una parte complici dall’altra spettatori, di una sequela di altarini che verranno a galla e di dinamiche talvolta scomode, che li porteranno sul finale a una resa dei conti necessaria alla pace interiore. 

Il Paradiso del Pavone: parenti serpenti

Decentrato da quello che vorrebbe provare ad essere, questo film è scandito da un tempismo non totalmente errato, ma piuttosto confusionario a livello di scrittura. Tra intrecci improbabili, personaggi che appaiono e nessuno si chiede perché rimangano senza motivazione e dialoghi talvolta poco sensati, si struttura una narrazione indecisa e spesso anticlimatica.

Poco intrigante anche a livello interpretativo, con una Alba Rohrwacher sottotono e personaggi sconnessi, il film vive di scene disegnate su atteggiamenti deliranti figli di caratteri che contrastano perfino col loro stessi.

Ad un certo punto pare di essere spettatori di un gruppo di deliri che vengono snocciolati senza collante narrativo. Interessante è la raffigurazione della figura femminile che viene rappresentata attraverso molteplici e differenti personalità.

Lo stesso si può affermare per il ruolo di madre, anche qui proposto tramite diversi modi di agire, sensibilità e comportamenti. La femminilità è potente e manifestata con fluidità, delineando un quadro chiaro di ciò che le scelte comportano giuste o sbagliate, nel bene o nel male.

La famiglia dovrebbe di certo essere un punto saldo del racconto, attorno al quale costruire una ramificazione di conseguenze imbastite di problematiche e riflessioni sociali.

Questo almeno è quello che ci si aspetta, ma purtroppo viene trasposto in maniera così superficiale e provvisoria che non rimane impressa. Moralismi, discussioni, questioni economiche, incomprensioni e tensioni di coppia, questi alcuni degli elementi che fuoriescono da una pellicola che possiede ben poco amore ed emotività.

E’ un peccato quando si ha del potenziale e lo si sfrutta in maniera ostile, allontanando anziché catturare.

Riesce bene nel seminare citazioni e frasi da cioccolatino, che però stridono con ciò che nel concreto viene messo in scena. Sequenze interminabili ed inutili sul finale, mirerebbero a creare complicità ed empatizzare, finendo invece per annoiare e diluire anche quel poco di contenuto che possiedono.