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Nato in Svizzera da genitori italiani, il carismatico Andrea, dopo essersi laureato in Scienze della Comunicazione, come tutti i ragazzi che vogliono dar voce alle proprie passioni, ha iniziato a studiare recitazione all’Accademia Beatrice Bracco e al Teatro Brancaccio di Roma sotto la guida del maestro Nicola Donno. Dopo una parentesi teatrale all’insegna del teatro pirandelliano, Carpinteri capisce che è il momento di dare una svolta alla propria carriera di attore, bussando alle porte del cinema italiano. Il suo desiderio riesce a concretizzarsi nel giro di pochissimo tempo, quando viene scelto dal grande Maestro Pupi Avati per ben due film, Gli amici del bar Margherita (2009) e Il cuore grande delle ragazze (2011). Questa non sarà la sua unica esperienza sul grande schermo, perché lo scrittore e regista Federico Moccia lo sceglierà per interpretare il ruolo di Markus nel film Universitari (2011).

Il “secondo” amore non si scorda mai

Dopo queste esperienze arriva il momento di conquistare anche il piccolo schermo prendendo parte in molte fiction Rai di grande successo come Il commissario Rex di Marco Serafini e Don Fabio e Che Dio ci aiuti 2 diretta Francesco Vicario. Secondo voi, un ragazzo talentuoso come Andrea avrebbe potuto percorrere solo queste due strade nella vita? Ovviamente no! Ecco che arriva il debutto in veste di conduttore televisivo accanto a una delle signore della televisione italiana Alda D’ Eusanio nelle trasmissione Vite da copertina. Negli ultimi mesi, Andrea è stato più volte protagonista di molti post sui social network, in occasione dei viaggi di lavoro in Italia dell’ attore turco Can Yaman. Per scoprire qualcosa in più su questo ragazzo che tutte le mamme vorrebbero come figlio, ecco cosa ci ha raccontato in questa intervista che definirei ‘cuore aperto’.

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L’intervista ad Andrea Carpinteri

Ciao Andrea, sui social e in pubblico appari bello, simpatico e dal sorriso contagioso. Sei davvero così perfetto come ti vedono le tue fan, oppure anche tu hai dei momenti ‘no’ come tutti? 

– “Sono tutto meno che perfetto, anzi ho molti momenti di sconforto nella mia vita ma sono una persona positiva e quindi vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Credo che le persone che mi seguono lo hanno capito perché spesso, anche attraverso i miei social condivido dei momenti “no”. Mi piace condividerli perché ricevo tantissimi consigli utili per superare quei momenti.”

Qualche giorno fa attraverso i social sei stato attaccato da qualche utente per aver postato una foto vicino a un tuo amico, nonostante le disposizioni del governo di mantenere le distanze a causa del coronavirus. Prontamente ti sei scusato e hai invitato tutti a prestare la massima attenzione in merito a questo periodo davvero difficile per l’Italia e il mondo intero. C’è qualcosa che vorresti dire ai tanti giovani ( e non solo) che ti seguono? 

– “Hai ragione, qualche giorno fa mi trovavo a casa del mio migliore amico, dopo una storia su Instagram  sono stato attaccato più che altro per una battuta che è stata fatta da un altro amico presente in casa che diceva di avere il vaccino al virus e lo diceva bevendo un alcolico. È stata una battuta fuori luogo e ho preferito scusarmi invece di eliminarla. Sono un ragazzo che si assume sempre le proprie responsabilità nel bene e nel male. Appena sono state date le nuove disposizioni ho immediatamente ubbidito e ora non esco di casa e quello che vorrei dire a tutti è di rispettare le regole.”

Se dovessi descriverti con 3 aggettivi quali sceglieresti?

“Sensibile, pauroso, vero.”

Laureato in comunicazione, attore di molte fiction di successo, conduttore televisivo della trasmissione Vite da copertina accanto ad Alda D’Eusanio e ultimo ( in ordine cronologico), ti sei cimentato nella tua prima esperienza come regista di un videoclip musicale. C’è qualcosa che non sai fare? Ma soprattutto, in quale di questi quattro ambiti credi che il tuo talento venga espresso maggiormente?

– “Mi piace mettermi in gioco e sono fortunato perché trovo spesso persone che mi danno questa opportunità. In realtà è un’evoluzione. Ho iniziato recitando in alcune fiction per poi capire che non era la mia strada e ho dovuto sperimentare per capire il mio percorso. Credo di essere molto bravo nel lavoro dietro le quinte.”

Tra le tante e vaste esperienze che hai avuto modo di fare in questi anni, c’è un sogno che hai dovuto lasciare momentaneamente nel cassetto? E se sì, per quale motivo?

– “Inizialmente lasciare il mondo della recitazione l’ho vissuto come una sconfitta perché dopo aver studiato dover ammettere che non era quella mia strada mi ha creato sofferenza. Oggi forse tornerei a recitare con più leggerezza e senza troppe pretese perché rimane una delle mie più grandi passioni.”

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Andrea Carpinteri e Can Yaman durante la Milano Fashion Week al party del brand MTSZ Style

Molto presto avremmo modo di vederlo in tv…

Ultimamente sul tuo profilo Instagram sei apparso in molte storie circondato dalle tantissime fan dell’attore turco Can Yaman. La sua popolarità scoppiata in Italia la scorsa estate ha letteralmente stregato il pubblico di tutte le età grazie alla sua simpatia, bellezza e talento. Senza farti domande ‘scomode’ – riguardo la possibilità di poterlo vedere nuovamente in Italia passata la crisi del coronavirus – puoi regalare a tutti i nostri lettori (soprattutto lettrici) un aneddoto vissuto insieme durante uno dei suoi viaggi nel nostro Paese?

– “Posso dirti che Can ama l’Italia come ha sempre ammesso quindi sono convinto che appena sarà possibile tornerà. Non c’è un aneddoto in particolare perché sia a Roma (per registrare una puntata del programma televisivo C’è Posta per Te) e poi ho avuto la conferma durante il weekend a Milano, (come ospite internazionale di Live Non è la D’Urso) Can è un ragazzo estremante intelligente, divertente , profondo, generoso ha forti valori legati alla famiglia e all’ amicizia oltre a essere un professionista nel suo lavoro. Ogni momento passato con lui e con il suo agente Cuneyt sono stati bellissimi. Capisco perché ha tante fan che lo seguono e sono davvero grato del fatto che tramite lui ho conosciuto tantissime donne meravigliose.”

Prima di lasciarci, un’ultima domanda: cosa ti riserverà il futuro? In quale occasione avremmo modo di vederti nuovamente all’opera?

“Come hai accennato tu prima ora sto lavorando ad un progetto con Federicofashionstyle e Roberta Serafini. Ho scritto e diretto il loro primo videoclip musicale, preparatevi perché sarà il tormentone della estate!!! Mentre in tv mi vedrete molto presto su canale 5 nel programma All together now con Michelle Hunziker e J-AX. È un programma che amo molto perché ho lavorato alle prime due edizioni come redattore. Poi è arrivata l’opportunità di stare davanti alle telecamere e per questo devo ringraziare il regista Roberto Cenci e l’autrice tv Francesca Cenci.

Il mio amore più grande?! Il cinema. Passione che ho voluto approfondire all’università, conseguendo la laurea magistrale in Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale a Salerno. I miei registi preferiti: Stanley Kubrick, Quentin Tarantino e Mario Monicelli. I film di Ferzan Ozpetek e le serie tv turche sono il mio punto debole.

Interviste

Paolo Genovese rivela il suo rituale: “Lo faccio da quando avevo 14 anni” | Intervista esclusiva

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PAOLO GENOVESE

Intervista a Paolo Genovese – Newscinema.it

Il 30 Settembre Paolo Genovese è stato ospite alla prima edizione di Castiglione del Cinema. Lo abbiamo incontrato ed ecco cosa ci ha raccontato in una video intervista esclusiva.

Sul palco con il Direttore Artistico Emanuele Rauco, il regista di successi come Tutta Colpa di Freud, The Place, Immaturi e Perfetti Sconosciuti, ha tenuto una masterclass a Castiglione del Cinema 2023 per parlare del mestiere del regista, di cinema e della sua carriera. A fine Ottobre sarà alla Festa del Cinema di Roma con la serie tv Leoni di Sicilia, solo ultimo lavoro che andrà in onda su Disney+, ma ricordando i suoi esordi ha raccontato soddisfazioni e delusioni con umiltà e sincerità.

Incantesimo Napoletano è stato il primo corto che ho fatto in assoluto ed è stato selezionato al Festival di Locarno. Lì davano molta attenzione ai giovani poiché i corti selezionati venivano proiettati prima dei film importanti in una piazza che è probabilmente il più grande cinema all’aperto del mondo. Nemmeno quando ho vinto il David ero così emozionato e quando è toccato a me il corto è stato proiettato completamente sfocato per un errore tecnico. Mi veniva da piangere, eppure ho vinto con la motivazione che avevo avuto il coraggio di aver raccontato una storia di disagio per la tecnica del fuorifuoco e mi ha segnato per sempre”.

Il “piccolo rituale” di Paolo Genovese

“Ho cominciato a scrivere le mie primissime cose a 14 anni forse 13, perchè mi regalarono una Olivetti Lettera 32 con cui cominciai a giocare. Da allora la prima scena di tutti i miei film io la scrivo con quella Olivetti Lettera 32, è il mio piccolo rituale. Solo la prima scena, perchè altrimenti mi ci vorrebbe più tempo a scriverla che a pensarla” ci ha rivelato in una video intervista che potete vedere per intero qui sotto grazie al nostro canale YouTube MADROG (se non siete ancora iscritti cliccate qui, è gratuito e sarete aggiornati sui vari nuovi video pubblicati di cinema e serie tv).

“In Italia si fa poca cultura in generale, ma soprattutto poca cultura del cinema e quindi i vari valorosi direttori di festival che si sobbarcano l’onere di organizzare questi eventi per fare in modo che i professionisti del grande schermo possano incontrare il pubblico e trasmettere l’esperienza diretta e la passione per questa arte credo sia veramente importante e un modo per avvicinare il pubblico al cinema” ha osservato il regista romano, riflettendo sul modo per riportare i giovani in sala.

Come riportare i giovani al cinema

“Quando si conosce si ama, conoscere la storia del cinema, quanto amore e quanta passione c’è dietro a un film probabilmente ti fa venire voglia di vederlo nel suo massimo splendore. I film sono pensati per essere proiettati in una sala cinematografica, sia per la qualità dell’audio e del video, sia per la condivisione delle emozioni con il pubblico, sia per potersi prendere due ore di tempo e farsi raccontare una storia” ha detto.

“Per i giovani sicuramente c’è la concorrenza delle piattaforme che ben venga, un nuovo modo di fruire le storie con tv, iPhone o iPad in qualunque momento e luogo. Non lo demonizzo, va benissimo, ma dobbiamo preservare la sala cinematografica perchè l’emozione che ci dà un film in sala non sarà mai equiparabile un film a casa o su lo smartphone. Inserire nelle scuole dei corsi di cinema credo sia qualcosa di fondamentale, se ne parla da tanto ma non si è fatto molto. La cultura è l’unico modo per riavvicinare i giovani, come la musica o il teatro. Poi ovviamente c’è anche una responsabilità da parte degli autori perchè comunque non è un automatismo, faccio un film che il pubblico deve vedere. Noi autori dobbiamo meritarci il pubblico, e quindi abbiamo la responsabilità di raccontare storie interessanti e accattivanti” ha aggiunto Genovese.

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Festival

Svevo Moltrasio: “Mi piacciono i film che lasciano in sospeso” | video intervista a Castiglione del Cinema 2023

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Svevo Moltrasio Gli Ospiti

Svevo Moltrasio a Castiglione del Cinema – Newscinema.it

Svevo Moltrasio, famoso youtuber e regista italiano, ha presentato in anteprima a Castiglione del Cinema 2023 il suo primo film Gli Ospiti. Lo abbiamo intervistato ed ecco cosa ci ha raccontato.

Dopo un percorso produttivo tortuoso e un crowdfunding riuscito, Svevo Moltrasio riesce a portare in sala il suo primo film, gli Ospiti, che arriverà nelle sale il 12 Ottobre 2023. L’anteprima ha avuto a luogo a Castiglione del Lago in occasione della prima edizione della rassegna cinematografica Castiglione del Cinema, a cura del Direttore Artistico Emanuele Rauco.

Il famoso youtuber italiano che ha iniziato la sua avventura sul web raccontato la vita degli italiani in Francia, dopo aver vissuto molti anni a Parigi, è tornato in Italia per provare a rivoluzionare il cinema italiano che spesso non è abbastanza coraggioso da dare fiducia a progetti indipendenti.

La video intervista a Svevo Moltrasio

Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Svevo Moltrasio sulle sponde del Lago Trasimeno subito dopo la proiezione de Gli Ospiti al Nuovo Cinema Caporali, una sala di riferimento per Castiglione del Lago che ha riaperto dopo una ristrutturazione capillare durata anni.

“Ho sempre scritto, diretto e montato da solo fin da quando facevo i corti a vent’anni. Quindi faccio fatica a non farlo, ho bisogno di avere il controllo totale di tutto e finché sono progetti indipendenti ci riesco. Poi la scrittura e il montaggio sono le fasi che preferisco” dice Moltrasio nella video intervista.

Gli Ospiti: di cosa parla

Durante una nottata in un casale nella campagna romana, dieci personaggi, perlopiù amici sui 30 e 40 anni, sono costretti a un confronto a suon di attriti, incomprensioni e sorprese che li metteranno a più riprese uno contro uno, tutti contro uno e uno contro tutti. Un film che ricorda le litigate del cinema di Muccino, o la struttura narrativa di Perfetti Sconosciuti e le commedie alleniane, ma denuncia una forte identità d’autore.

Moltrasio non nasconde le influenze di cineasti che ama da sempre come Woody Allen, Roman Polanski, ma spera di proporre le storie con una cifra stilistica personale. “Questo è un film in cui i personaggi si confrontano costantemente, e ho inserito temi di attualità proprio per rendere tangibile la scrittura di questo gruppo che si muove anche tra gli stereotipi volutamente” ha sottolineato.

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Interviste

Ferzan Ozpetek riceve le Chiavi della Città di Gragnano | “Tre film sul cibo presto su Netflix”

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Ferzan Ozpetek consegna delle chiavi della città di Gragnano

Il Sindaco Nello D’Auria e il regista Ferzan Ozpetek alla Consegna delle Chiavi della Città di Gragnano – Fonte: Instagram Nello D’Auria

In occasione della 21^ edizione della celebrazione della Pasta di Gragnano IGP è stato premiato il regista, sceneggiatore e scrittore Ferzan Ozpetek con la cittadinanza onorario e le Chiavi della città di Gragnano.

L’ultima giornata della 21^ edizione della kermesse gastronomica Gragnano Città della Pasta ha visto la presenza del regista di sangue turco e di cuore italiano, Ferzan Ozpetek. Lo sceneggiatore e scrittore ha preso parte al convegno intitolato “Pasta e cinema: la pasta nel cinema, un’icona dell’Italia nel mondo. Gragnano Città di Pasta e Cinema”.

Interessanti e sorprendenti sono state le dichiarazioni fatte da Ozpetek nel corso dell’evento, il quale ha parlato del rapporto con il cibo, elemento fondamentale nei suoi film. Delle lavorazioni avvenute a Lecce durante le riprese del film Mine Vaganti e per concludere, l’inedito progetto acquistato (e presto disponibile) da Netflix, incentrato sul cibo in Turchia.

La presenza fondamentale del cibo nei film del regista

Gli appassionati della cinematografia del regista turco Ferzan Ozpetek, sono a conoscenza di quanto sia fondamentale la presenza del cibo nei suoi film. Le famose tavolate impreziosite da pietanze di ogni genere, sono il momento di massima aggregazione tra i personaggi che prendono parte alle sue storie. Il regista a tal proposito, ha spiegato che l’amore per il buon cibo parte dalle sue origini, da quando viveva in Turchia con la sua famiglia.

“Dipende dalla mia infanzia a casa mia a Istanbul c’erano sempre tre tavole: una in cucina, una in salone e una in terrazza e c’era sempre tanta gente. Era vietata la discussione a tavola. A tavola non si doveva mai discutere, la condivisione del cibo era importante. Nel primo film “Bagno Turco” ho messo varie tavolate, ma senza pensarci, d’istinto.”

Successivamente, parlando degli altri titoli diretti in questi anni ha aggiunto: “Nei miei film successivi, il cibo è sempre stato molto importante. Quando ho fatto Le fate ignoranti., mi ha chiamato un prete e mi ha detto: “Ma com’è religioso il suo film”. E gli ho detto: “Mah, Le Fate Ignoranti…”. E il prete ha risposto: “Si perché la tavolata dà il senso della condivisione che è molto importante.” Oggi mi mandano su Instagram le foto della tavolata e le persone scrivono “La tavolata alla Ozpetek” e anche alcuni ristoranti mi chiedono il permesso di fare le tavolate alla Ozpetek e io dico che non c’è problema.”

Mine Vaganti | le tavolate della famiglia Cantone

In merito al film Mine Vaganti ambientato a Lecce, il regista Ferzan Ozpetek ha raccontato le difficoltà incontrate nel girare alcune delle scene più importanti del film. Altro ricordo condiviso con il pubblico presente in sala è stata la sua esperienza in un noto pastificio leccese, impiegato nella storia della famiglia Cantone.

“Nel film Mine Vaganti, nella famosa scena del cibo che all’epoca ho girato in pellicola, la dovevamo girare in due giorni e invece l’ho fatto in una giornata. In un lato del salone, c’era una cucina dove cucinavano in continuazione, perché volevo che il cibo sembrasse vero. Gli attori erano obbligati a mangiare e non potevano far finta di mangiare, odio quando fanno finta di mangiare.”

In merito all’aspetto pratico, Ozpetek ha parlato delle difficoltà incontrate nel girare le scene a tavola: “C’erano due macchine da presa che giravano intorno. C’era la scena di Elena Sofia Ricci che prende la pasta, mangia e dice la battuta, quando poi la rigiri lei fa la stessa cosa, è abbastanza faticoso recitare mangiando, però è una delle scene che è stata memorabile. Sono venuti due miei amici americani e mi hanno detto: “ma come fanno i tuoi attori a mangiare e recitare con questi tempi?”.

Mine Vaganti | l’amore per la pasta nel cuore di Lecce

L’ottavo film di Ferzan Ozpetek, Mine Vaganti girato nel 2010 ha visto il regista scegliere la città di Lecce per ambientare il dramma familiare della famiglia Cantone, nota per essere proprietaria di uno storico pastificio, famoso per il formato della ruota pazza.

“Quando mi era venuta l’idea di fare Mine Vaganti, ho scelto di ambientarla a Lecce, perché l’anno prima ero stato premiato e me ne ero innamorato. Sono andato in visita a un pastificio, da Benedetto Cavalieri, che fa una pasta molto particolare, che non scuoce mai. Loro hanno inventato la ruota pazza. Sono andato nella vecchia fabbrica in disuso e ho trovato un signore ottantenne molto anziano che stava in questo posto abbandonato molto triste.”

Come potete vedere nella clip tratta dal film, Ozpetek ha continuato dicendo: “Guardi io e i miei amici e le mie amiche eravamo seduti qui, tutti nudi ad impacchettare la pasta, perché faceva tanto caldo” E lui mi ha detto quella battuta che viene detta da Ilaria Occhini: “quando impacchettavo dicevo, chissà a quale tavola andrà questa pasta, chi la mangerà”. Quando siamo andati nella fabbrica dove abbiamo girato, io ogni tanto assaggiavo la pasta cruda che passava ed ho messo questo momento anche nel film.”

Ferzan Ozpetek a Gragnano

Il regista Ferzan Ozpetek con le Chiavi della Città di Gragnano – Fonte: Instagram

Il rapporto tra Ferzan Ozpetek e la città di Gragnano

In relazione sempre alla storia di Mine Vaganti, dopo la versione cinematografica è arrivata quella teatrale, che ha visto lo spettacolo andare in giro in tutta Italia. Mantenendo la storia originale, l’unico cambiamento apportato è stato in riferimento alla città scelta per ambientare i drammi dei Cantone.

“La città di Lecce, la sua atmosfera mischiata con la pasta ha funzionato molto. Poi quando sono passato a farlo al teatro, all’improvviso mi sono trovato davanti a degli attori, che erano napoletani o che sapevano parlare napoletano come la Minaccioni. Mi sono detto, oggi se la ambiento a Lecce e se qualcuno dice che il figlio di quella è gay rispondono chi se ne frega. Nella conferenza stampa ho detto se la ambiento a Gragnano, non sarà una città così enorme, magari si potrebbe sentire facilmente in giro e da lì ho ricevuto i messaggi del vostro Sindaco.”

Ferzan Ozpetek a Gragnano

Il regista Ferzan Ozpetek ospite dell’evento dedicato alla Pasta a Gragnano – Fonte: Instagram

I nuovi progetti di Ferzan Ozpetek per Netflix

Ed infine, chicca che ha portato grande fermento ed entusiasmo nei fan del regista italo turco, è stata la notizia di un progetto formato da tre film incentrati sul cibo in Turchia. I diritti di questi tre approfondimenti sono stati acquistati dalla piattaforma streaming Netflix.

“Adesso ho fatto una trilogia di Istanbul sulle tavolate, perché una mia amica, la Mina della Turchia, la grande cantante Sezen Aksu mi ha detto: “perché non fai il film su questa bevanda che è il rakı insieme agli antipasti che si mangiano e si condividono?” Ho fatto questi tre film molto interessanti, che sono stati acquistati da Netflix re andranno in onda tra poco. La tavolata è un momento di condivisione.”

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