Detective Pikachu, la spiegazione del twist finale e la possibilità di un sequel

Il primo lungometraggio live-action dedicato ai Pokémon è finalmente realtà. Il franchise, dopo la celebre serie di videogiochi, l’anime, i film animati, le carte da gioco, approda finalmente sul grande schermo con alle spalle una produzione hollywoodiana e un grosso budget a disposizione. Detective Pikachu mette in scena il mondo dei Pokémon attraverso un film ibrido che mescola i 35mm alla computer grafica, narrando una storia che, pur svolgendosi in maniera abbastanza lineare per tutta la durata del film, presenta sul finale un momento rivelatore che mette un cappello sull’intera avventura.

Da qui in avanti: spoiler!

Gli ultimi 20 minuti di Detective Pikachu, infatti, rivelano un colpo di scena degno de I Soliti Sospetti. Howard Clifford, il visionario miliardario che ha costruito la metropoli in cui si svolge il film, si rivela essere una folle convinto che i Pokémon e gli umani debbano essere fusi in singole entità. Si scopre quindi che suo figlio, la persona a cui si attribuiva la diffusione del “gas R”, era in realtà chiuso in un armadio e che il silenzioso assalitore dai capelli rosa che inseguiva i nostri eroi era in realtà un Ditto. Si scopre addirittura che Mewtwo non è cattivo, ma buono! Ma non basta: il detective Pikachu non è semplicemente un Pokémon parlante, ma c’è una persona in carne ed ossa dentro quel piccolo corpo. E quella persona è Ryan Reynolds.

Sorpresa, sono Ryan Reynolds

Per un film che basa la maggior parte del suo divertimento (destinato evidentemente ad un target molto giovane) sulla tenerezza e la simpatia di una piccola creatura elettrica che va a spasso in una città piena di creature ugualmente carine e coccolose, la conclusione del film diretto da Rob Letterman si rivela essere sorprendentemente stratificata. Pochissimi spettatori si sarebbero aspettati infatti di ritrovarsi, alla fine del film, Reynolds in persona con un biglietto del treno in mano, che rivela al pubblico la sua vera identità: quella del padre di Tim Goodman. “Noi e Rob (Letterman, ndr) credevamo che il twist finale sarebbe dovuto essere emotivamente soddisfacente e in qualche modo avrebbe dovuto giocare con questa idea di evoluzione, sia emotiva che letterale, che da sempre è alla base della serie Pokémon”, ha dichiarato lo sceneggiatore Dan Hernandez.

I produttori del film hanno trascorso anni ad inseguire l’idea che avrebbe permesso loro di creare una versione hollywoodiana della celebre proprietà intellettuale giapponese. Dopo aver finalmente ottenuto i diritti (grazie in gran parte alla popolarità ottenuta da Pokémon Go), The Pokémon Company è rimasta (comprensibilmente) molto protettiva nei confronti della sua ip. “The Pokémon Company voleva davvero avere una ragione buona per realizzare questa trasposizione cinematografica, dopo aver raccontato così tante storie nell’anime e nei giochi”, ha spiegato il co-sceneggiatore Benji Samit. “Detective Pikachu era un gioco più piccolo, ma permetteva di mettere in scena un mondo popolato da Pokémon parlanti. Potevamo mettere in scena una storia in cui umani e Pokémon vivevano in armonia, che è una cosa su cui non ci si era mai concentrati prima”.

Un sequel in vista?

A differenza della maggior parte dei blockbuster più recenti, però, al termine dei titoli di coda di Detective Pikachu non c’è nessuna scena aggiuntiva che faccia riferimento ad un ipotetico secondo capitolo. Ora che Pikachu ed Harry Goodman si sono “separati”, non c’è più il “Detective Pikachu” che abbiamo conosciuto nel film. Questo ovviamente rende abbastanza difficile immaginare un sequel. Eppure è probabile che la Warner Bros. voglia replicare il successo (già decretato dai primi giorni di box office) del film. Una strada percorribile potrebbe essere quella di porre i nostri eroi davanti ad un nuovo mistero che richieda ad Harry di tornare nel corpo di Pikachu. Oppure, invece di un seguito diretto, quello che ad oggi sembra più probabile è uno spin-off ambientato nuovamente a Ryme City ma con protagonista una creatura diversa. Scelta che aprirebbe le porte ad un nuovo universo cinematografico.

“Quello dei Pokémon un universo ricco. Ci sono tanti modi per esplorarlo. In Detective Pikachu ne vediamo tantissimi, ma in futuro vorremmo giocare anche con tutti gli altri Pokémon”, ha dichiarato il produttore Ali Mendes.