Disney prende posizione: punterà più sullo streaming che sui cinema

L’attuale Ceo di Disney, Bob Chapek, ha confermato che, nei piani futuri del colosso dell’intrattenimento, la fruizione dei contenuti via streaming sarà favorita in vista di una imminente riorganizzazione. 

Disney punta sullo streaming

“Vogliamo mettere i consumatori al primo  post”, ha dichiarato in una breve intervista al canale USA CNBC, durante la quale ha spiegato che la transizione in atto non è dovuta all’emergenza coronavirus, che continua a gravare sugli esercenti cinematografici e sui teatri. “Direi piuttosto che la pandemia ha accelerato il ritmo con cui abbiamo eseguito questa transizione, ma questa sarebbe avvenuta comunque”, ha proseguito. Gli occhi sono dunque puntati sulla nuova proposta della multinazionale: Disney+. I dati aggiornati ad agosto scorso fotografano la situazione e spiegano bene il perché di tale decisione: dei 100 milioni di abbonati a tutte le offerte streaming targate Disney, la metà viene dal nuovissimo servizio streaming. 

L’accelerazione causata dal Covid

È innegabile però che la decisione di puntare in maniera così esplicita sullo streaming sia stata accelerata dal lockdown che ha costretto centinaia di milioni di persone in casa durante i mesi più duri. Un’abitudine che è rimasta anche nei mesi successivi. La tendenza, soprattutto negli Stati Uniti, non è stata infatti quella di un ripopolamento delle sale al termine delle restrizioni, ma una consolidata preferenza a fruire dei prodotti cinematografici da casa. Preferenze che, ovviamente, premiano realtà come DisneyNetflix e Amazon. Ma come tutte le aziende, anche un gigante come Disney sta facendo i conti con la crisi. Il calo degli introiti registrato ad Agosto rispetto allo stesso mese di un anno prima fa paura: il 41% in meno in un solo anno. È l’unico dei grandi studios con problemi economici seri. anche se viene dall’anno record.

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Con sette blockbuster che hanno incassato più di un miliardo di dollari, nel 2019 ha portato a casa 10 miliardi di botteghino. Tuttavia il settore economicamente più grosso della Disney sono i parchi divertimento ed è anche quello più massacrato dalla pandemia. Si parla infatti di 2 miliardi di perdite e 28.000 licenziamenti che stanno gravando sul bilancio. Tutto solo parzialmente tamponato dai business satellitari come ad esempio il canale televisivo ESPN che ha acquistato i diritti per trasmettere il campionato NBA che nessuno potrà andare a vedere dal vivo per un bel po’. Deutsche Bank stima 10 miliardi di dollari di perdite per Disney nel 2020 e un ritorno del settore parchi a livelli del 2019 non prima del 2023.

La sala come opzione secondaria

“I consumatori ci guideranno”, ha spiegato Chapek nell’intervista. “In questo momento stanno votando con il loro portafoglio, e stanno votando molto pesantemente per Disney+”. Nell’ottica del CEO il cinema resterà comunque un’opzione per i consumatori che vorranno godersi uno spettacolo nelle sale: “Abbiamo beneficiato dallo straordinario rapporto con cinema e teatri per molti anni e continueremo a dare ai clienti questa possibilità, ma allo stesso tempo ci sono molti altri che vogliono godersi lo spettacolo al sicuro in casa. Saranno loro a decidere”.