Le strade del Male | La recensione no spoiler del film Netflix

Le strade del male è il film targato Netflix uscito sulla piattaforma streaming il 26 settembre 2020. La pellicola, adattamento cinematografico del romanzo di Donald Ray Pollock, vanta un cast eccezionale di cui fanno parte grandi nomi quali: Tom Holland, Bill Skasgard, Robert Pattinson, Eliza Scannel, Sebastian Stan, Mia Wasikoska, Harry Melling e molti altri. 

Le Strade del Male | La sinossi del film

Il film segue le vicende di diversi personaggi le cui vite sono segnate da funesti traumi. La storia inizia nel 1957 quando Willard Russel (Bill Skasgard) tornato dalla guerra sosta in Ohio dove incontrerà la sua futura moglie da cui avrà un figlio maschio Arvin (Tom Holland). Le vite dei Russel saranno, per una serie di eventi, intrecciate a quelle di altre persone che sembrano collegate da un circolo di violenza all’apparenza insormontabile. 

Le Strade del Male | La recensione

La fatalità del destino rievoca le tragedie greche in un’epopea caratterizzata dalla tipica narrazione del grande romanzo americano. Nei paesaggi rurali e immutabili del West Virginia e dell’Ohio, ambientazioni che richiamano i libri del re dell’horror Stephen King, si svolgono le vicende di personaggi legati da un circolo di violenza. È proprio in quelle piccole comunità, in quei contorti personaggi che abita il male.  

Il film attraverso i personaggi affronta diversi temi ma soprattutto indaga la psicologia umana, infatti, la violenza presente è soprattutto psicologica. I traumi e le scelte derivate da essi si rivelano essere un eterno ritorno al male. Ed è proprio nella psicologia dei protagonisti sfaccettati che si nota il grande valore del film. 

Il cerchio sembra avere il suo inizio con l’arrivo di Willard, provato dalla guerra che diventa motore del suo cieco fanatismo e in seguito dell’indole violenta. A pagare le conseguenze è il figlio che in giovane età viene a conoscenza della malvagità che si cela nel mondo. 

le strade del male tom holland

I protagonisti sono legati anche dalla loro fede, interpretata ovviamente, a loro piacimento. Due di loro in particolare ricoprono un ruolo fondamentale per la comunità: il pastore Roy Laferty (Harry Melling) e il pastore Preston (Robert Pattinson). Il primo è un fanatico religioso estremista, il secondo nasconde la sua indole perversa mostrandosi come un fervente pastore. L’interpretazione grandiosa di Pattinson mette in mostra la cruda realtà del personaggio: immorale, manipolatore, volgare. La bassezza dell’anima è quasi palesata nell’aspetto esteriore dell’attore che pur essendo un adone moderno riesce a mostrare nel suo volto struccato i segni della forte controversia del pastore Preston, il quale è di fatto un lupo rapace vestito da pecora, di quelli descritti nella Bibbia da lui tanto citata.

Quello che all’apparenza può sembrare bigottismo nasconde molto di più. I personaggi non sono solo bigotti, ma si avvalgono di parole bibliche con furbizia per raggiungere i loro scopi, per giustificare i loro assurdi atti e per discolparsi dal male e dalla perversione che è insita in loro.  Poi vi è anche la pazzia, il voyerismo, la messa a nudo delle perversioni umane, la lussuria, la cieca innocenza. Tutti elementi personificati dai protagonisti. 

Oltre alla sceneggiatura anche la regia risulta efficace soprattutto per lo stile narrativo del film, ottime anche le scelte musicali. Il ritmo è giusto in quanto è una pellicola che richiede attenzione e tempo allo spettatore per renderlo partecipe della storia. Una storia corale, in cui il male è il vero protagonista e agisce subdolamente come il serpente nel giardino dell’Eden. 

Se da un lato sembra essere una catena senza fine, dall’altro un barlume di speranza viene inserito attraverso Arvin, interpretato da Tom Holland in una delle sue migliori prove attoriali. Questo è “Le strade del male” la rappresentazione dell’agire del male e delle sue conseguenze.