Ogni remake è sempre implicitamente un’indagine sul tempo trascorso tra la realizzazione del primo film e il suo successivo rifacimento. È così anche per Gloria Bell di Sebastián Lelio, remake del suo Gloria del 2013, il film che lo ha reso celebre al di fuori della sua nazione d’origine. Lelio ha saputo sfruttare l’enorme successo di cui attualmente gode per riproporre un’opera da cui si dice “ossessionato”, potendo adesso contare sulla disponibilità di attori famosissimi e riconoscibili come Julianne Moore e John Turturro.
Il cineasta cileno ha capito infatti come sia possibile far pesare sulle spalle dei propri personaggi il glorioso passato cinematografico di chi li interpreta. Così la Gloria di Julianne Moore, attrice quasi sempre associata a ruoli femminili molto forti e decisamente a suo agio con il proprio corpo, oggi come ieri, appare meno fragile di quella interpretata sei anni fa da Paulina García. Non cerca le attenzioni del pubblico, non brama le premure del suo sguardo, perché è una donna che è stata già abbondantemente “guardata”, che può fare a meno dell’ennesimo spettatore.
Per la colonna sonora di Gloria Bell (puoi comprarla qui), Sebastián Lelio ha deciso di contattare nuovamente il compositore britannico Matthew Herbert. Si tratta della terza collaborazione fra i due dal 2016, maturazione di un sodalizio artistico cominciato con Una mujer fantástica (che è valso a Lelio l’oscar per il miglior film straniero). Il cineasta cileno entra a contatto con la musica di Herbert già dagli anni ‘90, quando rimane impressionato dall’ascolto di Bodily Functions, album seminale per l’house music in cui rumori pre-registrati dell’organismo umano vengono utilizzati dal compositore inglese come elemento costitutivo del proprio tessuto musicale (indistinguibile da quello connettivo e muscolare dei suoi corpi “suonanti”).
Non solo quel tipo di musica così viscerale (nel senso letterale del termine) era perfetta per un film che parlava delle modificazioni del corpo di un transessuale, ma era anche un tipo di “dance music” pensata per una fruizione diversa da quella dei club notturni. Una musica “traslabile” in ambienti diversi da quelli che generalmente la ospitano, ideata per “suonare” in luoghi immaginari e non in luoghi reali. La musica di Herbert è quindi quella naturalmente più giusta per il remake americano di un film che nella sua versione originale aveva una specifica connotazione geografica (il corpo di Gloria era il corpo del Cile) e che adesso invece, come il cinema commerciale statunitense impone, deve assumere un valore “universale”, parlare una lingua comprensibile a tutte le latitudini, essere sospesa in uno “spazio” che aspetta di essere riempito dallo spettatore.
Come spesso avviene ai cineasti stranieri che si trovano, dopo un successo inaspettato e travolgente, a lavorare nella complessa industria cinematografica americana, anche Lelio ha saputo adottare quel “rigore” che il cinema americano richiede, elaborando le sue regole non scritte e adattando il suo stile autoriale alle nuove esigenze produttive. Se quindi prima Lelio scriveva le proprie sceneggiature senza dettagliare i dialoghi, che definiva direttamente durante la lavorazione del film, adesso non può prescindere dall’attenta programmazione di ogni cosa (pur concedendosi ancora la possibilità di “sabotare” alcune scene successivamente). Così anche Matthew Herbert è un musicista che si trova a suo agio con un processo artistico personale ma metodico, originale ma fissato in precisi parametri, il cui manifesto è stato pubblicato già da tempo e affermava chiaramente “no sampling other artists, no drum machines, no synths”.
A differenza della colonna sonora di Una mujer fantástica, in cui la musica era stata composta per un solo personaggio che era il perno di tutto il racconto, in Gloria Bell, come già in Disobedience, la colonna sonora di Matthew Herbert tiene conto del “paesaggio umano” in cui i personaggi si muovono e che influenza le loro azioni: nel cinema di Sebastián Lelio, infatti, gli “altri” sono sempre una croce da dover tenere sulle spalle, un peso di cui ci si libererebbe volentieri. Si vorrebbe ignorare il loro giudizio, ma è impossibile farlo. Conseguentemente la colonna sonora non può essere costruita attorno ad un singolo personaggio, ma deve contenere in sé tutte le forze che agiscono su di esso. Perciò sempre più spesso la musica dei film moderni non segue un andamento narrativo (quindi melodico) tipico delle grandi composizioni orchestrali, ma cerca di elaborare uno stato emotivo. Lavorano così i compositori oggi più richiesti dai registi contemporanei più acclamati: non solo Matthew Herbert, ma anche Jonny Greenwood, Mica Levi o Trent Reznor.
Quello di Sebastián Lelio, come la Daniela del suo film del 2017, è un cinema trans-gender, che ricombina diversi generi per creare una identità cinematografica nuova, irriconoscibile in maniera immediata e intuitiva. I suoi film (come tutti i film dei più grandi autori) sono entità consapevoli, che mettono in scena una narrazione “esterna” restando meta-cinematografici e autoreferenziali. È cinema che riflette su se stesso e che per questo necessita di una colonna sonora che non sia solo un accompagnamento per le immagini, ma che possa veicolarne il senso. Matthew Herbert è un artista in grado di fare musica rinunciando ad essa, di far percepire un suono anche senza che questo risulti effettivamente udibile.
Lo dimostra uno dei suoi più recenti progetti, The Music: un libro di 212 pagine in cui centinaia di suoni scritti (da quelli più banali a quelli più astratti) formano melodie immaginarie, inascoltabili eppure percepibili, che vengono ascoltate attraverso la loro lettura. Uno sforzo di immaginazione incredibile che non può però prescindere dalla sintassi e dalla grammatica musicale. Così le sue colonne sonore, come avviene in Gloria Bell, riconducono ogni immagine cinematografica ad una dimensione metafisica. Negano la possibilità stessa di avere una versione definitiva di un film che invece, proprio come la sua colonna sonora, appare ogni volta differente.
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Dick Van Dyke incindente d’auto a 97 anni | Macchina distrutta – FOTO

Dick Van Dyke- newscinema.it
Lo spazzacamin di Hollywood, incidente a 97 anni mentre guidava la sua macchina per le strade di Malibù. Ricoverato in ospedale.
L’attore che tutti noi conosciamo con lo pseudonimo di Dick Van Dyke, Richard Wayne è un attore, un comicon e uno showman statunitense noto soprattutto per il suo ruolo nel film Mary Poppins, accanto all’attrice Julie Andrews, di spazzacamino: vincitore di un Tony Awards e di un Grammy e tre Emmy Awards per il suo show The Dick Van Dyke Show , poco tempo fa da TMZ.
L’attore è stato ritrovato a bordo della sua macchina contro un cancello. L’attore è apparso il mese scorso come concorrente del programma della Fox, Il cantante mascherato, travestito da The Gnome, esibendosi con il brano When You’re Smiling.
L’attore, subito soccorso dalle autorità locali, è stato ricorverato il 15 marzo per un’emorragia al naso e alla bocca.
L’incidente di Dick Van Dyke

Dick Van Dike- newscinema.it
Come ci viene riportato da TMZ, Dick Van Dyke è stato ricoverato a causa di un incidente automobilistico a bordo della sua auto.
97-year-old Dick Van Dyke crashes car into gate in Malibu 😳💥 pic.twitter.com/A5lJkAR1aH
— Daily Loud (@DailyLoud) March 22, 2023
L’attore a 97 anni, ha perso il controllo della sua Jaguard Lexsus LS 500 andando a sbattere contro un cancello a Malibù, come ha confermato la polizia. A quanto pare, Van Dyke stava guidando in una zona che aveva registrato piogge da record: la strada bagnata oltre alla sua età, non gli hanno permesso di mantenere il controllo del veicolo, causando l’urto della vettura contro un cancello di una casa a Malibù. I paramedici, subito intervenuti, lo hanno curato sulla scena per un’emorragia al naso e alla bocca.
Già nel 2013 Dick Van Dyke aveva subito un altro incidente automobilistico dove la sua macchina aveva inspiegabilmente preso fuoco.
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Anna Falchi rivela il suo “incontro ravvicinato”: “Ho visto un ufo” | Ecco come è andata

Anna Falchi e le sue dichiarazioni sugli ufo | Fonte: ANSA FOTO
L’attrice e modella Anna Falchi ha dichiarato a Vieni da me di aver avuto un incontro da vicino con un ufo quando era piccina. Ecco cosa ha dichiarato.
La modella e showgirl italiana Anna Falchi ha dichiarato di aver visto un ufo durante una puntata del programma di Caterina Balivo. Nonostante lo scetticismo, Anna è consapevole di provocare polemiche, ma ci tiene a dire la due. Gli incontri, definiti come incontri ravvicinati, come definiti in ufologia, sono avvenuti in due momenti diversi.
La rivelazione di Anna Falchi: “Per ben due volte ho visto un ufo”
Due sarebbero stati gli incontri ravvicinati vissuti da Anna Falchi con gli extraterrestre. Entrambi sarebbero avvenuti quando Anna era solo una bambina. L’attrice e i suoi genitori si sono nascosti aspettando che gli ufo andassero via:
“Ho visto un ufo per due volte, avevo circa 10 anni, a Reggio Emilia” ha dichiarato la Falchi, scatenando la curiosità generale. Una mattina ne trovammo uno parcheggiato in un campo di fronte casa” ha confessato l’attrice a Caterina Balivo, scatenando la curiosità del pubblico in studio, curiosità che la Falchi ha commentato così: “C’è molto scetticismo sull’argomento… Una volta l’ho visto volare, l’anno successivo siamo stati svegliati di mattina da un rumore assordante all’alba. Nel campo davanti a casa nostra era parcheggiato questo disco volante… eravamo io, mia madre e mio fratello. Io e i miei genitori abbiamo immediatamente chiuso le serrande e siamo rimasti lì nascosti, poi non so cos’è successo. Mi hanno preso in giro? C’è scetticismo… Sul web ci sono tante testimonianze. Sono Ufo? Sono mezzi di trasporto che la Nasa sta provando?
Anna Falchi ha un nuovo amore: ecco di chi si tratta
All’inizio di giugno 2022 è stata comunicata ufficialmente la fine della relazione tra Anna Falchi e Andrea Ruggeri. La coppia aveva deciso di convivere solo un anno fa, ma questo avrebbe acutizzato i problemi tra i due. Dopo 11 anni insieme, hanno deciso di separarsi, un’esperienza difficile che può mettere alla prova la relazione. Anna Falchi, in passato, aveva dichiarato di non essere interessata al matrimonio a seguito della sua esperienza con Stefano Ricucci. Inoltre, aveva anche espresso la sua opinione riguardo alla famiglia, affermando che “la Famiglia del Mulino Bianco non esiste, tanto meno a casa mia”.

Il nuovo amore di Anna Falchi è l’avvocato Walter Rodinà | Fonte: Instagram
Entrambi i partner hanno raggiunto l’età di 50 anni e condividono l’esperienza di essere genitori: lui ha un figlio di 16 anni, mentre lei ne ha uno di 12. L’intesa tra di loro sembra essere ottima e lo dimostrano anche attraverso baci pubblici, una dimostrazione d’affetto significativa. L’uomo è uno sportivo e ha conseguito una laurea in giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma, ma si dedica alla comunicazione per grandi aziende.
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Ci sarà Katniss nel nuovo film di Hunger Games?

Jennifer Lawrence : la vedremo nell’ultimo Hunger Game? | Fonte: ANSA FOTO
Hunger Games: The Ballad Of Songbirds And Snakes è in uscita a fine 2023 e i fan hanno solo una domanda: il personaggio di Katniss sarà presente nella trama?
Il nuovo film di Hunger Games The Ballad of Songbirds and Snakes è molto atteso dai fan del romanzo di Suzanne Collins ed è ambientato ben 64 anni prima del libro originale Hunger Games, andandosi a definire come Prequel della saga. Il film, in uscita in America il 17 novembre 2023, vedrà da vicino la storia di un giovane Coriolanus Snow, interpretato da Tom Blyth (Billy the Kid, Scott and Sid), innamorato follemente di Rachel Zegler (Shazam Furia degli Dei, West Side Story) nei panni di Lucy Gray Baird, durante la decima edizione degli Hunger Games.
Snow viene scelto come mentore di Baird, il tributo del Distretto 12. Il film si concentrerà su tutta la vita di Snow nella fase antecedente alla sua presidenza di Panem nei film originali. Snow è un giovane complicato che cerca di avere il controllo della sua vita, e la storia del nuovo film descrive come è diventato il leader spietato che conosciamo.
Toto Katniss: Jennifer Lawrence si sarà?
Jennifer Lawrence non sarà presente nel cast e non vedremo il ruolo di Katniss Everdeen: questo potrà deludere i fan della serie, affezionati al personaggio di Katniss e di Jennifer. In un’intervista con People durante il Toronto International Film Festival dello scorso autunno, Jennifer Lawrence ha offerto un consiglio al nuovo cast che ha preso il franchise per il nuovo film prequel. Ha detto: “Ragazzi, vi divertirete un mondo. Divertitevi e basta non preoccuparti di niente”.
L’assenza di Katniss si sentirà nel prequel
La regista Frances Lawrence ha detto in un’intervista con Vanity Fair che Lucy Gray è “l’anti-Katniss” e ha descritto il suo personaggio come un esecutore musicale del Distretto 12, noto per essere una comunità di artisti. La Lawrence ha spiegato che il personaggio di Coriolanus Snow si innamora di Lucy Gray Baird perché non ha mai incontrato una ragazza come lei prima.
The Hunger Games – In uscita nel 2023 | Fonte: Instagram
La storia d’amore tra i due personaggi si svolge in un mondo diverso rispetto a quello dei film originali e in un’epoca precedente. Il nuovo film offre un’esperienza di visione unica e diversa rispetto ai film precedenti, esplorando la storia di Snow prima di diventare il leader spietato che tutti conosciamo.
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