Inchiesta della Procura di Roma sulla sparizione di 13 opere d’arte da milioni di euro: al centro del mistero la faida ereditaria tra Margherita Agnelli e i figli Elkann.
Una nuova bufera scuote la storica famiglia Agnelli. Tredici opere d’arte di immenso valore economico e culturale, attribuite a maestri del calibro di Monet, Picasso, De Chirico e Balla, sono misteriosamente scomparse.
La Procura di Roma ha aperto un’indagine per esportazione illecita e ricettazione: si sospetta che i quadri siano stati trasferiti all’estero senza l’autorizzazione prevista dalla legge.
Dietro questo ennesimo mistero si cela la lunga e tormentata battaglia legale per l’eredità dell’Avvocato Gianni Agnelli, che coinvolge direttamente la figlia Margherita Agnelli e i suoi tre figli: John, Lapo e Ginevra Elkann.
Le indagini: originali scomparsi, copie in caveau
Secondo quanto emerso, i dipinti erano custoditi tra Villa Frescot, Villar Perosa e una residenza romana. Ma in seguito alla morte di Marella Caracciolo, moglie dell’Avvocato, e alla successiva presa di possesso degli immobili da parte della figlia Margherita, alcuni capolavori risultano irreperibili.
Tre delle opere – La scala degli addii di Giacomo Balla (valore stimato 2 milioni), Mistero e malinconia di una strada di Giorgio De Chirico (7 milioni) e Glaçons, effet blanc di Claude Monet (4 milioni) – sarebbero state ritrovate in un caveau a Torino, ma in versione copia, non originale.
Le forze dell’ordine, coordinate dal Nucleo tutela patrimonio culturale, sospettano che gli originali siano stati già da tempo trasferiti oltre confine, forse in Svizzera, senza le necessarie autorizzazioni del Ministero della Cultura.

Una disputa ereditaria infinita
Al centro di tutto c’è una frattura familiare mai sanata. Margherita Agnelli accusa i figli di aver sottratto indebitamente le opere, sostenendo che appartenessero al patrimonio di suo padre e, quindi, parte dell’eredità.
I tre eredi, però, ribattono che i dipinti erano proprietà esclusiva della nonna Marella Caracciolo e che furono da lei donati direttamente ai nipoti prima della sua morte. Di conseguenza, non sarebbero mai rientrati nell’asse ereditario dell’Avvocato.
La questione è resa ancora più intricata dalla mancanza di documentazione chiara: in alcuni inventari mancano pagine, altre risultano incomplete, e non vi sarebbe alcuna registrazione ufficiale delle opere nei database del Ministero.
L’elenco delle opere scomparse
Le tredici opere d’arte al centro del caso sono tutte firmate da artisti di fama mondiale e valgono complessivamente decine di milioni di euro. Tra queste figurano:
- La scala degli addii di Giacomo Balla
- Mistero e malinconia di una strada di Giorgio De Chirico
- Glaçons, effet blanc di Claude Monet
- The Cardinal Numbers di Robert Indiana
- A Composition on Paper di Georges Mathieu
- Series of Minotaur (4 incisioni firmate) e Torse de femme di Pablo Picasso
- Nudo di profilo di Balthus
- Study for a Pope III e Study for a Pope IV di Francis Bacon
- A Street in Algeris di John Singer Sargent
Secondo gli investigatori, nessuna delle opere risulta esportata legalmente né registrata nei canali ufficiali per la tutela dei beni culturali. Alcune potrebbero trovarsi in collezioni private internazionali, rendendo il recupero ancora più complesso.
La pista della sostituzione
Una delle ipotesi più inquietanti è che gli originali siano stati sostituiti con copie a partire dal 2018. Alcuni testimoni hanno dichiarato che i quadri esposti nelle residenze Agnelli sembravano autentici, ma potrebbero essere stati duplicati da mani esperte per mascherare il trasferimento illecito degli originali.
Nel frattempo, la Guardia di Finanza ha già sequestrato alcune opere per esaminarle con tecnologie forensi, inclusa la spettroscopia e l’analisi dei pigmenti.
Un patrimonio culturale a rischio
Oltre al valore economico, le opere in questione rappresentano un patrimonio culturale di importanza storica. La loro eventuale perdita o dispersione potrebbe rappresentare un grave danno per il sistema dell’arte italiano e per il Paese.
Il Ministero della Cultura segue da vicino la vicenda, pronto a intervenire nel caso in cui emergano prove di esportazione abusiva o contraffazione.