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Sono terminate da poco le riprese del cortometraggio Il Muro tra di Noi, scritto e diretto da Federico Del Buono per raccontare una storia intima sull’elaborazione del lutto e il demone della solitudine. Stefano Pesce e Ivano Marescotti interpretano i due protagonisti principali, affiancati da Stefano “Vito” Bicocchi nei panni di Cesare e la giovane rivelazione Vanessa Montanari nei panni di Monica.

Alla morte della moglie, Pietro (Marescotti), 70 anni, ha messo tra sé e il resto del mondo un muro fatto di silenzi, a partire dai figli Alex (Pesce) e Monica (Montanari), già grandi. Dopo il tentativo di Cesare (Bicocchi), dottore di famiglia, di rinchiudere Pietro in una casa di riposo da lui gestita, Monica abbandona la casa paterna, lasciando Alex solo con il padre dopo moltissimo tempo. In aggiunta, Silvia, l’exmoglie di Alex, gli impedisce di vedere la figlia Aurora. Un limbo: Alex non può essere vicino a sua figlia e al tempo stesso non può abbandonare il padre, che rivolge la parola solo ad un fiore in giardino. Dopo una furiosa litigata con il padre, Alex raggiunge il punto di rottura e distrugge brutalmente il fiore. Ma questa rottura ha messo a nudo una verità che nessuno dei due voleva o riusciva a vedere: Alex sta iniziando ad essere sempre più simile a Pietro, e se vuole salvare il suo rapporto con Aurora deve riuscire a comprendere ciò che sta succedendo e riprendersi la sua vita.

NewsCinema ha avuto il piacere di incontrare il giovane regista Del Buono che ha spiegato la genesi e la realizzazione del corto Il Muro tra di Noi. Pertanto di seguito potete leggere cosa ci ha raccontato.

muro

Come è nata l’idea dei questo cortometraggio?

Dopo aver raccontato una storia così introspettiva come “Conquista il mondo” mi sono detto che questa volta avrei dovuto affrontare un tipo diverso di tema, qualcosa di più vicino alle persone. Il mio cinema si basa molto sui sentimenti e sul voler raccontare le loro sfumature, e quando mi è stato proposto il soggetto dall’altro sceneggiatore (Filippo Marchi) ho pensato che questa era la storia giusta da raccontare! Uno spaccato di vita intimo in cui far rispecchiare le persone e portarle a porsi delle domande sulla loro vita e il rapporto che hanno con le persone a cui vogliono bene.

Come hai coinvolto Stefano Pesce e Ivano Marescotti?

Aver diretto ma soprattutto conosciuto maestri del cinema italiano come Stefano e in particolar modo Ivano, è un’emozione che mi porterò dentro per sempre. E se tutto ciò è stato possibile lo devo a Giorgio Ciani, uno dei primi a credere in me e nel mio progetto. Quando gli ho parlato della storia e della folle ma determinata idea che avevo del cast, la sua risposta è stata altrettanto folle ma determinata: “Va bene!” abbiamo proposto il copione ad entrambi ed è nata la magia! Soprattutto con Stefano ho instaurato un rapporto di profondo rispetto e stima, volevo dargli in mano un personaggio che non solo lo esaltasse, ma che addirittura lo coinvolgesse a tal punto da sovvertire le mie idee tanto se lo sentiva addosso, e per quanto possa essere un sistema dispendioso, soprattutto su un set, vedere un attore con la sua esperienza dare tanta anima e cuore per un progetto che ai suoi occhi sarebbe potuto sembrare piccolo mi ha dato solo più carica per non essere da meno. Lo stesso discorso per Ivano, un colosso del nostro cinema con più di cento film alle spalle con cui ho passato le quattro ore cinematografiche più belle della mia vita! Costruire un personaggio è bello, ma vederlo costruire insieme a lui lo è ancora di più.

il muro tra di noi backstage

Dietro le quinte de Il Muro tra di Noi

E’ stato difficile il lato produttivo? Trovare i finanziamenti?

Per i cortometraggi raramente c’è una qualche forma di giustizia, o quantomeno in Italia. Puoi avere delle buone idee, un buon copione, ma non tutti saranno disposti ad aiutarti. La mia fortuna, come detto prima, è stato incontrare Giorgio. Grazie a lui sono riuscito ad entrare si in contatto con gli attori, ma anche con realtà che altrimenti non avrei mai conosciuto, permettendomi di raccontare la mia storia e farli innamorare di essa! E’ così che nella partita sono entrati anche la regione Emilia Romagna e la città metropolitana di Bologna, che ringrazio di cuore per il sostegno, oltre che al brillante ed energico Paolo Rossi, produttore di Genoma Films! Ma oltre a Giorgio, ci sono altre tre figure importanti che mi hanno aiutato e permesso di realizzare questo sogno: Paolo Muran, che con il suo enorme cuore ha deciso di aiutarmi accollandosi la responsabilità dell’intera produzione del film, ma soprattutto i miei soci Alessandro Atti e Alessandro Botteon, ragazzi brillanti e passionali che hanno dato tutto se stessi per trovare i fondi e contatti. 

Qualcosa di particolare successa durante le riprese?

Quando hai a che fare con attori di quel calibro sicuramente nascono bei ricordi. Purtroppo abbiamo dovuto lottare contro un tempo costantemente incerto, ma per fortuna ho potuto contare su uno staff pronto e intelligente che ha saputo affrontare al meglio il disagio creato dal clima. Ma credo che il momento più emozionante e divertente di questo viaggio sia stato quello di assistere alla piacevole Réunion di Vito e Ivano Marescotti dopo tanto tempo, vederli comportare quasi da ragazzini off set e da superlativi professionisti on set. 

Ti sei ispirato a un regista che ammiri?

Nel cinema è sempre un rischio ispirarsi a qualcuno, perché questi potrebbe influenzarti a tal punto da arrivare a simulare le sue gesta. La mia idea di cinema è basata sulla purezza e la semplicità dell’immagine, senza l’ostentata ricerca della bellezza ma solo e semplice genuinità dell’attore o dello spazio circostante. Se dovessi però dire un regista che sicuramente mi ha trasmesso più di tutti questa sensazione è Giuseppe Tornatore, uno dei migliori registi italiani della nostra epoca.

Come hai messo insieme il resto del cast?

Vito e Vanessa sono una splendida cornice ad un cast stellare. Con Vito sapevo che volevo e dovevo tornare a lavorarci dopo l’esperienza di Tutto il Palazzo, sia per la sensibilità artistica che mi ha trasmesso che umana. Una persona che sa creare ambiente solo con la presenza e che nonostante la sua infinita esperienza è sempre pronto a mettersi li ad imparare con te. Vanessa invece ho voluto a tutti i costi che ci fosse! Da quando la conosco sono convinto che lei possa essere tranquillamente una delle migliori attrici che ci siano a bologna, per talento e bellezza, e in parte l’ha ampiamente dimostrato quando ha esordito in “conquista il mondo”. Sapevo che per lei sarebbe stato più complicato vivere questo set dato il calibro dei suoi colleghi, ma come ha messo piede sulla scena si è trasformata in una macchina da guerra come solo lei sa fare e ha dato vita ad un personaggio meraviglioso! Come regista mi sento fortunato ad averla conosciuta e diretta perché ha la capacità di plasmare qualsiasi personaggio le si proponga basandosi esclusivamente sulle sue esperienze di vita, e questo ha influenzato il mio stile narrativo.

muro tra di noi cast

Stefano Pesce e Ivano Marescotti in una scena de Il Muro tra di Noi

Quale futuro speri per il tuo corto?

Penso che questa storia vada vista con gli occhi e con il cuore. Cerco di vivere sempre in una leggera bolla di pessimismo per evitare di crearmi aspettative, ma credo davvero che abbiamo realizzato un piccolo capolavoro, anche se molto del merito va ai quattro attori che sono andati ben oltre ad ogni aspettativa.

Quando è nata la tua passione per il cinema?

Il cinema è un gioco che mi porto dietro da bambino! Sono sempre stato una persona più brava con la fantasia che con le mani, e questo ha fatto si che passassi più tempo a leggere e a scrivere che a imparare come si aggiusta un’anta di un armadio! Ho avuto la fortuna di esser stato cresciuto da genitori che mi hanno insegnato che prima va il dovere e poi il piacere e quindi non hanno assecondato quello che poteva diventare un capriccio infantile ma l’hanno trasformato in un obiettivo maturo da raggiungere, facendomi capire che i sogni si possono realizzare solo se sei disposto ad inseguirli.

Quando hai capito di voler fare il regista?

In realtà non c’è stato un vero momento significativo. Ho iniziato a scrivere sceneggiature quasi per gioco, ma curiosamente ogni volta che mi trovavo su un set mi rendevo conto che tendevo a voler “aggiustare” determinate situazioni che nella mia visione erano sbagliate. Sapevo che quelli erano i primi sintomi della “REGISTITE”, ma penso che il momento cardine della mia evoluzione da davanti a dietro camera sia stato proprio l’incontro con Vanessa. Avevo scritto un copione che era perfetto per lei, ma quando affidai la regia ad una persona che si rivelò essere totalmente incompetente in materia, decisi che più nessuno avrebbe diretto i miei testi. Da quel momento ho percepito un senso di benessere e bisogno di confrontarmi con i capo reparti ma, soprattutto, con il pubblico.

 

Il cinema e la scrittura sono le compagne di viaggio di cui non posso fare a meno. Quando sono in sala, si spengono le luci e il proiettore inizia a girare, sono nella mia dimensione :)! Discepola dell' indimenticabile Nora Ephron, tra i miei registi preferiti posso menzionare Steven Spielberg, Tim Burton, Ferzan Ozpetek, Quentin Tarantino, Hitchcock e Robert Zemeckis. Oltre il cinema, l'altra mia droga? Le serie tv, lo ammetto!

Interviste

Carlo Verdone, l’attrice della sua serie terrorizzata: fiumi di sangue ovunque | VIDEO

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Verdone scioccato – Newscinema.it

L’attrice di Vita da Carlo 2 ha vissuto un’esperienza assurda che l’ha segnata e fatta crescere, come persona e come professionista. 

La giovane attrice romana è stata ospite della rassegna cinematografica Castiglione del Cinema 2023 e abbiamo avuto il piacere di incontrarla e realizzare una video intervista esclusiva con lei.  Ludovica Martino è diventata la star dei teenager con la serie tv SKAM Italia, è attualmente protagonista della seconda stagione di Vita da Carlo su Paramount Plus. A Castiglione del Lago ha incontrato il pubblico, ripercorrendo la sua carriera tra cinema e serie tv.

A fine Ottobre ad Alice nella Città Martino presenterà Resvrgis, il suo primo film horror che le ha richiesto uno sforzo fisico non indifferente, ma soprattutto le ha permesso di andare oltre i limiti e mettersi alla prova superando alcune paure personali. Un’esperienza forte e coinvolgente che non dimenticherà molto facilmente.

Ludovica Martino condivide la sua esperienza “da incubo”

Nella video intervista qui sotto, realizzata dal nostro partner YouTube MADROG, Ludovica Martino confessa i dettagli più inquietanti e curiosi di questa avventura sul set di un film horror indipendente diretto da Francesco Carnesecchi che promette alta tensione, una buona dose di suspance ma anche molto sangue.

“Non ho mai corso così tanto, faceva freddo, fango ovunque” ha raccontato l’attrice, aggiungendo poi alcuni particolari su alcune scene particolarmente sanguinolente che difficilmente dimenticherà.

Resvrgis: la trama del film

Resvrgis è un thriller in cui una battuta di caccia si trasforma in una lotta per la sopravvivenza, annientando i confini tra prede e predatori. A vestire i panni dei protagonisti, alcuni tra i giovani attori più promettenti del panorama cinematografico nazionale: Ludovica Martino, Beatrice Fiorentini, Blu Yoshimi, Beatrice Modica, Daniele Mariani e Thomas Santu.

Una prova fisica e psicologica per la giovane attrice romana con una carriera in continua ascesa che è iniziata sul grande schermo con il film Il Campione, seguito da Sotto il Sole di Riccione, Mio Fratello Mia Sorella, I Migliori Giorni, per citarne alcuni.

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Interviste

Paolo Genovese rivela il suo rituale: “Lo faccio da quando avevo 14 anni” | Intervista esclusiva

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PAOLO GENOVESE

Intervista a Paolo Genovese – Newscinema.it

Il 30 Settembre Paolo Genovese è stato ospite alla prima edizione di Castiglione del Cinema. Lo abbiamo incontrato ed ecco cosa ci ha raccontato in una video intervista esclusiva.

Sul palco con il Direttore Artistico Emanuele Rauco, il regista di successi come Tutta Colpa di Freud, The Place, Immaturi e Perfetti Sconosciuti, ha tenuto una masterclass a Castiglione del Cinema 2023 per parlare del mestiere del regista, di cinema e della sua carriera. A fine Ottobre sarà alla Festa del Cinema di Roma con la serie tv Leoni di Sicilia, solo ultimo lavoro che andrà in onda su Disney+, ma ricordando i suoi esordi ha raccontato soddisfazioni e delusioni con umiltà e sincerità.

Incantesimo Napoletano è stato il primo corto che ho fatto in assoluto ed è stato selezionato al Festival di Locarno. Lì davano molta attenzione ai giovani poiché i corti selezionati venivano proiettati prima dei film importanti in una piazza che è probabilmente il più grande cinema all’aperto del mondo. Nemmeno quando ho vinto il David ero così emozionato e quando è toccato a me il corto è stato proiettato completamente sfocato per un errore tecnico. Mi veniva da piangere, eppure ho vinto con la motivazione che avevo avuto il coraggio di aver raccontato una storia di disagio per la tecnica del fuorifuoco e mi ha segnato per sempre”.

Il “piccolo rituale” di Paolo Genovese

“Ho cominciato a scrivere le mie primissime cose a 14 anni forse 13, perchè mi regalarono una Olivetti Lettera 32 con cui cominciai a giocare. Da allora la prima scena di tutti i miei film io la scrivo con quella Olivetti Lettera 32, è il mio piccolo rituale. Solo la prima scena, perchè altrimenti mi ci vorrebbe più tempo a scriverla che a pensarla” ci ha rivelato in una video intervista che potete vedere per intero qui sotto grazie al nostro canale YouTube MADROG (se non siete ancora iscritti cliccate qui, è gratuito e sarete aggiornati sui vari nuovi video pubblicati di cinema e serie tv).

“In Italia si fa poca cultura in generale, ma soprattutto poca cultura del cinema e quindi i vari valorosi direttori di festival che si sobbarcano l’onere di organizzare questi eventi per fare in modo che i professionisti del grande schermo possano incontrare il pubblico e trasmettere l’esperienza diretta e la passione per questa arte credo sia veramente importante e un modo per avvicinare il pubblico al cinema” ha osservato il regista romano, riflettendo sul modo per riportare i giovani in sala.

Come riportare i giovani al cinema

“Quando si conosce si ama, conoscere la storia del cinema, quanto amore e quanta passione c’è dietro a un film probabilmente ti fa venire voglia di vederlo nel suo massimo splendore. I film sono pensati per essere proiettati in una sala cinematografica, sia per la qualità dell’audio e del video, sia per la condivisione delle emozioni con il pubblico, sia per potersi prendere due ore di tempo e farsi raccontare una storia” ha detto.

“Per i giovani sicuramente c’è la concorrenza delle piattaforme che ben venga, un nuovo modo di fruire le storie con tv, iPhone o iPad in qualunque momento e luogo. Non lo demonizzo, va benissimo, ma dobbiamo preservare la sala cinematografica perchè l’emozione che ci dà un film in sala non sarà mai equiparabile un film a casa o su lo smartphone. Inserire nelle scuole dei corsi di cinema credo sia qualcosa di fondamentale, se ne parla da tanto ma non si è fatto molto. La cultura è l’unico modo per riavvicinare i giovani, come la musica o il teatro. Poi ovviamente c’è anche una responsabilità da parte degli autori perchè comunque non è un automatismo, faccio un film che il pubblico deve vedere. Noi autori dobbiamo meritarci il pubblico, e quindi abbiamo la responsabilità di raccontare storie interessanti e accattivanti” ha aggiunto Genovese.

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Festival

Svevo Moltrasio: “Mi piacciono i film che lasciano in sospeso” | video intervista a Castiglione del Cinema 2023

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Svevo Moltrasio Gli Ospiti

Svevo Moltrasio a Castiglione del Cinema – Newscinema.it

Svevo Moltrasio, famoso youtuber e regista italiano, ha presentato in anteprima a Castiglione del Cinema 2023 il suo primo film Gli Ospiti. Lo abbiamo intervistato ed ecco cosa ci ha raccontato.

Dopo un percorso produttivo tortuoso e un crowdfunding riuscito, Svevo Moltrasio riesce a portare in sala il suo primo film, gli Ospiti, che arriverà nelle sale il 12 Ottobre 2023. L’anteprima ha avuto a luogo a Castiglione del Lago in occasione della prima edizione della rassegna cinematografica Castiglione del Cinema, a cura del Direttore Artistico Emanuele Rauco.

Il famoso youtuber italiano che ha iniziato la sua avventura sul web raccontato la vita degli italiani in Francia, dopo aver vissuto molti anni a Parigi, è tornato in Italia per provare a rivoluzionare il cinema italiano che spesso non è abbastanza coraggioso da dare fiducia a progetti indipendenti.

La video intervista a Svevo Moltrasio

Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Svevo Moltrasio sulle sponde del Lago Trasimeno subito dopo la proiezione de Gli Ospiti al Nuovo Cinema Caporali, una sala di riferimento per Castiglione del Lago che ha riaperto dopo una ristrutturazione capillare durata anni.

“Ho sempre scritto, diretto e montato da solo fin da quando facevo i corti a vent’anni. Quindi faccio fatica a non farlo, ho bisogno di avere il controllo totale di tutto e finché sono progetti indipendenti ci riesco. Poi la scrittura e il montaggio sono le fasi che preferisco” dice Moltrasio nella video intervista.

Gli Ospiti: di cosa parla

Durante una nottata in un casale nella campagna romana, dieci personaggi, perlopiù amici sui 30 e 40 anni, sono costretti a un confronto a suon di attriti, incomprensioni e sorprese che li metteranno a più riprese uno contro uno, tutti contro uno e uno contro tutti. Un film che ricorda le litigate del cinema di Muccino, o la struttura narrativa di Perfetti Sconosciuti e le commedie alleniane, ma denuncia una forte identità d’autore.

Moltrasio non nasconde le influenze di cineasti che ama da sempre come Woody Allen, Roman Polanski, ma spera di proporre le storie con una cifra stilistica personale. “Questo è un film in cui i personaggi si confrontano costantemente, e ho inserito temi di attualità proprio per rendere tangibile la scrittura di questo gruppo che si muove anche tra gli stereotipi volutamente” ha sottolineato.

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