Come ogni estate, torna la voglia di film sulle creature marine più temute di sempre, e Dangerous Animals prova a colmare questa sete di sangue in modo pseudo-originale.
Le vacanze estive sono nel pieno del loro svolgimento, il sole batte forte e il mare è la meta più ambita. Più ci si allontana dalla riva però, più si rischiano incontri spiacevoli, ecco perché è proprio questo il periodo perfetto per godersi un nuovo film a tema, sul grande schermo.
Sia che serva a esorcizzare la paura sia che metta ulteriore strizza da acqua profonda, questo nuovo horror marino cercherà in ogni caso di regalarvi una serata all’insegna del divertimento sanguinoso.
Esce infatti il 20 agosto in tutti i cinema italiani con Midnight Factory e Blue Swan Entertainment, Dangerous Animals, il nuovo thriller/horror travestito da shark movie che prova a distanziarsi dal classico filone.
Diretto da Sean Byrne (The Loved Ones, The Devil’s Candy) e scritto da Nick Lepard, è stato presentato in anteprima mondiale il 17 maggio 2025 al Festival di Cannes.

Cosa racconta il film
Zephyr (interpretata da Hassie Harrison, già nota per il suo ruolo in Yellowstone) è una giovane surfista che cerca di sfuggire ai propri demoni interiori e al peso delle relazioni. In cerca di libertà e silenzio, si rifugia tra le onde dell’Australia, dove una fugace avventura notturna con Moses (Josh Heuston, visto in Dune: Prophecy e Thor: Love and Thunder) sembra offrirle una parentesi spensierata.
Ma ciò che inizia come una pausa rigenerante si trasforma presto in un incubo. Proprio mentre si appresta a lasciare il Paese, Zephyr viene rapita da Tucker (interpretato da Jai Courtney, già in The Suicide Squad e Divergent), un serial killer calcolatore e ossessionato dal cinema horror.
Il suo modus operandi? Attirare turisti ignari in finti tour marini tra squali, per poi trasformare la barca in una prigione galleggiante, dove ogni scena è scritta nel sangue.
Man mano che la verità emerge, quella che doveva essere un’esperienza esotica diventa una lotta disperata per la sopravvivenza. E ben presto, lo scenario tanto spettacolare si farà spietato.
Uno shark movie atipico è la scelta giusta?
Sono moltissimi i film che prendono il mito dello squalo assassino e ne fanno una fonte redditizia d’intrattenimento estivo. Anche Dangerous Animals ci prova, ma affidandosi a una struttura atipica per il sottogenere d’appartenenza.
Disegnato come un thriller sanguinoso dalle tinte horror, fa degli squali il suo punto di partenza ma ci si allontana presto, riflettendo su altro. Questa scelta quindi, funziona?

Difficile rispondere in maniera univoca, occorre forse interrogarsi sull’intento di partenza. “Il vero predatore non è in acqua” cita il poster del film, portandoti immediatamente verso una strada lontana dai tipici shark movie in cui il cattivone è lo squalo bianco di turno.
Qui, al contrario, per buona metà del film quasi ce li dimentichiamo gli squali. La concentrazione viene totalmente rapita dal carisma di Jai Courtney e del suo Tucker, un ragazzo disturbato, perverso, patologicamente fissato con i film horror tanto da volersi fare una videoteca personale di snuff movie autoprodotti.
Tra citazioni e amore per il cinema, Tucker trova soddisfazione soltanto nel morboso piacere voyeuristico. Lo condisce di torture homemade e squali, per i quali nutre una forte passione tanto da pensare che tra loro ci sia una sorta di sintonia, un’innata somiglianza. Questo è ovviamente solo uno dei folli pensieri che il ragazzo partorisce, vittima di una mente malata e alimentata da folli istinti umani, ben lontani da quelli delle creature marine.
Empaticamente stitico nei confronti delle proprie vittime, Tucker è dunque il vero predatore della storia. Insieme a lui, il film trova una radice disturbante parallela, e non coincidente, con il classico stereotipo dello squalo negli shark movie, rivisitando il genere in maniera non perfetta ma apprezzabile.
Dangerous Animals: più reale di quanto si possa immaginare
Di certo non serviamo noi per dirvi, nel 2025, che gli squali non sono i killer degli oceani che vengono dipinti nei film. Basta qualche ora di documentari o leggere una manciata di pagine di qualche libro a tema per scoprire che è tutto il contrario.
In primis siamo noi che invadiamo il loro territorio, spesso in maniera del tutto innaturale e pericolosa, in secondo luogo, per dirla in parole povere: non siamo il pasto che loro vorrebbero mangiare.
Tutti i casi documentati di attacchi all’uomo da parte di squali, ci fanno immediatamente comprendere che in determinate condizioni (quasi sempre evitabili) alcune specie di squali ci scambiano per loro prede, ma subito dopo ci mollano e se ne vanno.
Ovviamente il problema è che uno squalo bianco di cinque metri che ti azzanna e poi si accorge che non sei una foca, ti ha comunque staccato una gamba. Ma nessuno per caso si chiede qual è il motivo per il quale alla fine, qualunque specie sia, cambia sempre strada e non ti divora?

Questo enorme preambolo ci fa tornare proprio a Dangerous Animals e alle altre sue scelte insolite. Pescando tra sequenze di dubbia utilità e impatto, il film mostra però anche alcune scene decisamente più calibrate.
In relazione a quanto affermato poco fa, e quindi forse con un pizzico di coscienza in più, si può dichiarare che il film sia più realistico di tanti altri visti fino ad oggi. Vediamo ad esempio incontri faccia a faccia tra giganteschi squali bianchi e umani, in cui la creatura degli abissi si sposta all’ultimo (ricordiamo che la vista non è il loro senso migliore e spesso, infatti, attaccano dal basso perché la sagoma ricorda le foche).
Oppure ancora atteggiamenti tipici di ogni differente specie, dal mako al leuca. Peccato però che sul finale, questa entusiasmante fedeltà realistica venga smentita per piegarsi a forzature di trama.
Se avete dunque voglia di una serata al cinema, tra sangue, spietati killer (umani) e squali co-protagonisti, Dangerous Animals potrebbe fare al caso vostro. Non sarà il miglior shark movie mai realizzato, ma con i suoi 93 minuti e, se non bastasse, anche una bella dose di girl power per restare al passo coi tempi, regala ciò che promette: intrattenimento estivo, asciutto e divertente.