Il 29 agosto 2025 Netflix ha lanciato Numero sconosciuto: uno scandalo di cyberbullismo, un documentario true crime. Ecco la storia vera a cui è ispirato.
La vicenda raccontata nel documentario di Skye Borgman prende vita in una tranquilla cittadina del Michigan, dove una giovane coppia, Lauryn Licari e Owen McKenny, inizia a ricevere messaggi anonimi carichi di insulti, minacce e dettagli intimi difficili da spiegare.
Quello che sembrava un brutto scherzo si è trasformato presto in un incubo, una vera campagna di molestie psicologiche portata avanti con freddezza e determinazione.
La tensione cresce man mano che la polizia indaga, rivelando un colpevole inaspettato: dietro quegli sms ossessivi non si nascondeva un estraneo, ma qualcuno molto più vicino alle vittime di quanto si potesse immaginare.
Una scoperta che ha sconvolto non solo i diretti interessati, ma l’intera comunità, mettendo a nudo quanto fragile possa essere il confine tra fiducia e tradimento.

Uno sguardo sobrio e potente sul cyberbullismo
Ciò che rende questo documentario particolarmente incisivo è la sua capacità di affrontare un tema delicatissimo senza scivolare nel sensazionalismo. Skye Borgman costruisce un racconto equilibrato, che alterna testimonianze dirette, ricostruzioni mirate e il punto di vista investigativo.
Il risultato è un film che emoziona, sconvolge e invita a riflettere, dando voce alle vittime senza mai ridurle a semplici protagonisti di cronaca.
Il tono resta sempre misurato, ma l’impatto emotivo è fortissimo. La sofferenza di chi ha vissuto questa esperienza arriva allo spettatore con immediatezza, così come l’angoscia di sentirsi braccati da un nemico invisibile.
È un approccio che trasforma il documentario in una lente di ingrandimento sulle dinamiche del cyberbullismo, mostrando quanto profonde possano essere le ferite lasciate da un telefono che squilla con un messaggio anonimo.
La regia di Skye Borgman e il peso della realtà
Conosciuta per altri successi true crime, Skye Borgman si conferma una delle registe più sensibili nel raccontare storie vere legate a crimini complessi. In Numero sconosciuto dimostra ancora una volta la sua capacità di unire precisione narrativa ed empatia.
Non ci sono forzature drammatiche, ma una struttura che tiene lo spettatore incollato allo schermo dall’inizio alla fine, grazie a un ritmo serrato e a una narrazione che procede come un thriller psicologico, pur restando sempre ancorata alla realtà.
Il documentario diventa così molto più di un semplice resoconto: è un invito a riflettere sull’impatto devastante del cyberbullismo, un fenomeno che cresce insieme alla nostra dipendenza dalla tecnologia e all’illusione di anonimato che il digitale continua a offrire.
Un monito per il presente
Con una durata di circa un’ora e mezza, Numero sconosciuto riesce a condensare in poco tempo una vicenda che lascia il segno. Non si limita a raccontare l’incubo vissuto da due giovani, ma apre uno squarcio su una realtà che potrebbe riguardare chiunque.
È un film che parla di fiducia tradita, di dolore psicologico e di quanto sia necessario sviluppare nuovi strumenti per difendersi da un tipo di violenza tanto invisibile quanto distruttiva.
La storia vera dietro questo documentario si rivela così un monito potente e universale. Guardarlo significa confrontarsi con il lato oscuro della comunicazione digitale, ma anche riconoscere l’importanza di dare ascolto, sostegno e giustizia a chi ne diventa vittima.