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Delirio Tim Burton a Giffoni55: “Johnny era un teen idol, ma con l’anima di una star del cinema muto”

Nero come l’inchiostro, iconico come pochi, inafferrabile come sempre. Tim Burton ha stregato Giffoni55. Ecco come è andata la giornata delirante.

Con la sua presenza magnetica e fuori dagli schemi, Tim Burton ha trasformato l’arrivo alla Cittadella del Cinema in un vero evento cult. Già dalle prime luci dell’alba, un fiume di fan si era assiepato lungo il red carpet della Sala Truffaut, in attesa di un autografo, uno scatto o, semplicemente, per incrociare lo sguardo di chi ha saputo dare forma ai propri sogni più bizzarri e agli incubi più poetici.

Ad accompagnarlo, a sorpresa, una Monica Bellucci solare e generosa, che ha lasciato la scena con eleganza all’uomo che ha cambiato per sempre l’immaginario cinematografico con opere come Edward mani di forbice, La sposa cadavere e Big Fish. Burton è arrivato a Giffoni per celebrare l’arrivo su Netflix della seconda stagione di Mercoledì, di cui ha diretto alcuni episodi e curato lo stile visivo.

La prima parte sarà disponibile dal 6 agosto, la seconda dal 3 settembre: un doppio appuntamento attesissimo per i fan della giovane Addams (Jenna Ortega), pronta a tornare tra i misteri gotici della Nevermore Academy, in un turbine di enigmi, famiglia, sarcasmo e oscurità adolescenziale.

Il genio di Burton accende Giffoni

Accolto da una platea che sembrava uscita dai suoi storyboard – tra maschere, abiti total black e cosplay della Sposa Cadavere – Burton ha ricevuto il prestigioso Premio Truffaut dalle mani di Claudio Gubitosi, fondatore del festival. L’atmosfera? Magica, surreale, vibrante. Come un frame di Nightmare Before Christmas che prende vita.

Grazie, è bellissimo e un po’ terrificante essere qui”, ha detto in italiano, sorridendo con l’umiltà dei grandi. “Anche io ero come voi: da ragazzino giravo piccoli film, disegnavo. Qui troverete l’energia giusta per inseguire i vostri sogni… e forse anche i vostri incubi”. Un invito accorato a credere nella propria unicità, nella propria voce, anche quando – o soprattutto quando – è fuori dal coro.

Dietro le quinte di Mercoledì: “È come me. Strana, forte e fuori dal coro”

Parlando di Mercoledì, Burton ha svelato il suo legame profondo con il personaggio: “Quando ho letto la sua descrizione, ho sentito subito una connessione. Mi sono rivisto nella sua stranezza, nella sua forza silenziosa. Anche io da adolescente mi sentivo un outsider, anzi… un escluso tra gli esclusi”. Una confessione che ha commosso la platea e illuminato il senso più intimo del suo cinema: trasformare l’emarginazione in potere creativo.

Il suo primo amore resta Vincent, cortometraggio del 1982 narrato dal leggendario Vincent Price: “È il mio progetto più emotivo, il più personale, anche se non amo riguardare i miei film. Appartengono al momento in cui li ho creati”. E su Johnny Depp, uno degli attori simbolo della sua filmografia, ha detto: “In lui ho visto qualcosa di più di un teen idol: un attore muto moderno, un’anima piena di conflitti. Era perfetto”.

Burton Giffoni
Delirio di fan per Tim Burton al Giffoni (Foto: Ufficio stampa) – Newscinema.it

“Spegnete i social e create”: la lezione di vita del regista dark più amato

L’incontro ha toccato anche il rapporto con i social media, che Burton non ha esitato a definire tossico per la creatività: “Se avessi dovuto crescere nel mondo iperconnesso di oggi, non so se ce l’avrei fatta. Non leggete i commenti. Usate internet con equilibrio. Ma soprattutto, fate altro. Disegnate, scrivete, vivete davvero”.

Spazio anche a Lady Gaga, che ha definito “un’artista immensa, con cui c’è stata una connessione forte e sincera”, e al suo approccio alla narrazione dark: “Non sono solo oscurità. La vita è un mix di gioia e dolore, di bellezza e tragedia. Io cerco solo di raccontarla per com’è, in tutta la sua assurdità poetica”.

Tra i momenti più toccanti, il ricordo di Big Fish, girato poco dopo la scomparsa del padre: “Non è una mia idea originale, ma è il film che più mi ha aiutato a elaborare il rapporto con lui. Avevo bisogno di realizzarlo in quel preciso momento della mia vita”.

Poi, un ultimo consiglio, che suona come una dichiarazione d’amore per l’arte e per la vita: “Siate autentici, seguite la vostra ispirazione fino in fondo. Solo così, un giorno, potrete dirvi davvero fortunati”. A Giffoni55, Tim Burton non ha solo incontrato i suoi fan. Ha ricordato a tutti che la diversità non è un difetto, ma un dono. E che la creatività nasce sempre, inevitabilmente, da uno sguardo laterale.

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