Un film che mescola politica e passione, tra scontri sociali e drammi personali: ecco la nostra recensione di Una battaglia dopo l’altra, il ritratto potente di un’epoca in fiamme.
Pronto a riempire le sale cinematografiche italiane dal 25 settembre, Una battaglia dopo l’altra è il nuovo potente dramma action con protagonista Leonardo DiCaprio. Scritto, diretto e co-prodotto da Paul Thomas Anderson, il quale ha anche seguito (in parte) l’aspetto fotografico del film, gode di un cast stellare dove emergono nomi del calibro di Sean Penn e Benicio Del Toro.
Accompagnati da Regina Hall, Teyana Taylor e Chase Infiniti, lavorano all’unisono per lasciare il segno nel panorama cinematografico attuale, come un po’ tutto il cinema andersoniano ha sempre fatto.
Dopo pellicole come The Master, Il Petroliere, Magnolia o Licorice Pizza, è giunto il momento di puntare l’occhio di bue su Una battaglia dopo l’altra, dal 25 settembre al cinema con Warner Bros. Pictures.
Cosa racconta Una battaglia dopo l’altra
Il film racconta di un gruppo di ex rivoluzionari americani, costretti a tornare insieme quando il passato si ripresenta sotto forma di una minaccia concreta.
Sono passati sedici anni da quando Bob Ferguson (Leonardo DiCaprio), un tempo leader carismatico del collettivo French 75, ha abbandonato le armi per ritirarsi in solitudine, ormai disilluso, segnato da rimpianti, dipendenze e un’esistenza marginale.

Tormentato dalla paranoia e accompagnato solo dalla figlia Willa (Chase Infiniti), brillante e indipendente, è costretto a rientrare in azione quando la ragazza viene rapita.
Il suo storico nemico infatti, il colonnello Steven J. Lockjaw (Sean Penn), riemerge dall’ombra per mettersi in pari e cancellare le tracce di quell’offesa ideologica che tanto odia. Inizia così una corsa contro il tempo che lo porterà a fare i conti con il suo passato, in un viaggio che cambierà per sempre il legame tra padre e figlia.
Eroi imperfetti combattono battaglie reali
In un panorama come quello odierno, vedere un film del genere fa bene. Questo perché Una battaglia dopo l’altra è, a conti fatti, un chiaro segnale di rivolta, un viaggio che attraversa le contraddizioni contemporanee di un’America moderna ma anche di un Pianeta alla deriva. Esplorando quanto resti veramente degli ideali sani quando la realtà si mostra spietata, il film cerca risposte pur schierandosi fin da subito dal lato che Anderson vuole.
Instancabili attivisti per i diritti civili, rabbiosi e stanchi, rapporti familiari complicatissimi ma forgiati dall’amore di chi ha sfidato le regole sociali. E poi estremisti, schiavisti, padroni capitalisti che si eccitano con perverse e incoerenti fantasie.
Club segreti di moderni nazisti che come unico obiettivo della vita hanno quello di diventare Pionieri del Natale, inneggiando il suprematismo bianco.
Una battaglia dopo l’altra non è solo un racconto da godersi in una serata con pop corn e coca-cola, è più da intendersi come un viaggio intenso, ricco, impegnativo e profondamente cinematografico.
Dinamicità ma poca emozione
Il nuovo lavoro del talentuosissimo Paul Thomas Anderson, ci porta in un percorso molto politico ma mai appesantito. Sono 162 lunghi minuti che vivi come fossero 90, con un perfetto bilanciamento tra azione, ironia e dialoghi di approfondimento.
Forse quella che manca è l’emozione che non riesce mai a investirti, proprio perché il tessuto narrativo non lascia mai un vero spazio di manovra all’empatia. È anche vero però, che tranne nell’ultimo scambio padre-figlia in cui è chiaro (per costruzione della scena) che Anderson cerca emozione, senza risultato, il restante minutaggio è proiettato verso altro.
Il film non manca dunque di dinamicità ma di emozione sì, pur avendo un DiCaprio precisissimo nell’indossare la vestaglia di questo sbadato, sudicio e sempre agitato ex rivoluzionario.

Dove la precedente generazione fallisce, Anderson e il suo film, sperano che la nuova sia migliore. E tra satira pungente e denuncia sociale, si cerca costantemente un mondo futuro in cui specchiarsi.
Le battaglie da combattere sono tante, nel film quanto nel presente di tutti noi. Anderson, però, con questo suo decimo lungometraggio, ci avvicina un pochino di più a un risultato — quello, si spera, di trascinare le masse al cinema e aprire qualche mente più ostile.
Una battaglia dopo l’altra vi aspetta in tutte le sale italiane, dal 25 settembre.