L’attore e regista Claudio Amendola insieme a Matteo Branciamore, Andrea Arru e Marta Filippi, hanno presentato al Giffoni Film Festival 2025, l’attesa fiction I Cesaroni – Il Ritorno.
Questo pomeriggio è stata presentata la fiction I Cesaroni – Il Ritorno all’interno della 55esima edizione del Giffoni Film Festival. Diretta e interpretata da Claudio Amendola, questa serie è tra i titoli maggiormente attesi del palinsesto autunnale di Canale5.
Un ritorno alle origini, per chi è cresciuto con la famiglia Cesaroni, proprietaria da generazioni della nota bottiglieria situata nel quartiere Garbatella di Roma. Ospiti del Giffoni Film Festival, il regista e attore Claudio Amendola, Matteo Branciamore e le new entry Andrea Arru e Marta Filippi, hanno risposto ai giornalisti, parlando di novità e momenti toccanti avvenuti durante le riprese.
Intervista al cast de I Cesaroni – Il Ritorno
Claudio, com’è stata l’esperienza come regista? E invece per Matteo, com’è stato tornare in quella casa?
Amendola: “Esperienza totale e soddisfacente. Faticosa ma divertente e piena di responsabilità. È stata una sfida che dura da anni e l’idea di poter riportare i Cesaroni nelle case delle italiane era giusto farlo con una certa responsabilità”.
Branciamore: “È stato come tornare a casa, in famiglia. Quando siamo tornati nel salotto della casa, dopo 15 anni è scesa una lacrimuccia.
Come sarà il ritorno de I Cesaroni nelle case delle famiglie italiane, che rispetto ad anni fa, sono cambiate notevolmente?
Amendola: “Se è vero che I Cesaroni rappresentano la vita delle famiglie italiane, abbiamo deciso di inserire argomenti delicati come il Covid, che ha segnato il nostro paese. La storia è ambientata nel 2025, ma anche loro sono stati figli di quella crisi e se la salute è salva, a livello mentale ci ha lasciato segni”.
Filippi: “Per me è un onore aver fatto parte de I Cesaroni, essendo in primis una fan. Il mio personaggio è Virginia e sono la compagna di Marco, con il quale abbiamo un figlio insieme. Lei gioca un ruolo di guida e consigliera della famiglia, visto che Marco cerca di riavvicinarsi alla figlia adolescente. Invece, nostro figlio si chiama Adriano ed è un ragazzo di cuore, che mette in secondo piano le sue fragilità ma che verranno, irrimediabilmente, a bussare alla loro porta”.
Arru: “Interpreto un ragazzo neurodivergente, uno dei personaggi più difficili che ho avuto modo di interpretare finora. È stato bello farlo. Lui è un ragazzo spiazzante, bello, colto e che avrà una storia con Marta, la nipote di Giulio ovvero la figlia di Marco.”
Come sarà il rapporto di Giulio come papà all’antica e Marco come papà moderno?
Amendola: “Beh, il rapporto tra genitore vecchia maniera e nuovo papà che è Marco sarà interessante. Se prima risolvevo i problemi a schiaffi in testa, oggi ci sono dialoghi molto belli, di due uomini di generazioni diverse che si confrontano e si mettono in discussione”.

Claudio Amendola commosso nel ricordare Antonello Fassari
Inevitabile rivolgere un pensiero all’indimenticabile Antonello Fassari, che inizialmente avrebbe dovuto prendere parte alle riprese. Queste le parole del regista e amico di una vita: “Sapevamo che Antonello era malato da mesi. La sceneggiatura iniziale prevedeva me, Antonello, Ricky Memphis e Lucia Ocone a formare un quartetto. Poi abbiamo capito che dovevamo rinunciare della sua presenza. Così abbiamo centellinato le sue presenze nella fase di scrittura, fino a quando se n’è andato prima che iniziassimo le riprese.”
Amendola ha continuato dicendo: “A quel punto ci siamo divisi le sue battute e Giulio ha preso molto del personaggio di Cesare, anche se non è ripetibile. Mi commuovo ancora oggi pensandoci. Poi è successa un giorno una cosa molto strana. Io e Ricky stavamo facendo un incidente con la macchina molto brutto mentre eravamo in scena e siamo sicuri che Antonello ci abbia salvato la vita. Abbiamo deciso di scrivere sul ciak “ciao Antonello” perchè è un personaggio indimenticabile e perché Cesare c’è”.
Le famiglie allargate sono un argomento molto presente ne I Cesaroni…
Amendola: “Senza educare e pretesa di insegnare le cose a nessuno ci siamo presi la responsabilità di raccontare le famiglie allargate. La mia famiglia, Amendola, è da sempre separata e lo facciamo ancora adesso, siamo fedeli come i Carabinieri. Il nostro linguaggio scanzonato non è mai banale o superficiale, trattando argomenti che si possono trattare con leggerezza ma mai superficialità. Una fiction di così grande respiro deve avere il coraggio di toccare qualcosa di idealmente scomodo. Negli anni, i genitori mi sono venuti a dire “grazie” per avermi aiutato a spiegare un argomento che non riuscivo a trattare con i miei figli.”
Se dovesse invitare un ragazzo della nuova generazione a vedere I Cesaroni – Il Ritorno, cosa gli direbbe?
Amendola: “Se dovessi dire a un ragazzo di 9 o 12 anni di vedere questa serie gli direi che si riuscirebbe a riconoscere e a porsi qualche domanda. È una serie involontariamente educativa e ti da lo spazio per respirare e farti opinioni diverse”.