La Profezia dell’Armadillo: bisogna essere cavalieri jedi nella vita

Bisogna essere cavalieri jedi nella vita” recita Simone Liberati nei panni di Zero, un ragazzo romano che vive nella periferia romana, nel quartiere di Rebibbia conosciuto come Tiburtina Valley.

Il protagonista del film La Profezia dell’Armadillo, adattamento per il grande schermo del celebre fumetto di Zerocalcare, per la regia di Emanuele Scaringi, cerca di trasformare la sua passione in un lavoro. Disegna fumetti, manifesti e loghi come freelance, vivendo ogni giorno la sua città tra mezzi pubblici, incontri con la madre apprensiva interpretata da Laura Morante, e i simpatici confronti con il migliore amico Secco (Pietro Castellitto). Quando gli viene comunicata la morte prematura di Camille, un amore adolescenziale che viveva da molti anni in Francia, Zero è chiamato ad affrontare le incertezze della sua generazione e tirare le somme del suo presente, con l’aiuto di un armadillo in carne e ossa (Valerio Aprea) che rappresenta la sua coscienza critica.

La Profezia dell’Armadillo è il primo fumetto realizzato dall’artista Michele Rech, diventato famoso come Zerocalcare. “I trentenni sono una categoria superata, a cui ci si attacca per nostalgia, come il posto fisso” è la teoria intorno alla quale costruisce le sue avventure raccolte in vignette e illustrazioni apprezzate da pubblico e critica. Il film si apre infatti con una sequenza animata che poi lascia spazio alla realtà, presentando un film manifesto di una generazione cresciuta negli anni ’90 che deve affrontare il precariato, la paura di diventare adulti e non farsi inglobare da un sistema consumistico e superficiale.

Simone Liberati e Pietro Castellitto sono perfetti nei panni di Zero e Secco, due personaggi che rendono sullo schermo con naturalezza e umiltà. La sceneggiatura vive dei dialoghi acuti e ironici tra loro due e dei consigli puntuali dell’Armadillo, che sembra avere una soluzione per qualsiasi problema e non si trattiene dal denunciare il suo punto di vista su ogni scelta di Zero. Alla base di questo buddy movie c’è l’elaborazione di un lutto, ma anche l’evoluzione emotiva di un ragazzo che fatica a rendersi conto dei suoi sentimenti e deve trovare il modo di dare una forma concreta ai propri sogni. Tutto questo però è reso con una narrazione dai toni leggeri, regalando un film divertente e attuale che mantiene un ritmo dinamico dall’inizio alla fine.

I numerosi riferimenti culturali al cinema e letteratura suggeriscono l’epoca di riferimento dei protagonisti e non mancano guest star imprevedibili che lasciano il segno. Scaringi sceglie una regia pulita e semplice che funziona, nonostante il pericolo di una versione caricaturale, soprattutto per la resa della creatura corazzata di colore arancione che appare e scompare sulla scena. La Profezia dell’Armadillo è un film umile e moderato che emoziona e intrattiene, unendo fantasia e reale senza artifici e vuote sperimentazioni. Al cinema dal 13 settembre distribuito da Fandango.