Venezia 75, La Profezia dell’Armadillo intervista: “Un film da Zerocalcare e non di Zerocalcare”

Il cast de La Profezia dell’Armadillo, attesissimo lungometraggio in live-action tratto dall’omonima graphic novel di Zerocalcare, al secolo Michele Rech, è arrivato al Lido di Venezia insieme al regista per presentare il film in concorso nella sezione Orizzonti. Grande assente nella giornata dedicata alla prima della commedia prodotta da Fandango è proprio il fumettista romano, che “soffre tantissimo la promozione dei propri lavori” e che quindi ha chiesto di “non essere coinvolto anche nella promozione del lavoro degli altri”. Perché La Profezia dell’Armadillo, come spiega il regista Emanuele Scaringi, al suo debutto con un lungometraggio, è un film “da Zerocalcare” e non un film “di Zerocalcare”.

“La realizzazione di questo film è stata una vera e propria sfida, perché con il suo fumetto Michele è riuscito ad unire due cose molto distanti fra loro: l’elaborazione del lutto e il tono da commedia”, afferma il regista. “Si tratta di un equilibrio difficile da replicare su schermo ma con gli sceneggiatori abbiamo cercato di trasformare le strisce della graphic novel in un racconto lungo e coerente”. Zerocalcare, che non sarà presente in sala neanche per la proiezione per il pubblico di oggi pomeriggio, ha visto già il film. “Il suo giudizio ? Ci sta ancora pensando”, scherza Scaringi. Il fumettista ha comunque collaborato al casting del film e ha contribuito alla costruzione delle scenografie. I poster che si vedono ne La Profezia dell’Armadillo sono infatti quelli reali che Zerocalcare ha in casa.

A prestare il proprio volto per i personaggi di Zerocalcare e del suo amico Secco ci sono rispettivamente Simone Liberati e Pietro Castellitto, la cui “alchimia”, come la chiamano loro, emerge con forza nel film. “Interpretare un personaggio così iconico è stata una prova piena di insidie, ma ho cercato di svincolarmi da quelle che potevano essere le aspettative del pubblico per cercare di restituire al meglio la complessità dei personaggi del fumetto”, afferma Liberati. “Quando ho cominciato a diventare ansioso ho capito che forse stavamo andando nella direzione giusta”. Più ironico invece il commento di Castellitto, vero mattatore del film: “Troppa responsabilità può diventare senso di colpa, mentre noi abbiamo cercato di replicare su schermo il tipo di comicità unica di Zerocalcare”.

Fra gli elementi che più hanno catalizzato l’attenzione dei fan del fumetto fin dal primo trailer c’è sicuramente la maniera scelta dal regista per rappresentare su schermo il celebre Armadillo con cui il protagonista dialoga come se fosse una estensione della propria coscienza. Sotto l’enorme corazza realizzata per dare forma all’animale si nasconde Valerio Aprea, che adesso spera di non essere costretto a “tentare il suicidio come l’attore che interpretò Jar Jar Binks in Star Wars”. L’attore romano è cosciente della grande responsabilità che comporta trasporre al cinema un’opera simbolo della cultura pop italiana degli ultimi anni: “Io sono sempre stato un amante del fumetto di Asterix e quando vidi per la prima volta il cartone animato ci rimasi male: ci vuole un attimo a tradire l’immaginario di un autore”.

Ad esporre per la prima volta l’idea del personaggio ad Aprea fu Valerio Mastandrea, inizialmente indicato come il regista del film (adesso è accreditato come sceneggiatore). “Valerio mi parlò di questa idea e io gentilmente gli dissi che non mi sembrava un ruolo adatto a me”, spiega l’attore. “Allora lui provò senza successo a coinvolgere Antonio Rezza. Diversi mesi dopo ricevetti una chiamata dalla produzione che voleva ripropormi nuovamente la parte. Ho rifiutato diverse altre volte prima di accettare, ma dopo la terza lettura della sceneggiatura è scattato qualcosa nella mia testa”.

Tra i diversi camei di personaggi celebri che ci sono ne La Profezia dell’Armadillo anche quello di Adriano Panatta: “La scena che mi vede protagonista è stata scritta da Procacci e io ci ho aggiunto del mio semplicemente cercando di essere me stesso”. Proprio Domenico Procacci, produttore del film, rimane comunque vago (forse anche per scaramanzia) su di un eventuale futuro cinematografico del progetto: “Non è mai stata discussa la possibilità di creare un franchise, ma sono sicuro che ci siano altri lavori di Zerocalcare che sarebbero perfetti per una trasposizione per il grande schermo”. Il film arriverà al cinema il prossimo 13 settembre.