Noi, la recensione dell’incubo di Jordan Peele fra ironia e terrore

Dopo l’inquietante Scappa – Get Out il regista Jordan Peele torna al cinema con un nuovo thriller spiazzante e coinvolgente, intitolato Noi (titolo originale Us), al cinema dal 4 Aprile con Universal Pictures. L’idea alla base della sceneggiatura si ispira all’episodio Mirror Image della celebre serie The Twilight Zone – Ai Confini della Realtà che andava in onda tra il 1959 e il 1964, presentando alcune storie brevi di fenomeni paranormali e fatti bizzarri.

Noi racconta la storia di una donna di nome Adelaide, interpretata da Lupita Nyong’0, che torna alla sua casa di infanzia al mare con il marito e i due figli per passare le vacanze estive. Tormentata da un trauma irrisolto del passato e sconvolta da una serie in coincidenze alquanto inquietanti, Adelaide sente crescere e materializzarsi la sua ossessione e capisce che sta per succedere qualcosa di brutto alla sua famiglia. Dopo una giornata in spiaggia, la famiglia Wilson torna a casa e, quando cala la notte, il figlio maschio nota sul dialetto di casa quattro figure che si tengono per mano nella penombra. Nonostante le minacce del Signor Duke che gli intima di sparire e allontanarsi dalla loro casa, questi oscuri personaggi si avvicinano a loro rivelando la loro identità: sono quattro copie esatte dei componenti della famiglia Wilson.

Noi film
Una scena dal film Noi

Lupita Nyong’o regala una performance da Oscar nei panni di due personaggi dalla personalità opposta. Da una parte una madre e moglie premurosa, dall’altra un’anima violenta con uno sguardo da brivido e una voce cavernosa, a tratti inquietante e a tratti ridicola. Perchè Peele gioca molto sulla convivenza di toni diversi della narrazione, confezionando un ipnotico incubo a occhi aperti in cui convivono armoniosamente ironia e terrore. Il ruolo di Winston Duke rappresenta la parte di commedia di questo thriller dinamico e intrigante che tiene incollati allo schermo dall’inizio alla fine. Al centro il tema del doppio e la convinzione che siamo noi stessi il nostro peggiore incubo. I replicanti della famiglia Wilson sono a tratti spaventosi e a tratti buffi, richiamando la goffaggine e la lentezza degli zombie che siamo abituati a vedere al cinema e in televisione. Tuttavia Noi conferma nuovamente il talento di Jordan Peele nel proporre una sua personale visione di un cinema horror ricco di contenuti che strizza l’occhio anche a un tipo di fantascienza simile a quella degli episodi di Black Mirror che propone una versione alternativa della realtà.

us movie
Lupita Nyong’o

Noi è simbolo di un cinema che si concretizza sotto la superficie con una buona dose di humour nero e molti riferimenti. Rientra in parte nel genere home invasion ricordando film come The Strangers o Funny Games in cui alcuni sconosciuti entrano nella casa dei protagonisti con brutte intenzioni, ma poi devia verso una sorta di horror percepito che si sviluppa a livello psicologico, tralasciando immagini esplicite, splatter o gore. Mentre Get Out affrontava il tema del razzismo, Noi sottolinea la percezione del diverso in senso più generale. I replicanti che indossano una tuta rossa e non riescono a comunicare chiaramente sono una manifestazione di chi vive nell’ombra dei vincenti, della classe benestante e si accontentano degli scarti, montando una vendetta. Peele sembra aver voluto parlare del lato oscuro di un paese come l’America, nascosto per molti anni dietro il perbenismo e segnato dal senso di colpa. La fotografia suggestiva e la sceneggiatura lineare e dinamica si fondono perfettamente con una colonna sonora coerente che crea la giusta atmosfera e ha una forte valenza narrativa.

Noi, la recensione dell’incubo di Jordan Peele fra ironia e terrore
4 Punteggio
Pro
Trama originale, Colonna Sonora, Lupita Nyong'o
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora

Noi – video recensione