Patriot, la recensione della nuova serie tv Amazon Studios

Presentata in anteprima alla Berlinale 2017, Patriot è la nuova produzione Amazon Studios, in arrivo anche nel nostro Paese dal prossimo 24 febbraio. Da un’ idea di Steven Conrad, la serie è un cinico mix intelligentemente dosato di cronaca politica, umorismo nero e intrighi internazionali, che fa proprio dello stacco fra contesto serioso e situazioni demenziali il suo punto di forza. Le prime due puntate vedono John Tavner, agente segreto con la passione per la musica folk, impegnato in una missione sotto copertura come impiegato per trasferire un importante carico di denaro da un luogo ad un altro, con la necessità di non insospettire i suoi nuovi colleghi e datori di lavoro.

Pur prendendo spunto dalle reali complicazioni iraniane, in materia di armi nucleari e rapporti esteri, si nota come Conrad in realtà ami la finzione narrativa, e decida presto di distanziarsi dalla verosimiglianza per dar libero sfogo alla sua anima grottesca. Negli ultimi anni serie televisive come Atlanta, Young Pope e Fargo hanno dimostrato che è possibile mescolare serio e faceto con risultati spesso inusuali e provocatori, e Patriot sembra aver fatto tesoro di questa lezione, riuscendo ad inanellare una lunga sequenza di sketch davvero irresistibili. 

Terry O’ Quinn e Michael Dorman in Patriot

La comicità visiva, tra regia e montaggio

È chiaro fin dai minuti iniziali della prima puntata come la serie targata Amazon punti su di una comicità visiva: fatta di invenzioni di regia e stacchi di montaggio, più simile a quella del cinema di Edgar Wright piuttosto che a quella delle commedie televisive classiche. E se i prodotti per il piccolo schermo spesso giocano tutto sulla qualità della scrittura (dai colpi di scena inaspettati ai dialoghi creati per rimanere nella memoria dello spettatore), questa piccola serie stravolge i canoni strappando grasse risate anche solo attraverso delle piccole espressioni facciali di Chernus e Dorman

Nulla da eccepire, inoltre, sul piano della fotografia e della regia. Tutto è curato nei minimi dettagli, e la resa visiva non sfigura se confrontata con le grandi serie televisive attualmente in onda. Dalla costante desaturazione dei colori a sequenze che sembrano uscite da un lungometraggio di Refn per contrasti cromatici e regia, Steven Conrad (regista di tutta la prima stagione) mette in campo i migliori trucchi del mestiere, dimostrandosi un artista in grado di mettere efficacemente in scena le strampalate idee nella sua testa.

Michael Dorman in Patriot

Idioti da umorismo “coeniano”

È incredibile come Patriot riesca a prendersi gioco di questi idioti qualsiasi, protagonisti di una storia più grande di loro e immersi in un mondo che faticano a comprendere. È proprio dalla loro antropologica inadeguatezza, infatti, che nasce la risata. I personaggi sono sempre in cerca di risposte semplici per domande complesse, nella convinzione che anche la missione più ardua possa essere superata con un paio di ceffoni ben assestati. 

I primi due episodi della nuova serie Amazon Studios sono così divertenti e brillanti che sarebbe assurdo non consigliarne la visione, sicuri che gli amanti di un certo tipo di umorismo “coeniano” non rimarranno delusi da questa black comedy. E come se tutto questo non bastasse, sembrerebbe che la serie stia tenendo ancora nascoste le sue carte migliori.