Qualcuno volò sul nido del cuculo | A teatro per la regia di Alessandro Gassmann

Dopo l’entusiasmante passaggio al Sala Umberto di Roma, Qualcuno volò sul nido del cuculo sbarca al Teatro Bellini di Napoli. Lì dove tutto è iniziato – lo spettacolo è infatti una produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Biondo Palermo. Dal 15 al 27 novembre 2022, la suggestiva location campana ospiterà una delle proposte teatrali più emozionanti, intense e imperibili dei nostri tempi. A firmarne la regia, niente meno che da Alessandro Gassmann.

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Qualcuno volò sul nido del cuculo | Le origini dello spettacolo scelto da Alessandro Gassmann

Era il lontano 1975 quando Miloš Forman adattò un romanzo di Ken Kesey, intitolato Qualcuno volò sul nido del cuculo. Cinque premi Oscar – tra cui quello al Miglior attore protagonista (Jack Nicholson) – e l’inserimento nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, fanno della pellicola un vero e proprio classico della Storia del Cinema.

A distanza di quasi mezzo secolo, la storia di Randle Patrick McMurphy e della sua “cricca” continua a suscitare un fascino e un’ammirazione senza tempo. Il motivo è semplice, dietro le vicende narrate, si cela un’umanità vibrante ed encomiabile. Un’umanità messa al bando, costretta a tacere, a nascondersi e a subire trattamenti talvolta disumani. Ma la forza del gruppo riesce, in qualche modo, non senza dei sacrifici, a risollevare gli spiriti, la dignità, le esistenze.

Il nuovo adattamento firmato da Maurizio Di Giovanni

Maurizio Di Giovanni (I Bastardi di Pizzofalcone, Il Commissario Ricciardi) ambienta il racconto nella Napoli degli anni Ottanta, contestualizzandolo con dettagli semplici ma sostanziali. I costumi di Chiara Aversano (presenza fissa e irrinunciabile delle produzioni targate Bellini) restituiscono il sapore, i colori e l’immaginario di un’epoca, meno pretenziosa e rivolta verso un futuro promettente. Fuori il boom economico, dentro coercizione e regole annichilenti.

Le incredibili scene di Gianluca Amodio hanno il potere di immergere il pubblico in un’atmosfera in bilico, tra incubo e incanto, a cui fa da veglia una Madonna in preghiera e dove si avverte la costante minaccia di qualcosa che, da un momento all’altro, potrebbe calare dall’alto a distruggere la vita come la conosciamo.

Il velo e le videografie di Marco Schiavoni, ciliegina sulla torta di un progetto indiscutibilmente sopra la media, spingono a una riflessione quasi inconscia, potente e straziante. Oltre a mettere l’accento sul tocco personale apportato da Gassmann, che ammicca allo stile cinematografico.

Fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni

Ovviamente, non si può prescindere da chi il palco lo calca, portando in scena questi personaggi indelebili, lasciandosene attraversare e segnare. Daniele Russo, punta di diamante del Teatro Bellini, torna a interpretare Dario Danise – quattro anni fa, lo presentò, per la prima volta, anche al Teatro Eliseo di Roma – e lo fa al massimo della sua forma. Travolgente, fascinoso, spaccone, ma con un’anima profonda, in grado di leggere le persone e andare oltre le apparenze.

Se il teatro dà l’idea di quanto un attore possa essere bravo, ci troviamo dinanzi a un esempio oltremodo lampante. Russo ha la presenza scenica e la padronanza di chi quelle tavole le frequenta da sempre, le respira e le interiorizza, riuscendo a spazzare via qualsiasi confine tra il sopra e il sotto il palcoscenico. Letteralmente impossibile non entrare subito in sintonia con il suo protagonista, volergli bene e fare il tifo, per lui e per tutti coloro che lo seguono e che da lui vengono toccati.

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Alfredo Angelici, Emanuele Maria Basso, Gaia Benassi, Renato Bisogni, Antimo Casertano, Sergio Del Prete, Franklyn Gliozzi, Viviana Lombardo, Daniele Marino, Mauro Marino, Giacomo Rosselli. Questi i nomi degli splendidi attori che si intervallano, nel corso dei 160 minuti – sembrano tanti, ma fidatevi, volano via e ne vorreste di più! – e che regalano un pezzetto della loro anima in cambio di un’emozione vera, sentita, avvolgente, condivisa. In fondo, siamo tutti fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni.