Presentato in concorso alla 17esima edizione della Festa del Cinema di Roma, Ramona di Andrea Bagney è una sorta di omaggio spagnolo ad alcuni dei grandi maestri della commedia. A partire da Woody Allen e dal suo Io e Annie, di cui viene ripreso un monologo.
Ramona | La trama
Ramona (Lourdes Hernandez), in arte Ona, ha 31 anni, un fidanzato di nome Nico (Francesco Carril) e l’ambizione di diventare attrice. Provino dopo provino, qualcosa compare all’orizzonte. Grazie a un incontro inaspettato e, forse, provvidenziale, riesce a ottenere la sua prima parte importante. Quella che potrebbe essere la sua svolta in ambito lavorativo, la getta in realtà nella confusione più totale.
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Bruno (Bruno Lastra), il regista del film di cui sarà protagonista, si invaghisce di lei. E non fa nulla per nasconderlo, avendo la certezza che il sentimento sia ricambiato. Ramona ama Nico, non ha dubbi in merito, ma il modo in cui viene punzecchiata da Bruno, e il tempo passato insieme a lui, le fanno sorgere molti dubbi.
Dubbi su se stessa, su ciò che davvero vuole, sul significato dello stare insieme.
Un’opera prima godibile che non passa inosservata
In una Madrid che più cinematografica non si potrebbe, prende così vita una delle opere più interessanti e godibili di questo concorso Progressive Cinema. Ed è addirittura un’opera prima. Saranno i rimandi a tutto un immaginario culturale condiviso, la freschezza della scrittura o la bravura degli interpreti. Fatto sta che Ramona non passa inosservato.
Sviluppato in sei capitoli, ciascuno corredato di un titolo che ben ne riassume il contenuto, il film esplora e sviscera una quantità impressionante di tematiche, rendendo molto realistico e sfaccettato il contesto. Dall’ambiente al vizio del fumo, dall’anticonformismo all’onestà, passando per spacciatori e crimini russi.
Ramona è un fiume in piena
Ramona è un fiume in piena, che travolge e coinvolge. Bruno le sta dietro senza fare alcuno sforzo. Come se i due rappresentassero le due metà della famosa mela di Platone. Tra i due non scatta la semplice e scontata scintilla, ma è qualcosa di più, di più profondo e legato ad esperienze e modi di intendere la vita simili.
Lo scambio di battute appare così brillante e, talvolta, originale, da non poter staccare gli occhi dallo schermo. E basta pochissimo affinché accada lo stesso al cuore.
Ramona è una donna sensibile, intelligente, ambiziosa, impulsiva. Ma nel suo passato si celano anche ferite che hanno lasciato il segno. Tra rabbia e frustrazione, deve farci spesso i conti. La scena in cui scopriamo che ha perso entrambi i genitori è, al tempo stesso, strappacuore e poetica. Simile, per certi veri, alla grandissima performance di Emma Stone in La La Land con Audition.
Il valore del colore
Se lì era la musica a diventare un valore aggiunto, con il testo della canzone a dare significato, qui è il colore. La pellicola è infatti girata in bianco e nero, ma in ogni momento in cui Ramona si trova davanti la macchina da presa, il quadro assume sfumature e tinte accese, emblematiche. Quasi a voler mostrare la vera anima della protagonista, strabordante di sentimenti e passioni.
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Celebre in Spagna come cantautrice, con lo pseudonimo Russian Red, la Hernandez buca lo schermo, donando concretezza e grazia alla sua Ramona. La verità che viene fuori, guardando l’opera che prende il suo nome, è semplice ma per niente banale. Nella vita non si può mai sapere come andrà, e forse è inutile fare promesse, ma vale la pena di rischiare, di non tirarsi indietro e, quando capita, di accogliere l’amore.