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San Andreas: spiegazione del finale del film con Dwayne Johnson tra terremoti, tsunami e redenzioni

Dal caos sismico alla rinascita familiare: il film catastrofico con Dwayne Johnson si chiude con un messaggio di speranza tra le macerie della California.

Quando uscì nel 2015, San Andreas riportò in auge un genere che sembrava ormai sepolto sotto le macerie del tempo: i disaster movie. Film catastrofici come quelli degli anni ’70, spesso dimenticati sugli scaffali polverosi dei distributori di DVD, tornarono improvvisamente al centro della scena grazie a Dwayne “The Rock” Johnson.

E il pubblico rispose con entusiasmo: quasi mezzo miliardo di dollari incassati in tutto il mondo. Ma cosa succede davvero nel finale del film? E perché la storia, per quanto sopra le righe, ha colpito così tanti spettatori?

Un’America che crolla… ma non si arrende

San Andreas

si basa sulla premessa tanto amata dai film catastrofici: il mondo (in questo caso, la California) sta per essere distrutto da una catena di eventi naturali devastanti. Tutto parte dalla famigerata faglia di San Andreas, che si risveglia provocando una serie di terremoti sempre più potenti.

A lanciare l’allarme è un sismologo interpretato da Paul Giamatti, ma come spesso accade, viene ignorato fino a quando il disastro è ormai inevitabile.

L’eroe improbabile (ma non troppo)

In mezzo al caos emerge Ray Gaines, un pilota di elicotteri dei vigili del fuoco interpretato da Dwayne Johnson. Nonostante la sua vita privata sia in crisi — ha una relazione tesa con l’ex moglie Emma (Carla Gugino) e un rapporto distante con la figlia Blake (Alexandra Daddario) — Ray è pronto a tutto pur di salvare la sua famiglia.

Dopo aver messo in salvo Emma tra le macerie di Los Angeles, scopre che la figlia è rimasta intrappolata a San Francisco con il nuovo compagno della madre, un imprenditore codardo e egoista interpretato da Ioan Gruffudd. Spoiler: lui non durerà molto.

San Andreas
La faglia di San Andreas (Foto: Wikimedia Commons/John Wiley) – Newscinema.it

Una corsa contro il tempo (e contro la logica)

Ray ed Emma partono per salvare Blake, affrontando un viaggio al limite dell’assurdo: perdono l’elicottero, rubano un camion, poi un aereo, si lanciano con il paracadute in uno stadio, trovano una barca e attraversano una San Francisco devastata. Sembra quasi che ogni mezzo di trasporto esistente venga usato almeno una volta.

Intanto, un terremoto ancora più potente scatena un gigantesco tsunami che travolge la città, distruggendo anche il Golden Gate Bridge — dove, tra l’altro, muore il compagno di Emma. Simbolico? Assolutamente sì.

Il significato del finale: ricostruzione e seconde possibilità

Nel cuore della devastazione, Ray dimostra di essere non solo un eroe d’azione, ma anche un padre presente e determinato. Raggiunge Blake e, insieme a Emma, riesce a salvarla dalle acque in piena.

L’immagine finale è emblematica: l’iconico ponte crollato fa da sfondo a una bandiera americana che sventola tra le rovine, mentre la famiglia Gaines si ricompone. L’America — e la famiglia — ce la faranno. Il messaggio è chiaro: anche di fronte alla distruzione totale, c’è sempre spazio per rinascere.

Un sequel in arrivo

Dopo il successo del primo film, lo studio New Line Cinema ha annunciato l’intenzione di realizzare un sequel. Anche se il titolo ufficiale non è stato confermato, i fan scherzano già con 2an Andrea2 (una specie di San Andreas 2, ma più scosso che mai). Non si sa se tornerà davvero, ma una cosa è certa: la terra potrebbe tremare ancora.

Letizia Rogolino
Letizia Rogolino
Il cinema e la scrittura sono le compagne di viaggio di cui non posso fare a meno. Quando sono in sala, si spengono le luci e il proiettore inizia a girare, sono nella mia dimensione :)! Discepola dell' indimenticabile Nora Ephron, tra i miei registi preferiti posso menzionare Steven Spielberg, Tim Burton, Ferzan Ozpetek, Quentin Tarantino, Hitchcock e Robert Zemeckis. Oltre il cinema, l'altra mia droga? Le serie tv, lo ammetto!

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