Venezia 69: Un giorno speciale, la recensione

Abbiamo visto in occasione della 69 edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il nuovo atteso film di Francesca Comencini: Un giorno speciale. Tratto dal romanzo di Claudio Bigagli, Un giorno speciale racconta la storia della giovane e bella Gina (Giulia Valentini), una ragazza alla ricerca del successo come attrice. Dopo tanti provini andati male e richieste indecenti Gina, spinta da una madre affamata di successo, accetta un misterioso quanto ambiguo incontro con l’onorevole Balestra, un uomo disposto ad aiutarla nella carriera sulla base di “favori” personali. A scortare Gina dall’onorevole ci pensa Marco (Filippo Scicchitano), un simpatico e giovane autista al suo primo incarico lavorativo, costretto per il prolungarsi del “duro” lavoro di Balestra a intrattenere la ragazza, quasi misteriosamente felice di rimandare l’ambiguo appuntamento. I due dopo una iniziale incontro-scontro iniziano a viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda ordinando piatti costosi a nome dell’onorevole, giocando a bowling, vagando per centri commerciali e rubando abiti sontuosissimi per le vie del centro. Il tempo scorre, dalla mattina si arriva alla sera e “finalmente” giunge il momento di incontrare l’onorevole. Gina cederà al compromesso? Oppure non rinuncerà alla sua innocenza fuggendo col giovane e puro Marco?

A distanza di tre anni da Lo spazio bianco Francesca Comencini ritenta il colpaccio cinematografico portando sul grande schermo uno dei romanzi (purtroppo) più attuali degli ultimi tempi, Il cielo con un dito di Claudio Bigagli, e stavolta l’esperimento può definirsi (almeno in parte) riuscito. Un giorno speciale è infatti una commedia semplice e senza grandi pretese che diverte lo spettatore facendolo al contempo riflettere su come funzioni il mercato lavorativo (cinematografico e non) in Italia. Che tu sia una attrice o un autista, la spintarella o il compromesso è l’unica soluzione per lavorare e che ci piaccia o no bisogna scegliere da che parte si vuole stare. Sin dalle prime scene Gina, interpretata da una spontanea e simpatica Giulia Valentini, è bellissima nella sua semplicità per poi apparirci “imbruttita” da un trucco, un parrucco e una vestizione eccessivi e fuori luogo per una ragazza della sua età. Le cose belle costano, sostiene la madre, ma che prezzo ha l’innocenza e la purezza di una ragazza? La Comencini con la semplicità di un’opera che rimane commedia e non diventa dramma delinea alla perfezione Gina, una ragazza di periferia bella ma modesta che tenta in tutti i modi di realizzare un sogno (suo o della madre?) arrivando al punto di perdere la propria dignità. Marco, d’altro canto, è l’esatto alter ego di Gina, un ragazzo semplice e contento di fare il suo mestiere, almeno fino a che non scopre le dinamiche alla base del mercato lavorativo. Meglio ingoiare il rospo e andare avanti o abbandonare tutto e ribellarsi? La Comencini, tra una gag e l’altra dei due protagonisti (la chimica tra i due è indubbia), ci porta tra gli angoscianti corridoi del palazzo dell’onorevole facendoci impattare (un po’ disorientati dall’improvviso cambio di genere del film) con una scena un tantino troppo forte rispetto al tono da commedia all’italiana di tutta l’opera. A quel punto appare spontaneo chiedersi, ma Un giorno speciale è una commedia o una tragedia?

Neanche la Comencini sembra avere le idee chiare, forse proprio perché certe cose e certi fatti fanno talmente tanto parte dell’immaginario collettivo da sembrarci una realtà trita e ritrita, pane quotidiano dei telegiornali e delle tv nazionali. E allora perché realizzare un film come questo? Perché mantenere per 80 minuti un tono da commedia per poi “scadere” nel dramma? E soprattutto perché far concorrere Un giorno speciale con capolavori (per quanto pesanti) come quello di Malick, Anderson e De Palma? C’è solo una risposta a tutte queste domande. Un giorno speciale è una commedia che decontestualizzata dalla Mostra del Cinema di Venezia può intrattenerci, farci sorridere e perfino riflettere. Ma rimane un’opera senza coraggio che nelle mani di un regista più esperto avrebbe veramente potuto provare a cambiare una realtà che non deve più lontanamente esistere. Per questo e altri motivi Un giorno speciale può definirsi un’opera riuscita a metà, una gradevole commedia che rimane tale senza mai evolversi in qualcosa di più. Un giorno speciale è in concorso alla 69 edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.